Quella del 2004 fu una campagna elettorale per le
Europee molto sentita. Quell’anno il
voto assunse un significato anche in chiave degli equilibri politici locali.
Due cittadini di Marano erano in corsa in una sida tutta interna alla sinistra.
Mauro Bertini e Corrado Gabriele. Il primo, a quell’epoca già sindaco da 10
anni, e padre fondatore dei comunisti di Marano; il secondo, in quel periodo
assessore provinciale, “figlioccio politico” di Bertini, prima suo alter ego
poi acerrimo nemico. Bertini era in lista per il Partito dei Comunisti Italiani;
Gabriele, per Rifondazione comunista. L’ennesimo atto di una guerra interna che
teneva banco da mesi. Bertini lasciò il Prc a gennaio 2004, insieme a un gruppo
di fedelissimi; fondò la sezione del Pdci, e, su richiesta del segretario
nazionale Diliberto, accettò la candidatura per le Europee. Gabriele, rimasto
il punto di riferimento dei rifondaroli locali, entrò nella lista di
Bertinotti. Per l’assessore provinciale Gabriele si trattò di una prova
generale per le regionali del 2005. Per il sindaco Bertini, del tentativo di
uscire dalla scena locale e avere una prospettiva una volta terminato il suo
mandato da Primo cittadino. Tra i due litiganti maranesi, fece capolino un
altro concittadino: Alfonso Gabriele Roman, approdato nel partito dei
pensionati dopo una lunga esperienza politica in Forza Italia, nell’Udc e, a
sostegno della moglie nei Verdi. Come andò a finire la sfida tra il maestro
Bertini e l’allievo Gabriele? Partiamo
da Alfonso Roman: a Marano totalizzò circa centodiciotto preferenze (471 in
tutta la circoscrizione meridionale). La vera sfida era quella tra Bertini e
Gabriele: una battaglia divenuta rovente soprattutto sulla base del duro
scontro personale che i due sostenevano da anni. Gabriele totalizzò a Marano milletrecentocinquantotto (1358); Bertini milletrecentottantasette
(1387), ben pochi rispetto alle aspettative: lui parlava di almeno 4mila
voti personali. Al di sotto delle aspettative del Prc anche il risultato di
Gabriele, che aspirava almeno a triplicare le mille preferenze ottenute alle
regionali del 2000. Nell’intera circoscrizione, però, Gabriele raggiunse un
risultato straordinario, sfiorando le 14mila preferenze e classificandosi
quarto (e terzo dei non eletti) dietro Bertinotti, Vendola e Agnoletto. Molto
modesto, invece, il risultato di Bertini, che in tutto il Sud non arrivò alle
tremila preferenze e si piazzò settimo. Per entrambi non ci fu l’elezione, ma
un risultato rivelatore. Gabriele prese pochi voti a Marano ma molti a Napoli
(5mila preferenze), a Giugliano e nell’hinterland: confermò, quindi, il suo
ruolo politico poco radicato a Marano,
ma molto noto fuori territorio e ben inserito negli schemi di partito, con
brillanti possibilità per il futuro. . Bertini conservò 2mila voti personali a
Marano (in quel periodo era sindaco), ma scontò una scarsa capacità di raccolta
fuori territorio.