Mercato ortofrutticolo di Marano, “bando allo sbando”


Bertini e Fanelli de L’Altra Marano: “il sindaco ha mancato di rispetto ai concessionari, ci dissociamo dal comportamento disdicevole”

Stefania Fanelli e il sindaco Visconti all'interno del Mercato ortofrutticolo
Il testo della lettera dei due consiglieri di minoranza al sindaco Visconti

Egregio Sindaco,
con il bando in oggetto, emanato in tutta fretta con l’evidente intenzione di chiudere ogni possibile spazio alla discussione e dare chiari segnali di una decisione ormai assunta, la vicenda del mercato ortofrutticolo si è ingarbugliata a un punto tale che pensiamo sia arrivato il momento in cui ognuno si debba assumere precise e nette responsabilità,  per questo, per quanto ci riguarda, ci preme che tu sappia (e faremo in modo che lo sappia anche la città) come nel merito la pensa il Gruppo Consiliare de L’Altra Marano.
Ci dissociamo da un comportamento disdicevole
Vogliamo innanzitutto che sia chiaro che ci dissociamo con estrema durezza dal comportamento da te tenuto nei confronti dei Concessionari ai quali hai mancato vistosamente di rispetto quando, al posto di una risposta, che non è mai arrivata, alla lettera con la quale si dichiaravano disposti a assumere in locazione le aree del mercato, ti sei precipitato a approvare il bando del quale hanno avuto notizia dai media locali. Avevi tutto il diritto a non essere d’accordo con la loro proposta ma loro avevano tutto il diritto a una risposta, quantomeno per educazione. Ancora più disdicevole, a nostro parere, è stato il comportamento tuo e dei tuoi quando, con già in tasca il bando approvato, avete finto interesse alla loro posizione invitandoli a procurarsi il parere di un legale a sostegno. Sei certamente libero di pensarla come vuoi nei confronti di chi vuoi, ma il ruolo che ricopri ti impone il rispetto anche dell’ultimo dei tuoi cittadini e gli operatori del mercato non sono certamente gli ultimi.
Una scelta inspiegabile
Per quanto vi siate sperticati nel cercare di dare una spiegazione credibile a una scelta che avete voluto perseguire con una ostinazione forsennata al punto di arrivare a tentare di impressionare i vostri esumando ombre, sospetti e “tintinnii di manette”, non riuscirete mai a convincerci che la decisione che avete assunto sposi l’ interesse della città soprattutto in considerazione del fatto che l’idea di assumere una figura apicale da destinare al mercato non è compatibile con il fatto che gli uffici comunali sono ormai allo sbando per mancanza di personale e quella di caricare il comune di oneri e costi per la gestione di un’attività commerciale ormai di carattere rigorosamente privato contrasta irrimediabilmente con le condizioni del dissesto che vietano ogni incremento di spesa. Siamo sicuri che quando le ragioni vere di tanta ostinazione verranno svelate si scoprirà che erano molto meno nobili di quanto non le si volesse far apparire.
Sbagliato delegare
A nostro parere nella gestione della vicenda mercato l’errore primario dal quale discendono tutti gli altri  è stato sicuramente quello di scegliere per te il ruolo di comparsa (emerso chiaramente in occasione dell’ultimo Consiglio Comunale quando ripetutamente sollecitato non sei riucito a riferire su quello che fosse la proposta dell’Amministrazione)  lasciando che a decidere le sorti di un pezzo della storia di Marano fossero soggetti ai quali questa storia non appartiene e che, chiamati  da fuori perché collaborassero con te, alla fine ti sei lasciato sostituire in tutto e per tutto. La posta in gioco, decisamente importante è estremamente delicata, pretendeva che a gestire la cosa fosse direttamente il capo dell’amministrazione perché è lui che ne deve rendere conto alla città, non i collaboratori a tempo determinato che magari hanno delle cose una visione limitata e possono indurti a scelte sbagliate come il bando che in questi giorni hai approvato insieme alla Giunta e che, se non riesci a bloccarlo prima della pubblicazione, finirà per farti trovare chiuso in un culo di sacco dal quale chi avrà problemi a venirne fuori sarai tu e non chi te lo ha consigliato o imposto.
Il bando allo sbando
Non è questa la sede per disquisire sulle tante imprecisioni, inesattezze e autentiche illegittimità che fanno del bando appena approvato l’oggetto privilegiato di una facile impugnazione ma non sfuggirà certamente a chi dovrebbe assisterti nella stesura degli atti il fatto che vengono messi a gara dei posteggi che non sono mai stati liberati perché non è mai stata revocata o dichiarata decaduta la concessione in forza della quale gli operatori hanno esercitato per decine di anni né sono state osservate le disposizioni procedimentali sostanziali per la legittimità degli atti quali quelle previste dall’art. 7 della Legge 241/90. Non ci sono dubbi che con la pubblicazione del bando così come congegnato il Comune andrà a incartarsi malamente aggravando ulteriormente una situzione già pesantissima.
I danni patrimoniali e la Corte dei Conti
Forse nessuno te l’ha fatto notare ma se fai due conti sull’avventura nella quale stai per infilare l’Ente ti accorgi come sia economicamente disastrosa la vicenda che stai per avviare, ti basterà riflettere sul fatto che solo il costo del Direttore che si dovrà assumere supera i 70.000 euro all’anno mentre il gettito dei venti posteggi (sempreché vengano assegnati tutti) non raggiunge i 50.000 euro; aggiungi a questo tutti i costi per la gestione e la manutenzione e prova a domandarti perché il Comune, dissestato e senza il becco di un
quattrino, si dovrebbe accollare questo salasso per un’attività commerciale rigorosamente privata e che con moltissime probabilità non sarà nemmeno condotta da operatori di Marano visti i requisiti, improponibili per gli ex concessionari, inseriti nel bando  forse proprio allo scopo di farli fuori. Inutile dirti che sarà nostra premura segnalare tutto questo alla Procura della Corte dei Conti.
Il rischio di una rivalsa milionaria.
Temiamo, inoltre, che ti sia sfuggita un’altra pericolosissima mina vagante costituita dal rischio, molto elevato, che gli ex concessionari  e chi lavorava per loro si facciano venire in mente il fatto che, se da otto mesi non riescono a svolgere la loro attività, è solo perché il Comune, proprietario dell’area, non ha tempestivamente messo a norma gli impianti e i locali (compito ovvio dell’ente concedente) e pensino seriamente a imbastire un’azione di rivalsa giudiziaria che potrebbe costare milioni di euro che costiturebbero un danno erariale del quale la Corte dei Conti non potrà non chiedere conto a te e a chi con te l’ha procurato.
        
Forse ci siamo dilungati un po’ troppo, ma, come vedi, le cose da dire erano tante e siamo convinti che non potevamo tenerle per noi né farne oggetto di una mera diatriba politica. Di tutto pensiamo che potrai accusarci ma certamente non del fatto di non aver fatto tutto quello che era in nostro potere per contribuire a una soluzione ragionevole del problema mercato.
Noi la nostra parte l’abbiamo fatta, ci auguriamo che sia servita a qualcosa.
Saluti



                                                                                     Mauro Bertini – Stefania Fanelli


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