Marano, è ancora al suo posto la chiesetta di via Iorace che rischiò di essere abbattuta

Come si presenta oggi
Era un oratorio pubblico dedicato alla Madonna Assunta, costruito nel 1960 su circa 50 metri quadrati di un più esteso terreno di proprietà di Passaro Antonio, con fondi ricavati da una colletta fatta tra i residenti delle masserie della zona di via Iorace e dintorni, dalle parti di via Marano Pianura, nei pressi della rotonda di via Del Mare. Gli abitanti, fino a una decina di anni fa si recavano ogni domenica a sentir messa, officiata negli anni ’90 da don Antonio Assante, all’epoca parroco della chiesa Regina Paradisi ai Guantai, poi da don Franco, come ci ha riferito un’anziana signora del posto, ex parroco della chiesa dello Spirito Santo, nel 2012 smascherato clamorosamente dalle telecamere delle Iene nel suo “vizietto” di molestare i giovani. Ritornando al fondo, fu poi ereditato da Izzo Paolo, come riportato dal periodico ideaCittà nel numero di aprile 1992, il quale, nel 1989,  sottoscrisse un contratto preliminare nel quale prometteva di vendere l’intero fondo dell’estensione di 300 metri quadrati al prezzo di 10 milioni, senza fare riferimento che in esso esistesse una cappella. Senonché non si faceva a tempo a stipulare il definitivo atto di vendita, perché di lì a poco moriva il promittente venditore. Quello che doveva essere l’acquirente si rivolse all’Autorità Giudiziaria per ottenere una sentenza in luogo del contratto non concluso per le resistenze degli eredi di Izzo Paolo, i suoi dieci figli, i quali eccepirono che il padre, con il compromesso stipulato, manifestò la volontà di cedere il terreno ad esclusione della cappella, ormai patrimonio dell’intera comunità di quella zona periferica di Marano. In effetti chi reclamava l’acquisto dell’intero appezzamento di terreno lo fece senza escludere la demolizione dell’oratorio.
D’altra parte – scrisse il capo redattore di ideaCittà - Stefano Rinaldi – non è chiaro se ancora tale facoltà esista. Si tratta in fondo di un oratorio pubblico dove si soddisfa il precetto domenicale, dopo la benedizione di mons. Frattini avvenuta agli inizi degli anni ’60 per decreto della Curia arcivescovile di Napoli. Ma il locale ad uso oratorio appartiene al fondo, che è stato oggetto di promesse di vendita. Codice civile, diritto canonico…La questione è tutt’altro che pacifica”.
Come andò a finire? Ci siamo recati sul posto e abbiamo verificato che la chiesetta, seppur esternamente in condizioni deteriori, è ancora al suo posto.            


Come si presentava nel 1992


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