Marano, salviamo l’archivio comunale: emerse “miracolosamente” dal fango dopo 30 anni, ma rischia di finirci nuovamente
Sopralluogo del 2012 |
La
lettera che il prof. Palermo, in qualità di presidente dell’”Archeoclub Maraheis”
inviò a marzo 2012 al giornale “L’attesa”
“Per circa trent’anni si è detto che l’Archivio
storico comunale, collocati negli scantinati di un condominio di via Piave, era
stato irrimediabilmente sepolto dal fango provocato dall’alluvione degli anni
Ottanta. Questo ritornello veniva sistematicamente ripetuto a chiunque cercasse
documenti ivi custoditi: dati anagrafici, mandati vari, delibere comunali e
tanto altro materiale di interesse storico-amministrativo di grande importanza
per la vita comunale e per i diritti e gli interessi dei cittadini.
Così veniva sistematicamente ripetuto anche ai soci dell’Archeoclub Maraheis e agli studenti
universitari che avevano l’esigenza di studiare la storia della nostra città.
Poi la svolta, a giugno del 2010, allorquando la tenacia dell’Archeoclub, l’onestà
di un anziano custode comunale che conservava le chiavi dell’archivio e il
sostegno dell’ex sindaco Salvatore Perrotta hanno permesso di scoprire una
storia che ha dell’incredibile e dell’inconcepibile: quei locali non erano mai
stati sepolti dal fango e solo marginalmente erano stati interessati dall’acqua
piovana. I faldoni con i documenti custoditi erano salvi al 90%, perché
collocati su apposite scaffalature metalliche. Una minima parte era rovinata,
ma prevalentemente a causa della perdita da una fecale del palazzo, senza che
nessuno si preoccupasse, all’epoca, di spostare di pochi centimetri quei fascicoli. Alla luce di ciò, sono
spontaneamente sorti degli interrogativi che attendono risposta.
Chi doveva intervenire ordinariamente? Chi è perché ha
diffuso la falsa notizia del fango e chi ha avuto interesse ad alimentarla per
tanti anni? Chi era il responsabile dell’archivio e perché lo ha abbandonato
all’incuria? Chi custodisce attualmente il titolario, l’inventario degli atti
ivi depositati? Chi è l’attuale responsabile del procedimento di recupero e
ripristino di quegli atti ancora correnti? Fu allertata la Soprintendenza
archivistica, e con quale esito? Fu mai presentato un esposto alla Procura
della Repubblica per accertare o escludere l’eventuale dolo di qualcuno?
Da allora, la crisi politica e le nuove elezioni comunali hanno fatto perdere tempo prezioso e
solo oggi l’Archeoclub ha potuto partecipare al nuovo sopralluogo organizzato
dall’assessore Bonelli, che, con il vice-segretario comunale dott. De Biase, ha
voluto rendersi conto di persona di quanto l’Archeoclub andava denunciando
assillantemente dal 2010.
La promessa di provvedimenti urgenti da parte dell’assessore
Bonelli è stata spontanea e consequenziale e, a breve, si dovrebbero vedere i
primi atti concreti per il recupero, il riordino e l’inventario, dell’archivio
in questione.
Per ora, non sappiamo se esultare per il materiale riemerso miracolosamente o
disperarci per quello che andava marcendo per ogni giorno di ritardo, a causa
dell’incuria e della sistematica omissione degli uffici competenti. Per questo,
ci si attenderebbe almeno l’apertura di un’inchiesta da parte degli organi
preposti, che ora non possono più dire di non sapere. Un fatto è certo. Il
fango non era nell’archivio storico, ma solo intorno a esso”.
A distanza di un mese dal sopralluogo, cadde l'amministrazione Cavallo e dell’archivio non si è interessato più nessuno. Intanto, i faldoni (quelli
che sono rimasti?) sono ancora lì a marcire.