Stamani, ore 11:00, presso il bar Pink Panther in via Mugnano-Melito, la presentazione dei candidati all'Assemblea Nazionale, del PD di Mugnano, a supporto dei candidati alla Segreteria Nazionale Giachetti e Ascani, per la lista “SempreAvanti”.
Si tratta di Teresa Cirino, dottoressa in Economia, 43 anni,
e Silvio Rigotti, 25 anni, giovane attivista del circolo locale.
Nel corso dell'iniziativa i due candidati illustreranno la
mozione di Giachetti-Ascani, che punta a perseguire la via del Riformismo
e della creazione di una alternativa forte e credibile ai populisti oggi al
governo. All'iniziativa interverranno anche i portavoce del Comitato
"Ritorno Al Futuro - Mugnano 4.0".
Carlo Albanese - Portavoce
Comitato "Ritorno al Futuro - Mugnano 4.0"
Approfondimento,
la mozione Giacchetti-Ascani in pillole
DEMOCRAZIA PARLAMENTARE E COSTITUZIONE
Il Pd di Giachetti e Ascani guarda anche alla riforma costituzionale del
2016, bocciata dal referendum che si è tenuto il 4 dicembre dello stesso anno e
che ha portato, poi, alle dimissioni di Matteo Renzi da segretario. “In Italia
la sconfitta subita dai riformisti nel referendum costituzionale del Dicembre
2016 ha impedito di mitigare la crisi delle istituzioni repubblicane”, si
legge. “Una crisi che tende – se possibile – ad aggravarsi, sia per la loro
intrinseca debolezza ed incoerenza (che la nostra riforma cercava di
correggere), sia per i colpi che vengono loro inferti da forze politiche che
intendono cambiarle profondamente, non attraverso una revisione della
Costituzione, ma piuttosto con una azione politica anticostituzionale”.
“L’Italia – scrivono Giachetti e Ascani – ha bisogno di superare il
bicameralismo paritario, eliminare enti ormai superati come il Cnel, ridurre il
numero dei parlamentari e contenere i costi di funzionamento delle istituzioni,
rendere più efficienti i rapporti tra Stato e Regioni, facendo chiarezza tra le
competenze ed eliminando le sovrapposizioni. Abbiamo perso il referendum del 4
Dicembre, ma non possiamo rinunciare alla spinta riformista che ha
contraddistinto sin dagli esordi l’azione politica del Partito democratico”.
SUL PARTITO DEMOCRATICO (PD, UNDICI ANNI DI RITARDO)
Ed è proprio sul partito democratico del futuro che si soffermano i due
dem: “Con tutti i limiti e le carenze della nostra organizzazione, dobbiamo
essere orgogliosi della nostra comunità. Un patrimonio di dedizione, passione,
capillarità che ormai abbiamo solo noi e che dobbiamo difendere, ristrutturare,
rilanciare”. Lo statuto, però, non va archiviato o cancellato, ma “rilanciato,
aggiornato e soprattutto pienamente realizzato”. “Rilanciato e difeso nelle sue
intuizioni fondamentali che sono il nostro dna: le primarie aperte per la
scelta del segretario, la vocazione ad una rappresentanza larga e
maggioritaria, la coincidenza tra leadership e premiership. Rinunciarvi
equivarrebbe a rinunciare a noi stessi e ad una potentissima leva di
cambiamento democratico. Senza strumenti come questi non avremmo vissuto le
nostre migliori stagioni, da Veltroni a Renzi”. Accanto a quello che già c’è,
anche una spinta di innovazione: “Dobbiamo sforzarci di immaginare nuove forme
di partecipazione, fisiche e digitali (quanto tempo e quanti milioni di voti
abbiamo perso non utilizzando mai i dati degli elettori delle primarie?) e
costruire con l’ambizione di tornare ad esserlo un modello. Inoltre, dobbiamo
cogliere le potenzialità della rete, per davvero”. Insomma, si legge, “nel 2019
un Partito o è digitale o semplicemente non è”.
PUNTARE SU LAVORO E CRESCITA
Il Pd “deve essere il partito della crescita, che deriva anzitutto dalla
piena occupazione: non si crea occupazione per decreto, ma le leggi e gli
incentivi, come è accaduto con il Jobs Act, devono poter aiutare e sostenere il
lavoro e l’impresa”. Al reddito di cittadinanza, scrivono i due deputati dem,
“dobbiamo contrapporre il lavoro di cittadinanza. Questo lo si fa sia
finanziando con fondi pubblici le iniziative di quei giovani che vogliono
trasformare una buona idea in una start-up, sia riducendo la tassazione sul
lavoro dipendente, soprattutto quello a tempo indeterminato”. Si propone, inoltre,
la “flessibilità positivamente intesa”, ossia una forma di organizzazione molto
più raffinata di quella attuale, che tenga conto delle potenzialità che offrono
le nuove tecnologie. “Non si crea lavoro stabile con le clausole e i vincoli
sul contratto a tempo determinato. Non si crea sviluppo riversando miliardi su
centri per l’impiego assolutamente obsoleti e disfunzionali e privi di un
coordinamento nazionale. Non si aiuta l’occupazione tassando le imprese.
Occorre proseguire a incentivare il lavoro stabile e la contrattazione
decentrata, mentre i centri per l’impiego vanno totalmente rivoluzionati, non
pallidamente rimpinguati”. Inoltre, si legge, “il Pd deve favorire nuove forme
di partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa e di democrazia industriale.
Occorre anche rinnovare la nostra tradizione di contrattazione collettiva
contribuendo alla diffusione di relazioni industriali di secondo livello. La
contrattazione aziendale deve svilupparsi ulteriormente, contribuendo
all’innovazione dei processi, all’aumento della produttività e alla crescita
dei salari reali da troppo tempo stagnanti”.
GIOVANI, STATO SOCIALE: TRE PUNTI
Sono tre i punti fondamentali, si legge nella mozione, per “costruire lo
stato sociale del XXI secolo, che sappia assicurare a tutti dignità e
opportunità”: “la prevenzione, per diminuire le disuguaglianze prima che sia
troppo tardi, dando a ogni bambino e ogni bambina la possibilità di sviluppare
il proprio talento a prescindere dalla condizione sociale di origine; l’universalismo,
che sappia garantire in modo trasparente uguali diritti a tutti senza
costringere le persone a dipendere da provvedimenti e meccanismi di natura
clientelare; l’inclusione, che punti alla riattivazione delle persone
mettendole nelle condizioni di uscire dalle condizioni di povertà e
emarginazione, attraverso percorsi di educazione, riqualificazione,
accompagnamento per il reinserimento lavorativo e sociale”. Inoltre per
costruire la fiducia nel futuro non si può non prevedere un investimento nel
servizio sanitario nazionale, per cui l’aumento della speranza media di vita
non sia “letto come una minaccia al sistema previdenziale o come un peso per le
strutture sanitarie. Occorre investire di più e meglio sull’invecchiamento
attivo”.
IMMIGRAZIONE: REGOLE E INTEGRAZIONE
IMMIGRAZIONE: REGOLE E INTEGRAZIONE
“L’immigrazione va regolata e il peso dei flussi del Mediterraneo va
condiviso e gestito in sede Europea”. Il tandem Giachetti-Ascani sottolinea la
necessità di condividere con l’Europa la responsabilità dei flussi migratori
che si riversano sulle coste italiane, e prende posizione sulle politiche del
governo gialloverde: “il decreto Salvini è una vergogna nazionale”. “Il Partito
democratico deve farsi promotore delle politiche più avanzate per
l’integrazione di chi già si trova sul territorio nazionale, soprattutto
attraverso la formazione ed il lavoro”, si legge. “Deve anche assicurare che la
legge e le regole di civile convivenza vengano rispettate da tutti: imprese e
cittadini, italiani e stranieri”. Si rivendica, poi, il lavoro fatto dai
governi passati: “Per non lasciare indietro nessuno occorre costruire
l’integrazione a partire dai territori, dal prezioso lavoro dei sindaci, delle
associazioni, delle scuole, dei cittadini tutti”.
SCUOLA, CULTURA, SICUREZZA
SCUOLA, CULTURA, SICUREZZA
L’Italia deve puntare sulla ricerca, e ad oggi non fa abbastanza. “Una più
attenta selezione della spesa pubblica per investimenti, al fine di
incrementare significativamente quelli destinati alla ricerca di base, è dunque
indispensabile. E deve essere compiuta nella consapevolezza che non si tratta
di un pasto gratis: spendere di più̀ a questo scopo significa – date le
condizioni di finanza pubblica del Paese – spendere di meno in altre
direzioni”. Inoltre, come già in passato disse Matteo Renzi, per ogni euro
speso in sicurezza se ne deve spendere uno in cultura. E allora, si legge,
“occorre garantire protezione ai cittadini, soprattutto ai più fragili,
attraverso un impiego più ampio e più efficiente delle nostre forze
dell’ordine, attraverso la video sorveglianza e il contrasto alla piccola e
micro-criminalità, come avevamo cominciato a fare con Marco Minniti. Bisogna
rigettare l’idea destrorsa secondo la quale, al fine di garantire la sicurezza,
ciascuno deve badare a se stesso, ciascuno deve possedere un’arma e difendersi
autonomamente”. Parallelamente , però, non si può non investire in cultura. “La
cultura negli ultimi cinque anni è tornata al centro dell’azione di governo e
ha generato crescita e posti di lavoro. Inutile dire che i primi passi del
governo sfascista sono tutti rivolti all’indietro: tagli, tagli e ancora tagli.
Accanto a Industria 4.0 vogliamo implementare un Piano cultura 4.0, con maxi
ammortamento per le imprese culturali e creative che investono in innovazione
tecnologica, con particolare attenzione alle aree ad alto tasso di abbandono
scolastico e al Mezzogiorno”. Poi ancora la previsione di un bonus cultura
strutturale, deduzioni fiscali per bambini e ragazzi che frequentano corsi di
musica e teatro, e rilancio dei progetti di scambio europeo. “È così che si formano
i cittadini europei. È così che si fa l’Europa”.
L’ITALIA DEL SÌ: MOBILITÀ E VELOCITÀ
L’ITALIA DEL SÌ: MOBILITÀ E VELOCITÀ
“Dobbiamo contrastare l’ideologia della decrescita felice (che poi, come si
vede, felice non è) e l’ostilità alle infrastrutture: non possiamo arretrare di
un millimetro su questo terreno. La velocità e l’efficienza dei sistemi
infrastrutturali occorrono non solo alle imprese che esportano, ma anche e
soprattutto ai cittadini. La mobilità è un valore progressista. Frenare la
costruzione di nuove infrastrutture significa impedire ai cittadini delle
periferie urbane e delle province di raggiungere una scuola migliore, un posto
di lavoro, un luogo di aggregazione sociale più sano, un impianto sportivo, la
strada materiale e immateriale per un futuro migliore”. L’attacco agli
investimenti per le grandi opere con motivazioni ambientaliste, si legge, sono
spesso contraddittori, se si pensa che spesso le grandi opere hanno un grande
impatto sulla riduzione delle emissioni di CO2. “Questo è evidente nel caso dei
trafori alpini e delle reti metropolitane. Il Pd deve sostenere senza
esitazione la conclusione dei grandi progetti ferroviari ad alta velocità
Torino-Lione, Terzo Valico, Brescia-Padova, Napoli-Bari, i cui benefici
economici e ambientali sono indiscutibili. Dobbiamo però mostrarci non meno
interessati alle necessità della periferia, del mezzogiorno e in generale dei
pendolari e immaginare soluzioni infrastrutturali che facilitino la vita dei
cittadini di quelle aree”. Dunque, “il Pd deve rappresentare l’Italia del SI, contrastando
tutti i posizionamenti ideologici volti a spingere l’Italia sulla via della
decrescita infelice”.
AMBIENTE E ENERGIE RINNOVABILI
AMBIENTE E ENERGIE RINNOVABILI
“Il Pd deve assumere impegno formale ad esplicitare e a rendere pubbliche
le conseguenze di ogni intervento legislativo e/o regolatorio sulle bollette,
analiticamente, per ciascuna fascia di consumo. Per le famiglie italiane a
reddito medio-basso, la bolletta energetica costituisce un costo fisso che
incide significativamente sulla spesa mensile. Diminuirla consente di
migliorare il loro benessere. Il Pd deve inoltre presentarsi quindi come il
soggetto politico più seriamente impegnato sulle sfide del cambiamento
climatico”. Per farlo, si legge nella proposta di Giachetti e Ascani, è
necessario investire su molti fronti: “Nuovi modelli di mobilità incentrati su
mobilità elettrica, biciclette, trasporto pubblico; Meno Rifiuti, più Riuso,
più Riciclo; Obiettivo deplastificazione; Limitare consumo di suolo, cultura
della demolizione e ristrutturazione; Riforestazione per combattere il
surriscaldamento; Agricoltura sostenibile e cura dei territori; Riattivare il
progetto “Casa Italia” e l’Unità di Missione sul dissesto idrogeologico”.
L’ambientalismo non è solo giusto, si legge, ma è anche vantaggioso
economicamente. “In questo caso etica e mercato possono camminare insieme. È
un’opportunità da valorizzare fino in fondo”.
PARI OPPORTUNITÀ E DIRITTI CIVILI
PARI OPPORTUNITÀ E DIRITTI CIVILI
Diritti civili e parità di genere sono un altro cavallo di battaglia della
mozione Giachetti- Ascani: “Spesso si tende a pensare che favorire le pari
opportunità significhi togliere qualcosa agli uomini per facilitare la vita
delle donne. Niente di più falso! L’implementazione delle pari opportunità è un
potentissimo moltiplicatore, in grado di generare crescita, lavoro e sviluppo
per tutti, donne e uomini”. Per farlo, è necessario promuovere politiche di
conciliazione per le donne, nonché prevedere strumenti che impediscano che la
donna si trovi davanti al bivio della scelta fra famiglia e lavoro. Inoltre non
si tralascia il tema femminicidio. “Occorre lavorare su due binari paralleli:
quello della prevenzione, a partire dall’educazione alla parità sin dalla
scuola, e quello del contrasto efficace attraverso interventi tempestivi a
tutela delle donne che denunciano e la certezza della pena. Non basta un codice
rosso se poi la politica culturale del governo gialloverde indulge al sessismo,
al giustificazionismo”. Non si possono dimenticare, poi, ” i più deboli, gli
sfruttati, gli emarginati”, e il Partito democratico “è il Partito
dell’inclusione, della parità, del rispetto e dell’autodeterminazione. Nel
Partito democratico ciascuno deve sapere che sarà considerato e accolto
soltanto per le proprie idee e per il proprio contributo e che tutti sono
benvenuti nella nostra comunità indipendentemente dal proprio genere, età,
etnia o nazionalità, credo religioso o filosofico, orientamento sessuale,
identità o espressione di genere, caratteristica fisica, abilità o disabilità e
status personale”.
21/02/2019