Calvizzano, sempre più critica la situazione economica del Comune: un disastro finanziario costruito negli anni


E’ vero che lo Stato ha stretto i cordoni della borsa, riducendo di anno in anno i soldi (soldi, soldi…) trasferiti ai Comuni, ma va registrato anche lo sperpero di risorse finanziarie e la bassa capacità di riscossione, visto che il tasso di evasione resta ancora alto  




Prima di parlare della situazione economico-finanziaria non tanto felice del  Comune di Calvizzano, vanno fatte due premesse. La prima. Gli Enti locali, da quando i vari governi centrali che si sono succeduti da una decina di anni a questa parte hanno stretto i cordoni della borsa, riducendo di anno in anno i cosiddetti trasferimenti statali, chi più (Marano e Villaricca) e chi meno (Mugnano e forse Qualiano) stanno andando quasi tutti in difficoltà sia per mancanza di liquidità che per i troppi debiti contratti e non onorati. E non abbiamo tenuto conto  dei soldi da sborsare a terzi per sentenze passate in giudicato, tra cui abbondano quelle relative a incidenti per le cosiddette “insidie stradali”, cioè quelli causati dalla presenza di buche, da asfalto sconnesso, da materiale sporgente sulla sede stradale, da tombini aperti, eccetera. La questione “tagli” non deve, però, costituire un alibi per nascondere errori e dimenticanze del passato e del presente. La seconda. Bisogna ammettere che con l'ex amministrazione non si è mai andati in anticipazione di cassa (il cosiddetto scoperto), per cui il Comune ha evitato l’esborso di cospicui interessi da versare alla tesoreria comunale, per contro hanno abbondato spese che si sarebbero potuto evitare o quanto meno contenere (vedi servizio civico comunale, Villaggio di Dio, eccetera…), sperperi e non è stato mai approntato piano ottimale per combattere l’evasione. Ora il fantasma del dissesto finanziario, come abbiamo già scritto in un precedente articolo,  sta divorando la vita amministrativa e sociale del nostro Comune. La cura è difficile: solo un miracolo potrebbe evitare il default. Tanti e gravi gli errori commessi in tutti questi anni. La colpa maggiore va sicuramente ascritta, principalmente, alla classe politica degli ultimi trent’anni che ha gestito in modo sciatto e disordinato il bilancio comunale. Ma grosse responsabilità, nell’ottica della separazione di legge tra indirizzo politico e gestione, andrebbe ascritta ai funzionari del Comune, che, invece di gestire con correttezza la finanza locale, si sono preoccupati di mantenere la poltrona  e,  tante volte, anche di fare politica; una classe dirigente quasi sempre impreparata (salvando la pace di qualcuno) che è stata complice degli sperperi: a tutto ciò va aggiunta anche la mancanza di risultati tangibili sul fronte dell’evasione. A Calvizzano, in particolar modo in determinati periodi della vita politico-amministrativa, si è speso a briglie sciolte, senza preoccuparsi di andare a recuperare le risorse occorrenti per onorare i debiti. Da qui nascono tutti i mali dei bilanci di previsione e dei conti consuntivi degli ultimi anni, in particolar modo di quelli del 2010 e del 2012, che finirono sotto la lente della magistratura contabile, che rilevò vizi storici e procedure consolidate nel tempo negli ultimi venti anni. La cosa certa è che i Commissari straordinari ce la stanno mettendo tutta per risanare le casse, ma non possono fare miracoli.



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