Nel complesso Vincenziano al “Borgo dei Vergini” è custodita la terza ampolla contenente il sangue di San Gennaro



Ringraziamo il poeta scrittore Enzo Salatiello per le chicche culturali che ci riserva in esclusiva

Un mio carissimo amico, Franco Ruggiero, esperto di fotografia, arte e letteratura, com’è sua consuetudine, mi ha parlato ultimamente di un autentico gioiello artistico e architettonico situato nel cuore antico di Napoli: Il Complesso Monumentale Vincenziano al “Borgo dei Vergini” alla Sanità (quartiere Stella) non lontano dal Museo Archeologico nazionale. Il complesso, risalente al XVII secolo, fondato dai padri missionari e fra loro c’era anche padre Cosimo Galilei, nipote dell’illustre scienziato. Fu il grande Vanvitelli a guidare lavori di espansione e ingrandimento del complesso. Esso comprende due chiese, interne e quella dedicata a San Vincenzo de’ Paoli che affaccia sulla strada. L’aspetto della facciata è molto sobrio e non lascia intendere al visitatore i tesori e la magnificenza contenute in essa. Sotto la chiesa c’è la cripta funeraria dove riposano le spoglie della nobildonna che negli anni ’50 del 1700, donò corposi fondi per la realizzazione delle opere: Duchessa Maia Giuseppa Von Staremberg. La chiesa, è un esempio tipico dello stile vanvitelliano tanto che in città, questo edificio, fece scuola un po’ per tutti gli altri lavori. L’interno è delicatamente barocco, ad alzare gli occhi verso la candida, luminosa, cupola, si ha la sensazione di essere in uno di quei templi metodisti anglo – americani, ma a ben vedere, si capisce benissimo che si tratta di un cattolicissimo esempio di stile proprio della Napoli di quel tempo, anche e soprattutto negli arredi ornamentali: consistono quattro altari posti a croce in una navata a pianta centrale. Dietro l’altare maggiore vi è una rappresentazione pittorica di “San Vincenzo de’ Paoli in gloriaautore: Francesco De Mura, ottimo pittore del ‘700 napoletano, con una mano decisa e proiettata verso una limpidezza policroma davvero entusiasmante. Si ammirano sue opere anche agli Uffizi e al Louvre. Nel pavimento troviamo un chiaro indizio della presenza austriaca con un mosaico in marmo che reca le Armi degli Asburgo risalente  al periodo vice reale appunto austriaco. C’è anche un organo a canne del secolo scorso. Ma la vera attrazione più preziosa è certamente una “perla” conservata nella Cappella delle Reliquie afferente al complesso: la terza ampolla contenente il sangue di san Gennaro! La reliquia fu donata ai padri vincenziani nel 1793. L’associazione “Getta La Rete” presieduta dalla dottoressa Annamaria Corallo, ne cura le visite guidate e la promozione turistica e naturalmente l’accesso alla cappella che custodisce la reliquia. Esiste anche un documento originale, scoperto dalla vice presidente dell’associazione, Giovanna Moresco che ne attesta la donazione e l’autenticità del contenuto. La presidente riferisce che al momento della scoperta dell’ampolla, il sangue era in uno stato di  liquefazione!

Enzo Salatiello

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