L’affare rifiuti è al nord, in Italia ci sono 56 tra termovalorizzatori e inceneritori che ricevono monnezza dal Sud
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Inceneritore di Acerra |
Per quanto riguarda il
Centro Italia, il numero maggiore di termovalorizzatori è in Toscana (5 su 9).
In Europa sono attivi 354 impianti termovalorizzazione/incenerimento in 18
nazioni. In alcune situazioni, impianti di questo genere sono da tempo inseriti
in contesti urbani, ad esempio a Vienna, Parigi, Londra, Copenaghen. Paesi
quali Svezia (circa il 45% del rifiuto viene incenerito), Svizzera (100% viene
incenerito ), Danimarca (50%) e Germania (35%) ne fanno largo uso. Il
Mezzogiorno che deve esportare l’immondizia ha appena 8 termoutilizzatori, di
cui uno solo, quello di Acerra (Napoli), ha dimensioni efficienti. I più grandi
d’Italia sono a Brescia (A2a, 880mila tonnellate l’anno) e Acerra (A2a, 600mila
tonnellate l’anno). Di dimensioni industrialmente interessanti sono anche
Milano (A2a), Torino (Iren), Parona Pavia (A2a), Padova (Hera), Granarolo
Bologna (Hera), San Vittore del Lazio (Acea). Il 69% dei rifiuti italiani,
secondo l’ultimo rapporto dell’Ispra, viene trattato al Nord, il 12% al Centro
ed il 19% al Sud. Il dossier segnala che significative quantità di rifiuti
prodotti nel Centro e Sud Italia vengono incenerite in impianti localizzati al
Nord. La sola Lombardia, si spiega, riceve nei propri inceneritori, quasi 190
mila tonnellate di rifiuti prodotti nelle regioni Lazio, Campania, Puglia e
Abruzzo. Dall’analisi dei dati regionali emerge infine che in Lombardia è
incenerito il 34% del totale dei rifiuti urbani inceneriti a livello nazionale.
Seguono l’Emilia Romagna (18%), la Campania (13%), il Piemonte (8%), il Lazio
(7%), la Toscana (5%), il Veneto (4%), il Trentino Alto Adige il Friuli Venezia
Giulia la Sardegna e il Molise (2%), Puglia, Calabria e Basilicata (1%).
Fonte “Juorno.it”
Fonte “Juorno.it”