Dare voce al disagio e alla sofferenza



Dalla signora Emanuela riceviamo e pubblichiamo alcune sue riflessioni sugli sfollati di via Mirabelli   

Gentile sig. Rosiello, le scrivo innanzitutto per ringraziarla del lavoro che svolge ogni giorno per tenere informata la comunità di Marano, Calvizzano e dintorni sugli avvenimenti delle zone qui attorno. Io che la leggo spesso, traggo talvolta informazioni che ritengo utili e che ritengo sia giusto sapere. Le scrivo in merito all'articolo sul palazzo pericolante in via Conte Mirabelli, quello adiacente al palazzo demolito dello storico Bar Centrale. Le chiedo, per favore, di dare voce al disagio e alla sofferenza di quelle quattro famiglie che sono state sfrattate. Io ho parlato personalmente con alcune di loro, sto seguendo la vicenda e a mio modesto parere non stanno ricevendo un trattamento adeguato, sono davvero poco tutelati. Queste famiglie non meritano, oltre allo sfratto e alla perdita (si spera temporanea) di tutti i loro averi, anche di non essere adeguatamente sostenute ed aiutate nella ricerca di una casa adatta alle loro rispettive e varie necessità, di non essere aiutate nel sostenere le spese improvvise di un evento simile e di non ricevere la certezza di un adeguato risarcimento. Sono famiglie lasciate praticamente a loro stesse, tirate fuori dalle loro case, e non è giusto. Le chiedo, come cittadina ma soprattutto come persona che si è interfacciata con la sofferenza di persone che, da un giorno all'altro, si sono ritrovate senza la propria casa, di dare voce a queste famiglie che non riescono a farsi sentire abbastanza. Le voglio raccontare una cosa: La mattina del giorno dopo lo sfratto, ho raggiunto queste famiglie presso l'albergo dove avevano alloggiato la notte tra sabato 17 e domenica 18 Novembre. Mi hanno gentilmente offerto la colazione, ma io ho rifiutato dicendo: "Vi ringrazio, non vi preoccupate, ho appena fatto colazione a casa". Sa la risposta che mi ha dato una mamma sfrattata? "Che bella parola.. casa". Quella domenica mattina, quella mamma probabilmente a quell'ora avrebbe preparato il latte per i suoi bambini di 3 e 7 anni, invece era in albergo a interrogarsi sul destino della sua famiglia, su quando e in che modo sarebbero potuti ritornare alla normalità. La signora anziana che abitava in uno degli interni, mentre eravamo tutti seduti sui divanetti della hall dell'albergo, chiudeva ogni tanto gli occhi mentre ci ascoltava parlare. Ha 74 anni. Ho detto "Signora, siete stanca?" E lei mi ha risposto "Non ho dormito proprio" E il ragazzo del piano di sopra ha ribattuto "E chi ha dormito? Non ho fatto che pensare al rischio, alla paura.." È straziante. Personalmente, la ringrazio anticipatamente in primis per avermi ascoltata e spero vivamente che lei potrà, con il suo prezioso lavoro, dare il suo significativo contributo affinché sia dato giusto spazio e giusta importanza alla vicenda di queste persone e, soprattutto, che lei possa donare una speranza non solo alle vittime di questa vicenda, ma anche a tutti noi cittadini: abbiamo bisogno di credere che alle istituzioni stia seriamente a cuore la tutela dei nostri diritti, della nostra sicurezza, della nostra salute; abbiamo bisogno di credere nel sostegno da parte dei Comuni nei momenti di seria difficoltà.. ma a tutto ciò potremo credere soltanto quando queste famiglie potranno testimoniare di essere state trattate in maniera umana e giusta, soprattutto considerando gli enormi rischi a cui sono stati esposti e le enormi difficoltà a cui da oggi in avanti andranno incontro, se non saranno adeguatamente aiutate. Grazie.

PS. Vorrei aggiungere un'ultima cosa: sicuramente il discorso vale e deve essere esteso anche ai commercianti di via Conte Mirabelli, che subiscono certamente danni non indifferenti. 


Emanuela Univ.

Gentile signora Emanuela, innanzitutto grazie per i complimenti che sono sempre ben accetti, ma soprattutto per le belle parole che da sole riassumono il grande senso di umanità che è in lei. Solidarietà dimostrata anche da diversi cittadini, tra i quali il gestore del bar "La Margherita", Biagio Mazza (conosciuto come Zichiniello) che la sera dell'infelice evento voleva offrire il pranzo e una stanza per dormire alle famiglie trovatesi improvvisamente in mezzo alla strada. No, le assicuro che questi sfortunati signori, proprio da noi, gestori di calvizzanoweb, sempre al fianco dei più deboli e disagiati di questa società, non verranno abbandonati. Ieri mattina, davanti al piazzale del Comune, ho notato sui  loro volti  la disperazione  di chi all’improvviso perde qualcosa che gli appartiene. Uno di loro, tra l'altro una brava persona, da come mi è stata descritta, se l’è presa con me in maniera molto agitata (son dovute intervenire alcuni cittadini presenti per fermarlo), perché gli avevano riferito che  avevo  scritto una cosa inesatta sulla loro collocazione in albergo. Non importa: ho  tenuto conto del suo triste stato d’animo e ho lasciato che si calmasse da solo. A qualcuno ho dato il mio recapito telefonico, dicendogli di chiamarmi a qualsiasi ora, e, nel contempo, ho confermato  la mia piena disponibilità a dare voce al loro disagio e alla loro sofferenza. Per quanto concerne i rappresentanti delle Istituzioni, che in questo periodo di commissariamento governano la città, le assicuro che sono persone gentili e disponibili, a cui sta a cuore la tutela dei nostri diritti.

Mi.Ro.        

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