Marano, un ricordo commosso al ginecologo Nicolucci: uomo d’altri tempi, un medico preparato, integerrimo e per niente venale





E’ scomparso il 22 ottobre scorso il dott. Franco Nicolucci, medico notissimo a Marano e in tutto l’hinterland: in oltre 40 anni di professione, come medico di base e come ginecologo, ha sempre esercitato con coscienza, rigore e in modo disinteressato. Ha fatto venire al mondo diverse generazioni di bimbi di Marano e dintorni, oltre che di Napoli, dove ha lavorato per una vita al Cardarelli, concludendo da primario una brillante carriera.
Figlio d’arte (era medico anche suo padre Giovanni, più noto a Marano come “Barbettella”), non si fidava dei soli esami diagnostici, ma preferiva affidarsi in primis al suo infallibile occhio clinico e alle visite tradizionali.
Uomo d’altri tempi, tutto d’un pezzo, integerrimo, per niente venale, senza peli sulla lingua, sanguigno e determinato nelle proprie idee notoriamente conservatrici, negli anni ‘70 è stato anche candidato sindaco per il Movimento Sociale di Almirante.
Amava il suo lavoro  in reparto, con il gruppo di amici-colleghi fidati che si era creato e con cui condivideva consulti e momenti goliardici. Lavorava senza mai avvertire stanchezza.
La sua passione era la caccia: da giovane, era capace, dopo un massacrante turno notturno, di partire all’alba con i suoi cani, doppietta nel bagagliaio, preferibilmente per l’amata terra d’Abruzzo, la regione di suo padre e dei suoi avi. E se per caso arrivava la telefonata di una partoriente con le doglie in atto, faceva armi e bagagli e rientrava immediatamente a Napoli. Aveva l’Abruzzo nel cuore e, com’è tipico del temperamento forte degli abruzzesi, era tenace e mai disposto ad arrendersi. Oltre che alla caccia, si dedicava, come  un novello Catone, alla cura di un uliveto che produceva un olio eccellente con olive  qualità “gentile”, che portava personalmente al frantoio. Lì ora riposa definitivamente, in quella terra a lui tanto cara, nella cappella di famiglia.  
Lascia un vuoto incolmabile nella moglie e nei suoi quattro figli, che ha amato intensamente e seguito con dedizione nella loro crescita e nella formazione umana e professionale: due, medici come lui; una, avvocato, e una, farmacista.
Sarà difficile rassegnarsi a non vedere più passeggiare per le strade di Marano la sua figura imponente, con l’inconfondibile passo cadenzato e l’aspetto apparentemente austero, ma in fondo disponibile e pronto a fare chiacchiere con tutti, con la sua saggezza di vita vissuta , la sua cultura che spaziava in tutti i campi,  non disgiunta, al momento opportuno, di una sottile vena di ironia.

Raffaele Romano

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