Il Piano di “Rinascita Democratica” previsto dalla Loggia P2: quanti punti programmatici sono stati realizzati?

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Secondo voi, la “P2” ha influenzato la vita della nostra Repubblica o no? E se sì, in che misura?

Il 17 marzo 1981 (ironia della sorte, giorno dell’Unità d’Italia), durante una perquisizione in una villa toscana, per ordine dei magistrati milanesi Gherardo Colombo (quello di Mani Pulite) e Giuliano Turone, la Guardia di Finanza, rinveniva una lista di circa mille persone appartenenti a una loggia massonica segreta denominata “Propaganda 2”, poi chiamata semplicemente “P2”. Sciolta con un’apposita legge dello Stato l’anno successivo. Ritenuta: “criminale, eversiva, segreta”. Tre aggettivazioni incostituzionali. A capo di questa loggia, c’era il padrone della villa, Licio Gelli. Personaggio oscuro e inquietante che si ritrovò imbrigliato nelle trame spesso collegate di tutti i fatti luttuosi più gravi della vita nazionale, stragi, sequestro Moro, depistaggi e intenti golpisti. Tra i suoi iscritti, figuravano, politici, (anche stranieri, come i generali golpisti argentini) magistrati, militari, giornalisti, industriali e artisti. Tra i nomi più famosi, quelli di Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo, Claudio Villa, Alighiero Noschese e altri. Il documento più inquietante, a guardarlo bene fu un insieme di punti programmatici per il governo del Paese e per il riordino delle Istituzioni repubblicane denominato: “PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICO”. Sottratto alla figlia di Gelli all’aeroporto di Roma dalle forze dell’ordine, l’anno successivo al ritrovamento della lista della loggia, nascosto in un doppio fondo di una valigia. Tali punti non devono trarre in inganno con il termine “democratico” perché fu stabilito, attraverso inchieste e commissioni parlamentari, che in realtà si trattava di impiantare nel corpo dello Stato un complesso di forze autoritarie che mettessero sotto controllo il Paese senza ricorrere alle classiche soluzioni cruente golpiste e militari. In effetti, non s’impiegavano carri armati ma altri sistemi ben collaudati che avrebbero reso possibile il “colpo”. In sintesi, il piano prevedeva di svuotare la sostanza costitutiva democratica dello Stato dall’interno, lasciando intatto l’involucro. All’apparenza, nessuno avrebbe potuto accusare gli italiani di aver svoltato verso una dittatura, ma il meccanismo non avrebbe più tenuto conto della volontà popolare per rispondere alle esigenze di un’oligarchia trasversale con poteri molto ampi. I punti principali, che ora andremo ad analizzare, sono ancora più inquietanti perché, li abbiamo ritrovati nei programmi degli ultimi venticinque anni nell’azione di governo del Centro-Destra e in misura minore anche del Centro-Sinistra e di molte delle riforme che il Parlamento ha effettuato:
1)    La nascita di due partiti: "L’uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altra sulla destra (Con riserva di verificare la Destra Nazionale)."
Questo è successo! Naturalmente non c’è bisogno di fare indagini, si sa che in linea di principio, due grossi blocchi contrapposti, non lasciano certo spazio alla dialettica democratica delle minoranze, infatti, vediamo quanto astensionismo c’è nelle varie tornate elettorali, che non è solo figlio del malgoverno ma di un fenomeno di rappresentatività della società italiana. In aggiunta, si auspicava la nascita di “club” associativi e snelli al posto dei vecchi, storici partiti politici di massa. Anche qui ci siamo, FORZA ITALIA, e tutti i partiti che nascono e muoiono successivamente, di orientamento personalistico se ne vedono a decine.
2)    La stampa, escludendo ogni operazione editoriale, che va sollecitata al livello di giornalisti attraverso una selezione che tocchi soprattutto: Corriere della Sera, Giorno, Giornale, Stampa, Resto del Carlino, Messaggero, Tempo, Roma, Mattino, Gazzetta del Mezzogiorno, Giornale di Sicilia per i quotidiani; e, per i periodici: Europeo, Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente, Famiglia cristiana. La RAI-TV non va dimenticata.
Questo punto prevedrebbe l’acquisizione di FAVORI dei singoli giornalisti e non delle testate, in modo da poter tutelare e guidare con campagne di stampa mirate, tutti i punti all’ordine del giorno. La RAI andava privatizzata almeno in parte. La nascita di poli televisivi privati. Vi dice nulla quest’ultimo punto?
3)    I sindacati, sia confederali CISL e UIL, sia autonomi, nella ricerca di un punto di leva per ricondurli alla loro naturale funzione anche al prezzo di una scissione e successiva costituzione di una libera associazione dei lavoratori;
Qui si farebbe intendere molto chiaramente che i sindacati dovevano smettere di assolvere la loro funzione di lotta e di rivendicazione socio-politica dei lavoratori. In effetti, le organizzazioni confederali, dovevano divenire semplici apparati associativi senza per altro rivendicare il diritto a determinare le scelte delle politiche aziendali delle imprese e previdenziali del governo. In che modo? Rompendo l’unione sindacale. Isolando quelli più intransigenti. (FIOM-CGIL ecc.) Riducendo i diritti del lavoratore. L’attacco all’art. 18 dello “Statuto dei lavoratori” ne è un mirabile esempio.
4)    Il Governo, che va ristrutturato nella organizzazione ministeriale e nella qualità degli uomini da preporre ai singoli dicasteri;
Qui non si parla di “qualità” degli uomini di governo in modo ideale ma piuttosto distopico, sia per una normale esigenza di controllo su questi: se si tratta di uomini veramente capaci e irreprensibili, come i Pertini, i Berlinguer, i Moro, non sarebbe stato possibile nessun controllo. Abbiamo “ammirato” in questi anni, da destra e da sinistra, tutte le “personalità” a dir poco comiche che si sono avvicendate in alcuni ministeri. Sia sul piano dell’obiettivo, che non era certo quello del buon governo ma del controllo del potere.

5)    La magistratura, che deve essere ricondotta alla funzione di garante della corretta e scrupolosa applicazione delle leggi;
Francamente qui non si capisce di cosa si accusa la Magistratura. Ma a ben guardare, è notoria fino alla nausea la guerra senza tregua che il Centro-Destra berlusconiano e il Centro-Sinistra negli ultimi anni hanno fatto alla magistratura. Sappiamo di centinaia di leggi, decreti e disegni di legge atti a ricondurre la Magistratura sotto un controllo che non fosse solo quello sancito dalla Costituzione. “La separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici”(magistratura inquirente e quella giudicante)è un preciso punto del piano ed è un cavallo di battaglia di Berlusconi. Separando le carriere di queste due figure, tra l’altro distinte solo dal compito posto in essere durante la fase dibattimentale di un processo e non nell’indirizzo specifico del percorso di specializzazione della professione, si tentava di alzare un muro d’incompatibilità tra competenze e di depauperamento del “Know how” rendendo così tutte e due le figure monche della conoscenza altrui. Rendendoli entrambi più esposti al condizionamento del controllo dall’alto.
6)    il Parlamento, la cui efficienza è subordinata al successo dell'operazione sui partiti politici, la stampa ed i sindacati.
Il Parlamento deve creare le basi per la riuscita del Piano. Infatti, un’altra ossessione dei partiti degli ultimi venticinque anni è stata quella di riformare la Costituzione. Senza distinzione di orientamento politico e di appartenenza. Berlusconi ci provò qualche anno prima col progetto di revisione costituzionale del 2006, bocciato a schiacciante maggioranza dagli italiani nel Referendum. Ci ha provato Renzi e il Centro-Sinistra, nel dicembre del 2016. Esito uguale. Il piano prevedeva l’abolizione del bicameralismo perfetto. Proprio quello che si proponeva in questo disegno di riforma. Prima di questa tentata riforma vi fu l’abolizione delle Provincie, per essere più precisi, le elezioni per le provincie, mentre gli incarichi restano, e fuori dal controllo popolare. Anche questo è un punto del piano
Ora, fermiamoci un attimo e riflettiamo un po’: secondo voi, La “P2” ha influenzato la vita della nostra Repubblica o no? E se sì, in che misura?

Enzo Salatiello

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