La
canzone
“Ma
si è ammore” è uno dei 22 brani incisi oltre venti anni fa dal cantore
calvizzanese Otello Di Maro (deceduto in una gelida notte della vigilia di
Natale 1988) : abbiamo deciso di pubblicarli a puntate, pensando di fare cosa
gradita a tutti coloro che lo hanno apprezzato per la sua arte, ma soprattutto
per la sua gentilezza e semplicità
Prefazione
del poeta scrittore Fabrizio Ciccarelli
Otello Di Maro ha segnato un’ epoca artistica a Calvizzano che, come spesso
capita, resta chiusa negli archivi di pochi. Condannata a quell'oblio che oggi
viene decantato come diritto ai video diffusi in rete, di amori vissuti in
solitudine e che agli occhi degli altri è amore sporco - decantando il testo di
Otello.
Calvizzanoweb ha spolverato opere artistiche nostrane, in particolare modo quelle di Otello, riportandole alla ribalta ad un paese che non merita di essere etichettato come è stato definito in questi giorni da alcuni quotidiani a causa di vicende politiche. La cultura e l'arte sono come brillanti su gioielli che non vanno nascosti ma mostrati e valorizzati. Colgo l'occasione per chiedere ai giovani talenti di non nascondersi o cercare altrove quello che hanno qui, adesso. Il mio desiderio più grande per Calvizzano è quello di veder nascere un'associazione culturale apolitica e soprattutto giovani che vogliono occuparsi del loro territorio, maturare nell'intento fino a saperlo gestirlo come solo un buon padre di famiglia saprebbe fare.
Calvizzano è fatta di tanta buona gente che mi ha dato l'onore di farmi crescere e di farsi conoscere. Mi sono lasciato cullare da quegli abbracci, strette di mano e caffè offerti come le carezze che mi hanno saputo dare. Il mio potrebbe anche essere un pensiero campanilistico, ma si è ammore?
Calvizzanoweb ha spolverato opere artistiche nostrane, in particolare modo quelle di Otello, riportandole alla ribalta ad un paese che non merita di essere etichettato come è stato definito in questi giorni da alcuni quotidiani a causa di vicende politiche. La cultura e l'arte sono come brillanti su gioielli che non vanno nascosti ma mostrati e valorizzati. Colgo l'occasione per chiedere ai giovani talenti di non nascondersi o cercare altrove quello che hanno qui, adesso. Il mio desiderio più grande per Calvizzano è quello di veder nascere un'associazione culturale apolitica e soprattutto giovani che vogliono occuparsi del loro territorio, maturare nell'intento fino a saperlo gestirlo come solo un buon padre di famiglia saprebbe fare.
Calvizzano è fatta di tanta buona gente che mi ha dato l'onore di farmi crescere e di farsi conoscere. Mi sono lasciato cullare da quegli abbracci, strette di mano e caffè offerti come le carezze che mi hanno saputo dare. Il mio potrebbe anche essere un pensiero campanilistico, ma si è ammore?
Ciccarelli Fabrizio
Ma si è ammore, la recensione di Enzo
Salatiello
L’amore, secondo Otello
Di Maro, non ha bisogno di aggettivazione alcuna. In questa bella lirica, egli
canta semplicemente l’amore. Senza aggettivazioni di sorta. Anche quello che ai nostri occhi potrebbe
apparire deleterio e di un infimo livello. Eppure, Otello s’incanala nel solco
“sacro” dei grandi cantori antichi e moderni, cantautori, poeti, pittori, tutti
hanno raccontato e spesso vissuto un amore ai bordi delle strade o nel chiuso
di rifugi di fortuna. Le due “Maja desnuda e vestida” del Goya
erano prostitute. La donna speciale che fa vedere “Il cielo in una stanza” a
Gino Paoli è una di quelle che lavorano tra i carrugi del porto di Genova. Potremmo elencarne a centinaia, quindi
anche il nostro Otello volle raccontarci di questi amori venduti o comprati,
barattati o trattati per un prezzo troppo spesso contrattato. L’amore comprato diviene poesia dismettendo i
panni dello squallore. La straordinaria sensibilità di Otello e la sua libertà
da ogni schema sociale, lo porta ad abbellire quadri d’insieme: (N’coppe
‘e borde e ll’autostrade, sotto ‘e lampiune ecc.). Otello si libera
delle convenzioni sociali che da sempre schiacciano la sua anima che si libra
in volo come un albatro. Egli non crede che questo tipo di amore possa far
male, serve a chi è solo (condizione che lui provò in vita). L’amore comprato
non porta con sé pena o “fastidi” come la gelosia, la convivenza, le
responsabilità. Questo amore è una sorta di premio per gli ultimi e non solo,
per quelli che non hanno saputo o voluto tracciare un percorso “normale” della
loro vita o per quelli che molto banalmente, amano questi tipi di amori.
L’amore fatto “Alla boia d’un Giuda” (Francesco Guccini) rivive nella bella e
plastica espressione: “mmiezo ‘e terre a culo annùre”.
Anche se quest’amore, è cercato e vissuto di fretta, alla maniera peggiore e in
condizioni avverse, anche se, troverà ostacoli tra gli affetti, anche se, si
conclude con una banconota, per il poeta, è sempre amore! Non può far male, né
aver torto. Questo amore non vuole alcove romantiche, grandi scenari o storie
addosso ricamate, a questo amore, basta un pagliaio, un anfratto, una casa
abbandonata, esso non chiede intere vite passate insieme ma, poco tempo, al
freddo o al sole sotto un albero, in una stazione, nel buio di una sala
cinematografica, qualsiasi posto di fortuna è adatto! Un amore che parla
africano, rumeno, o qualsiasi dialetto italiano, il filo logico del discorso di
Otello è universale e vale per ogni stagione. Da sempre esiste chi: “Vende
a tutti la stessa rosa” (Fabrizio De Andrè) Renderà per poco tempo,
qualcuno felice. Già… la felicità, una cosa che Otello forse, non conobbe mai,
imprigionato com’era, in quella gabbia feroce che fu la sua creatività e la sua
sensibilità di uomo e poeta straordinario.
Il
testo
Ce stà ammore ca se
venne
ca chiunque o po’ pruvà
Nun te sfrutta e nun
t’impegna
primme o doppe ‘o può
lassà
N’coppe ‘e borde e
ll’autostrada
sotto ‘e lampiune
nunn’è overo ca fa male
ma cuntenta a chi è
diune
ce stà ammore ch’è
cundanna
è ‘na pena ca e’ scuntà
sulo ‘o nomme già è
ghia stemma
sulo tuosseche po’ ddà
Dint’oscuro e “cierti”
sale
sott’e staziune
animale comme cane
mmiezo ‘e terre a culo
annùre
ce stà ammore di
soppiatto
pe’ n’a casa è n’u
scompiglio
tene sempe chi
l’aspetta
nun le basta n’u
giaciglio
ce stà ammore nire,
janco
e tutte ‘e culure
ma si è ammore è sempe
sole
ma si è ammore nun tene
tuorte
pure quanno a
ll’uocchie e ll’ate
pare spuorche!