Calvizzano, l’artista Paolo Ferrillo dedicò due canzoni al poeta di colore e musicista Otello Di Maro


Si intitolano  rispettivamente “Figlio di un amore”, “E la luna ascoltava”  (di Cipolletta- Ferrillo, con la preziosa collaborazione di Peppe Cavallo, allievo di Otello, oggi punto di forza del noto   gruppo musicale “ I Ligantropi”, Ligabue Tribute Band). La nostra proposta: andrebbero curate due nuove versioni riarrangiate dei brani e chi meglio di Peppe Cavallo potrebbe farlo?      

Con grande tenacia qualche anno fa riuscimmo a contattare Paolo Ferrillo, calvizzanese emigrato da diversi anni a Neive (dove insegna), provincia di Cuneo, un paesino di 3mila337 abitanti, inserito nel club de “ I borghi più belli d’Italia. Anche lui è un artista: dipinge quadri, scrive canzoni e poesie, ma è un tipo taciturno che non ama la ribalta. Quando, però, gli abbiamo chiesto di inviarci le canzoni scritte per il suo grande amico Otello, non ha esitato neanche un attimo. Il suono non è molto limpido, poiché furono registrate diversi anni fa e in maniera artigianale. Sono intitolate “Figlio di un amore” “E la luna ascoltava”, ne vale la pena sentirle: chi ha conosciuto Otello, non può non provare emozioni uniche.  
Otello ha scritto circa 100 brani musicali e ha composto 80 liriche, oltre a racconti e fiabe. La sua produzione artistica, che lui stesso definiva, con un pizzico di orgogliosa ambizione,  “Opera Omnia”, gli era andata distrutta “per disattenzione”,  perciò era riuscito in fretta e furia a mettere insieme quel che restava. Proprio Paolo Ferrillo, interpretando un segreto desiderio di Otello pensò di pubblicare“L’autoepitaffio”, un volume composto da 23 liriche e 27 testi di canzoni, di cui una sulla sua città (“Invito a Calvizzano”). Le canzoni “Se credi in Dio”, “Muccusiello mio” e “Sera d’ottobre”, furono scritte rispettivamente con Domenico Barrella, Raffaele Ferrillo e Paolo Ferrillo.  La prefazione al libro è del professor Raffaele Romano, fine letterato e ottimo giornalista. Si tratta di un opuscolo che, a nostro avviso, il Comune dovrebbe far ripubblicare, per far conoscere quest’artista poliedrico anche alle nuove generazioni. “Un poeta di colore – come scrive Romano nella sua prefazione – che si è costruito da solo, figlio di una ragazza madre di Calvizzano, intellettuale autodidatta sui generis, assetato di conoscenze, aperto a ogni esperienza, pieno di talento: uno spirito libero, cantore metropolitano, quasi un bohemien dei giorni nostri, incline a coltivare la fusione della musica con la poesia”.
           
                        
Buon Ascolto



Visualizzazioni della settimana