Calvizzano, nella chiesa Santa Maria delle Grazie pure le cappelle sono belle: nella terza tappa, quella dedicata a San Francesco di Paola (dal 1945 consacrata alla Madonna di Pompei)

Il culto verso la Madonna di Pompei era talmente forte che fino alla metà degli anni sessanta venivano celebrati i matrimoni davanti alla cappella

Terza puntata. Il nostro viaggio, per far conoscere la storia di queste chiesette ai  lettori di calvizzanoweb, iniziato alcuni mesi fa con la cappella dedicata a Santa Lucia (entrando nella chiesa la prima a destra), proseguito con quella dedicata a San Gennaro (la seconda a destra), sarebbe dovuto terminare (prima di passare al lato sinistro) con la terza cappella a destra, ma non è stato possibile, poiché abbiamo atteso invano che un esperto, da noi interpellato agli inizi di novembre, ci desse notizie più precise e approfondite

San Francesco di Paola, prima cappella a sinistra di chi entra

Marcello Maggio lasciò per testamento (1656) alcuni beni a Santa Maria delle Grazie per la celebrazione di 52 messe all’anno ed ottenne la facoltà di erigersi una sepoltura e una cappella a fianco a quella dei Cavallo. Ciò fece e  la cappella fu intitolata a San Nicola di Bari e fornita dell’immagine di questo Santo. Prima del 1741 ebbe il titolo di San Francesco di Paola. Sull’altare fu messo il quadro che rappresentava il Santo che, insieme a un compagno, passa prodigiosamente il mare, facendo da barca il suo mantello. Da 1945, al suo posto, c’è il quadro della Madonna di Pompei.  Il culto era talmente forte che fino a metà anni sessanta venivano celebrati i matrimoni davanti alla cappella. Un po' di storia più recente. Leila Ruggiero (figlia del notaio Alfonso Ruggiero), Maria Teresa Gala, Cristiana Cavallo, Filomena Caiazzo, Concetta Mangione (tutte decedute, tranne la signora Gala)  andavano di casa in casa per raccogliere offerte: con i primi soldi ricavati, comprarono la raggiera (la tela  raffigurante la Madonna di Pompei fu regalata dalla signora Maria Grazia, moglie del notaio Ruggiero), gli orecchini di brillante, oro zecchino e altro. Parte di questo materiale accessorio, però, fu rubato agli inizi degli anni ’80.  Oggi è la signora Giovanna Grasso a prendersi cura della cappella, badando alla pulizia di tutto ciò che c’è all’interno. Il quadro di San Francesco di Paola, dopo essere stato conservato per diversi anni nel corridoio della sacrestia, venne messo al posto di quello raffigurante  San Gennaro, rubato quando era parroco don Peppino Cerullo, insieme ad altri dipinti.
Ringraziamo il direttore della biblioteca comunale, Antonio Trinchillo, e il signor Gennaro Liccardo (figlio della signora Maria Teresa Gala) che ci hanno messo in condizione di ricostruire alcuni eventi legati a questa cappella.






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