Lezione di stile


Dalla signora Giovanna Rota riceviamo e pubblichiamo

Buonasera sig. Rosiello, 
ho letto con attenzione il suo articolo contenente il piccolo aneddoto inviatole dal Presidente del Consiglio Comunale Antonio Mauriello.
I pettegoli sono presenti in tutti i contesti in cui viviamo. Robin Dunbar, celebre antropologo, psicologo e biologo britannico, ha sviluppato una teoria in cui parla dei pettegolezzi come la base su cui si è sviluppato il nostro linguaggio. Secondo l’esperto, quando i nostri antenati si riunivano in piccoli gruppi sociali, si scambiavano informazioni in un contesto confidenziale con il fine di stringere legami. Diceva anche che il pettegolo ha l’abitudine di fare e scambiare chiacchiere sul conto degli altri, riportando indiscretamente e con malevolenza fatti PRIVATI altrui e concludeva proferendo: “Che la bocca non inventi ciò che gli occhi non vedono” ed io aggiungo che “che non leggono”.

Poiché non ho inventato niente, non ho scambiato chiacchiere e non ho parlato di fatti PRIVATI, ritengo che la storiella del Sig. Mauriello sia fuori luogo. 
Io non vivo tra le strade di Calvizzano quotidianamente e non sono una residente, ma abito qui da circa cinque anni e conosco abbastanza, al di là del fatto che potrei esprimere semplicemente una mia idea, pur se fossi svizzera o abitassi a Qualiano, già solo sulla base di quanto leggo da tempo su questo blog. Resterebbe semplicemente e sempre una mia idea, alla stregua di qualsiasi altra idea politica espressa con toni educati e pacati.
Dopo aver letto l’articolo del 6 dicembre c.a. pubblicato sul suo blog - Il Presidente del Consiglio Mauriello: “le commissioni si riuniscono spesso e producono poco” - ho analizzato, non criticato (ma avrei potuto farlo: la critica alimenta il dibattito politico e sociale) e posto una semplice domanda: “Perché oggi? Perché non ha denunciato prima questo spreco di denaro pubblico tra gettoni di presenza e permessi retribuiti dal lavoro?”
Era solo una domanda. Non era necessario rispondere con una storia.
Sappiamo tutti cosa sono le commissioni consiliari ed io già ero documentata prima di scrivere il mio commento: sono espressamente elencate all’art. 17 e 18 dello statuto comunale (COMUNE DI CALVIZZANO).
Il Sig. Mauriello sottolinea, poi, che bisogna documentarsi sulle iniziative già intraprese su argomenti particolarmente “delicati”…. 
Per rispondere, partiamo dal presupposto che l’amministrazione comunale opera per conto dei cittadini, dai quali riceve un mandato operativo a tempo e pertanto i cittadini devono essere informati dei problemi che si affrontano, delle soluzioni che si adottano, delle azioni e dei provvedimenti che si attuano. Ecco perché gli amministratori devono render conto ai cittadini di ogni atto e di ogni esborso, fino all’ultimo centesimo speso. Ai cittadini deve arrivare l’informazione: non devono documentarsi da soli. Devono solo conoscere il canale di informazione da utilizzare. Solo se sono al corrente dell’operato amministrativo di oggi, avranno domani la possibilità di intervenire per ringraziare, criticare le scelte adottate ed esprimersi, consapevolmente, attraverso il voto.
“ Cose ‘e pazz n’ da stù manicomio” (Citazione tratta dal film Il medico dei pazzi) non era per denigrare gratuitamente l’impegno altrui, ma semplicemente ho pensato che fosse molto atipico leggere quella dichiarazione - Denuncia da chi è Presidente di quello stesso Consiglio. 
E che non mi si venga a dire che le “cose da pazzi” non le ascoltiamo e leggiamo giornalmente perché sarebbe come dire che il mondo è perfetto e tutti sappiamo che non lo è. Come definire le ultime parole del consigliere di maggioranza Napolano “Calvizzano è una piccola Svizzera?” se non con “cos ‘e pazz”? 
Io dubito che possa bastare l’ opera di un solo medico, come nel film di Totò, anche perché la clinica potrebbe non bastare. Spero la mia arrivi, se non come pura critica politica, almeno come ironia. 
La saluto cordialmente,
Giovanna Rota


Buona sera signora Rota, ma quanto mi piace questo suo passaggio, propongo la rilettura: “…l’amministrazione comunale opera per conto dei cittadini, dai quali riceve un mandato operativo a tempo e pertanto i cittadini devono essere informati dei problemi che si affrontano, delle soluzioni che si adottano, delle azioni e dei provvedimenti che si attuano. Ecco perché gli amministratori devono render conto ai cittadini di ogni atto e di ogni esborso, fino all’ultimo centesimo speso. Ai cittadini deve arrivare l’informazione: non devono documentarsi da soli. Devono solo conoscere il canale di informazione da utilizzare. Solo se sono al corrente dell’operato amministrativo di oggi, avranno domani la possibilità di intervenire per ringraziare, criticare le scelte adottate ed esprimersi, consapevolmente, attraverso il voto”.

La saluto cordialmente Mimmo Rosiello

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