Adriano Scherillo: “mi piacerebbe leggere qualche poesia di Otello”



Ce lo chiede Adriano Scherillo, un giovane calvizzanese che vive da diversi anni in Olanda, ma segue la sua città di origine attraverso il nostro portale: “Mimmo  – scrive - potresti pubblicare qualche  poesia di Otello Di Maro. Parlavo spesso con lui, conoscevo la sua visione: si lamentava spesso della poca cultura esistente nel nostro paese” 
Ne abbiamo estrapolato quattro dal suo libro “L’Autoepitaffio”, (sensazioni, immagini, ossessioni post mortem di un poeta di colore) fatto pubblicare dai suoi amici nel 1999. Le liriche e i testi delle canzoni racchiudono una sorta di testamento spirituale consegnato ai suoi amici, tanti in verità, che lo apprezzavano per la sua carica umana, per la sua dignità e indipendenza.

NEVICATA (1956)

Il freddo
testardo ai vetri
restò,
al mattino,
in agguato!
Ma quel vento
che a prima sera
sapèa di combusto
tornando dai camini
or
s’era cheto.
Da queste parti
(ove fu di rado)
l’alba
portò
uno stupore bianco!
Nelle nostre frenetiche manine,
di sparsa tribù randagia,
sciolse la neve i pugni
in miche di bambagia.

L’ETERNA FANCIULLAGGINE

Ancora
di notte
mi stringo nel letto
quell’orsacchiotto
al petto
che non mi fu dato
svezzare.
Ormai,
gonfio di lacrime amare,
continua a piangere
anche s’io smetto!

DAVANTI  AL RITRATTO DELLA MADRE

Com’era bella
mia madre
in quel suo lento profilo
verticale.
Che mi venne uccisa
…E su di me
pulirono il pugnale!

AL PADRE

Mai nulla
si seppe
di te!
Magari una sorte?
…niente
resta!
Non un ricordo
che sappia amarti oltre
una memoria bianca
e mesta.


 La nevicata del 56

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