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Monumento che si trova a Monaco di Baviera |
Ottima ricerca curata
da Enzo Salatiello: quest’articolo andrebbe letto nelle scuole per far capire
ai ragazzi quanto sia stato nefasto il nazismo. Essendo stato un fenomeno umano
potrebbe ripetersi
Ogni mattina, andando
al lavoro, passo davanti a questa piazza. Quello che vedete nella foto è un
monumento alle vittime del nazismo. Monaco di Baviera è stata la culla e la
nutrice nel movimento quando era ancora in fasce. Hitler non amò mai Berlino,
con i suoi bordelli, i locali omosessuali e il fermento artistico che ribolliva
come il “BAUHAUS” scuola di stile tutta tedesca dell’architettura moderna. Il
dittatore amò Monaco che lo aveva accolto, quasi profugo e senzatetto
dall’Austria. Monaco presenta la naturale condizione contestuale per
l’insorgere dell’infezione nazista. Chiunque voglia raggiungere un obiettivo
politico non può prescindere dal situazione sociale dove opera. Monaco e la
Baviera, da sempre ha offerto generosamente idee e uomini al
Nazionalsocialismo: Rudolf Hess, suo
fanatico seguace. Hermann Göring, brutale,
sanguinario, quanto velleitario e banale uomo di punta del regime. Josef Mengele, un disonoratissimo
medico che fece esperimenti criminali e senza nessuna valenza scientifica su
povere cavie umane prese tra i prigionieri. Heinrich Himmler, psicopatico e misterioso seguace d’improbabili
teorie messianiche e occulte di un’eventuale esistenza di una “razza superiore”.
Ernst Röhm, violento, omosessuale e
picchiatore capomanipolo delle prime squadre assassine del partito nazista: Le
“S.A.” Lo stesso Hitler nacque sul confine austro-tedesco: Braunau Am-Inn,
proprio vicino alla Baviera. Personaggi come Otto Rahn, esoterista e oscuro individuo che teorizzò la
discendenza della razza ariana addirittura dai Càtari sterminati dalla Chiesa
nel Medio Evo. Egli fu uno dei tanti esoteristi e mistici lunatici e fanatici
che “predicevano la venuta del “nuovo
messia”. Nel secolo precedente all’ascesa del nazismo, in Baviera
circolavano strani e inquietanti veggenti e mistici di varia estrazione. Matthias Stormberger fu un contadino
bavarese che predisse, così si dice, l’avvento del nazismo, la Prima, la
Seconda e l’eventuale Terza Guerra Mondiale. I suoi manoscritti furono
distrutti dai nazisti perché egli predisse anche la fine di Hitler. Un altro di
quelli che sembrano predire la venuta del nazismo fu Heinrich Heine, poeta ebreo tedesco, nato a Düsseldorf nel 1797. In un suo
componimento recita: “Un giorno il dio
Thor si risolleverà, si toglierà la polvere dagli occhi e brandendo il
gigantesco martello, distruggerà le cattedrali gotiche”. Qualcuno vedeva una
particolare assonanza con l’avvento del nazismo, ma la verità è che spesso, c’è
chi vede in una frase del passato, adattandola a una situazione postuma, una profezia.
Ci furono poi, individui meno innocui e piuttosto inquietanti come Helena Blavatsky, mistica, esoterista,
fondatrice della teoria di una “Razza eletta”. Questa donna fornirà ottimi
spunti per gli argomenti dei nazisti. Ancora, Guido Von List, seguace della Blavatsky, perfezionò la sua dottrina
con una sua, che teorizzava l’origine dell’umanità dalla razza bianca, una
sciocchezza simile è stata ampiamente smentita dalla Ricerca scientifica che
vuole i nostri antenati in Africa! Lanz
von Liebenfels, nato nel 1874. Un monaco austriaco, violento e antisemita,
cacciato dalle gerarchie ecclesiastiche. Egli fu il fondatore della rivista di
stampo razzista e antisemita “OSTARA”. Su questo giornale egli parlava di una
“razza bianca” come di semidei, e le varie differenze con gli uomini dalla
pelle nera. Egli propose la sterilizzazione di malati e uomini di “razza
inferiore”. Quello che più di tutti porta sulle spalle il peso colossale della
colpa di aver forgiato Hitler è un altro bavarese: Dietrich Eckart. Tossicodipendente, occultista, poeta. Egli
predisse a Hitler il suo ruolo di Führer della Germania. Egli, dedito a sedute
spiritiche, traeva da queste, “voci e notizie” che gli predicevano il futuro
politico della sua nazione. Eckart, ebbe il gravissimo torto di plasmare e
creare il criminale dittatore, certo, Hitler era di per sé adatto al ruolo ma
le cose si sistemarono nel peggiore dei modi, e con l’aiuto di questo
miserabile razzista, venne fuori il capo del nazismo. Karl Maria Wiligut, nato a Vienna, fu un altro membro del primo
partito nazista. Un esoterista e occultista che fu ricoverato in una clinica
psichiatrica per disturbi di schizofrenia e megalomania. Egli affermava di
possedere ricordi ancestrali che lo riconducevano alla mitica razza ariana.
Divenne ben presto l’uomo di fiducia di Himmler, che stabilì un quartiere
generale riservato agli uomini dell’élite nazista, in un castello, seguendo le
indicazioni di Viligut. anch’egli scrisse opuscoli di stampo razzista, questo
cialtrone affermava, insieme ad altri seguaci che al centro della terra, sotto
il castello scelto da Himmler, vi era una civiltà di uomini superiori.In conclusione,
le cosiddette profezie non valgono poi tanto, se si calcola che il problema, lo
si vede al contrario: in Baviera, e poi in tutta la nazione tedesca, fin
dall’800, esisteva un “humus” sociale naturalmente ostile verso tutti gli
stranieri e in modo accentuato contro gli ebrei. Si tratta della struttura
sociale più bassa e numerosa del popolo tedesco che ha condannato allo
sterminio milioni di uomini, con i loro assurdi silenzi, le reticenze, la
resistenza a oltranza fino al pomeriggio del 28 aprile 1945 in cui Hitler non
si suicidò. Non basta spiegare tutto con l’indottrinamento e la propaganda, un
popolo, deve avere in sé il DNA storico e politico per dare appoggio
INCONDIZIONATO e senza sbavatura a un manipolo di criminali come quello
nazista. Nel settembre del 2016 un produttore di vino della città di Augsburg è
finito in galera per aver venduto bottiglie con l’etichetta raffigurante Hitler.
Nella città natale di Göring, Rosenheim, una TV ha fatto un reportage, chiedendo
alla gente del gerarca. Tutti rispondevano infastiditi e molti dicevano di non conoscerlo, un trauma? Chissà, si dovrebbero
vedere le immagini per farsene un’idea, non sembravano pentiti o traumatizzati.
Nel Cile di Pinochet fiorì una colonia, sulle Ande, per opera di nazisti rifugiati
dal nome: “Villa Baviera”. Furono torturati molti oppositori del regime in
quella cittadina, la Germania federale, il 15 gennaio del 2016, ha tolto il
divieto di pubblicazione del libro di Hitler: “Mein Kampf”. La commissione
dello stato di Baviera che ne detiene i diritti, ha sede ha Monaco. Vidi
un’intervista a uno dei membri, era imbarazzato, reticente, nervoso, interruppe
più volte l’intervista. È facile concludere che si tratta di cittadini per bene
che sentono il peso della colpa, può darsi, ma forse non solo questo. Chi vive
qui, ha un vantaggio, ed io l’ho acquisito proprio da quando posso osservarli
da vicino, si tratta anche di fastidio, quel fastidio tutto tedesco che porta a
dire tra le righe: “Va bene, siamo ancora
qui a parlare di Hitler e allora? Smettiamola, ormai sono passati decenni!”.
Provo a dimostrare questa mia convinzione con due elementi: io vivo qui da
quattro anni, il 27 gennaio è il “Giorno
della Memoria”, le prime volte mi aspettavo chissà quali cerimonie solenni
e iniziative, niente! Nulla di nulla, qualche sporadica apparizione di un
politico che stringe la mano a una personalità del mondo ebraico, una corona
deposta. La foto che vedete ritrae un memoriale delle vittime del nazismo, non
solo il 27 gennaio, ma anche tutti gli altri giorni, qui vicino, non succede
nulla, la gente non guarda, non si sofferma, non osserva, non mostra
minimamente nessun interesse. Indifferenza totale. Un sabato mattina, ero sulla
fermata del bus, dove c’è una cassetta distributrice di giornali, questa la si
apre, si prende il giornale, si lasciano le monete e si richiude. Un
vecchietto, armeggiava lento col giornale in mano, mostrava l’impaccio di una
persona malata con qualche acciacco tipico della vecchiaia, questa fu la mia
impressione. Arrivò il bus, l’autista, aperta la porta, intimò al vecchietto
che il “giornale bisogna pagarlo per portarselo a casa”. Tutti risero della
battuta idiota di quel tipo. Io capii che il vecchio stava pagando ma con
calma, l’autista no. Non volle concedergli nessuna fiducia. Ecco cos’è il
nazismo embrionale. In nessun’altra parte del mondo avrebbe trovato terreno più
fertile. Questa affermazione è supportata anche da Erich Fromm, il grande
sociologo, nel suo studio: “Anatomia
della distruttività umana”. Parla proprio dello zelo e del senso del dovere
che spesso nasconde la voglia di nazismo nella società tedesca.