Essere o apparire…questo il dilemma


Apparire, in questa società, ha una valenza maggiore dell'essere, ma per la poetessa e scrittrice Lia Ricciardiello non v’ è alcun dubbio: il vero potere dell’uomo è nell’essere non nell’apparire. Valgo perché sono, non perché appaio

Quante volte abbiamo sentito dire la frase "ma tu ci sei o ci fai?" Da una variegata tipologia di persone e in molteplici contesti. Tradotta, tale frase va a toccare una notevole e importante dicotomia;"ESSERE O APPARIRE". Certamente se noi fossimo ciò che siamo veramente , agendo secondo il nostro "IO",vivremmo in un mondo che rasenterebbe la perfezione e parecchi problemi di interazione tra gli umani sarebbero risolti. Purtroppo, il più delle volte, non è così, perché l'essere umano, specialmente oggi, e nel nostro tipo di società, ama "APPARIRE" piuttosto che "ESSERE". Premetto, non per vanità, ma per rispetto alla verità, il mio essere più che apparire mi ha creato non pochi problemi e dei giudizi poco piacevoli da parte degli altri. Pur rispettando i miei simili, me ne sono sempre fregata della regole convenzioni e quant'altro e ho sempre agito come mi suggeriva la mia testa. Oggi "APPARIRE" è divenuto quasi obbligatorio in quanto, si vuole, a tutti i costi, soddisfare le aspettative degli altri e non le proprie. Andiamo però a vedere la differenza fondamentale tra i due termini. ESSERE è ciò che uno E' realmente, senza veli né contorsioni mentali che intaccherebbero l'autenticità della persona in oggetto che pensa, agisce e ha dei comportamenti fedeli alle proprie regole convinzioni e certezze. "APPARIRE" è colui che, ribaltando e rovesciando il suo CREDO, si veste di atteggiamenti mentali inediti e seducenti per essere, tra virgolette, il tipo di persona che gli altri si aspettano, credendo in tale modo di soddisfare e compiacere chi gli sta vicino. Orbene guardiamo il tutto dall'ottica dell'osservatore disincantato che sta lì e non sa fare altro che giudicare criticando. Colui che "E" è visto come una bestia rara, magari da vituperare (non sempre) e additare. Io questo lo so bene perché tante volte ho sentito alle mie spalle frasi tipo"ma chell'a cap nun è bon, è n'a scumbinat” e altre cose. Ovviamente tali giudizi non mi sono scivolati addosso, mi hanno fatto star male perché mi rendevo conto che la gente il più delle volte è superficiale pressappochistica e distratta. Colui che "APPARE" di contro è accettato, frequentato e rispettato, perché conforme a regole e norme di un tipo di società falsa mendace e lusinghiera. Quale sarà lo stile di vita del primo e del secondo? Quello che "E'" forse non avrà molti amici e la sua vita non toccherà molti contesti, sicuramente però vivrà sereno con se stesso e avrà un comportamento lineare e coerente. L'altro che "APPARE" dovrà sempre ricordarsi "COME SI FA" mortificando continuamente la sua vera natura. Sapete, se domani mattina mi venisse voglia di indossare un pitale al posto di un cappello, mi recherei nel miglior negozio di sanitari e sceglierei il più bello e colorato. Alla faccia dei benpensanti buonisti e seriosi. 


Lia Ricciardiello

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