Calvizzano, problematiche scuola: partire dai 20 manifestanti per puntare a sviluppare lo spirito critico dei cittadini
Nel 2010, all’epoca dirigevo il giornale “L’attesa”,
pubblicammo i dati di una ricerca condotta
dalla 23enne Flavia Cozzolino (laureanda in Ingegneria edile e Architettura) per
la sua tesi di laurea sulla riqualificazione del territorio.
“Ai cittadini
di Marano non interessa partecipare alla vita pubblica: la maggior parte si
limita solo a lamentarsi delle scelte sbagliate degli amministratori. Al Sud,
anche per la gestione del territorio, è diffusa la cultura del ciò che è
pubblico non è mio, per cui non mi interessa: me ne occupo solo se qualcosa
lede i miei interessi”.
Questa l’amara conclusione a cui arrivò la laureanda
che incentrò la sua tesi di laurea sulla riqualificazione della zona compresa
tra Corso Europa e Via Vallesana.
Ieri, osservando quel piccolo gruppo di genitori che
avevano aderito alla manifestazione nella giornata nazionale per la sicurezza
nelle scuole, pensavo a quell’articolo, intitolato “Cittadini buoni solo a lamentarsi”.
A Calvizzano, purtroppo, ancora una volta è emerso
che in molti mancherebbe il senso della coscienza civica. E’ inutile
trincerarsi dietro le solite frasi di comodo, tipo “io non lo sapevo”, “ero
impegnato”, “ non serve a niente protestare con questi amministratori”,
eccetera, eccetera. Anche la signora Elena Catuogno (molto conosciuta per i suoi interventi sui gruppi social) non ne era a conoscenza, ma, appena l'ha saputo, non si è sottratta al suo dovere di mamma e di cittadina.
Se si guardano i numeri si è portati a dire che la
manifestazione è stata un flop, invece, se si bada alla sostanza, l’incontro di ieri è
servito eccome. Intanto, perché alcune mamme hanno preso coscienza non solo delle
reali problematiche che attanagliano la scuola calvizzanese, ma sono venute a conoscenza delle risorse su cui poter contare per migliorare la sicurezza e di quelle da attingere
da tutti i canali di finanziamento disponibili.
E questo non è poco. Perciò, bisogna partire dai 20
manifestanti per attrarne altri e puntare a un reale coinvolgimento alla
soluzione degli infiniti problemi della scuola ma anche della città. In questo
modo si sviluppa lo spirito critico dei cittadini, anche di quelli più apatici
o fautori del motto “Armiamoci e partite”.
M.R.