Ricordo di Raffaele Sivolella a un anno dalla scomparsa: il poeta-scrittore dimenticato solo a Calvizzano

All’Istituto Vittorio Veneto di Scampia gli hanno dedicato la biblioteca della scuola



A distanza di un anno dalla sua prematura scomparsa, Raffaele è stato commemorato perlomeno in sei occasioni, mai a Calvizzano, la città dove  ha abitato 29 anni. La sua memoria è stata onorata agli inizi di novembre 2016 nella chiesa del Sacro Cuore dei Salesiani al Vomero, l’Istituto frequentato da Raffaele; a fine novembre dello stesso anno nell’”Inferno di Scampia” alla cerimonia in suo onore organizzata dalla dinamica preside dell’Istituto Alberghiero Vittorio Veneto, Olimpia Pasolini, nel corso della quale venne consegnata una targa ricordo ai genitori di Raffaele; poi alla libreria Feltrinelli di Chiaia; l’8 maggio 2017 a Firenze all’Istituto Salesiano dell’Immacolata; a giugno 2017, Progetto Itaca, l’associazione nazionale di volontari per la salute mentale presso la quale collaborava Raffaele, ha organizzato un torneo di calcetto dedicato alla sua memoria; il 17 agosto scorso a San Martino d’Agri, il paese d’origine del padre di Raffaele, è stato ricordato dal noto attore lucano Ulderico Pesce. E a Calvizzano? “Il buio nell’anima”, per rimanere in tema, citando il titolo del primo libro di Raffaele. Il giovane scrittore aveva dato alle stampe 5 libri e stava per pubblicarne un sesto. Tutte belle le sue poesie, considerate dai critici autentiche opere d’arte, eccone due della sua vasta produzione. 

Cancro     

Vorrei avere il cancro,
così per tutti sarei un malato:
medici pronti a guarirmi,
preti a donarmi celesti benedizioni.
Ah, se avessi il cancro…
tutti a dichiararmi il loro immenso bene,
ad inondarmi di compassione
facendo a gara a farmi felice.
Cazzo, fatemi avere il cancro!
Con in mano l’ultimo bicchiere
O un ago pietoso nelle vene,
potrei morirmene in santa pace.
Ma non ho altro che il cancro dell’anima.
Così tutti, orrore sui volti,
fuggono la mia diabolica visione
sputando insulti e segnandosi la croce. 

Fratelli
Ogni dolore
lo vivremo insieme.
Raccoglierò le tue lacrime,
proverò a trasformarle in sorrisi,
e tu farai lo stesso per me.
Ci sorreggeremo l’un l’altro,
non senza fatica, ma con tenacia.
Impareremo dai reciproci errori
e ci correggeremo a vicenda,
non per il gusto di averla vinta,
ma per la gioia di vedere l’altro migliorare.
E quando la rabbia ci avrà fatto ferire,
ci gireremo nel letto,
ognuno di noi attendendo impaziente
l’indomani per poter chiedere scusa.
Come fratelli.

Raffaele lascia i suoi genitori e il fratello Roberto, 24 anni, in arte Robertino il rapper, andato via da Calvizzano  a 19 anni: a Torino ha trovato lavoro, studia (frequenta l’ultimo anno di Scienze motorie) fa gare di thai boxe e trova il tempo per comporre e cantare i suoi brani rap. Il penultimo, “Tra Inferno e Paradiso”, l’ha dedicato alla memoria di Raffaele  al quale era molto legato. Vi facciamo ascoltare un altro suo brano molto significativo: Fori.



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