Calvizzano, personaggi del passato che vale la pena ricordare: “N’Tunino a guardia” e “Rafel ‘a guardia”, Parola di nome e di fatto. Uomini tutti d’un pezzo
Antonio Parola |
Raffaele Parola |
Antonio (1896 -1962) e Raffaele (1934-1989), meglio conosciuti dalla comunità calvizzanese
come “N’Tunino a guardia” e “Rafel ‘a guardia”, due nomi diversi uno
stesso cognome: Parola (di nome e di
fatto). Un unico comune denominatore: la dedizione e l’impegno al lavoro. Nella
vita come nel lavoro possiamo dire di “padre in figlio”, infatti con il loro
impiego hanno dedicato 75 anni di onorato servizio al Comune di Calvizzano,
senza mai risparmiarsi e sarebbero stati ancora di più se un destino beffardo e
crudele non avesse strappato improvvisamente Raffaele (per tanti il vigile
buono) dalla vita terrena e dai propri affetti, suscitando dolore, stupore e
incredulità nei cuori di tutti quelli che lo conoscevano e gli volevano bene.
Antonio e Raffaele sostenevano che il lavoro era passione e rispetto, con un
significato tale che lo stipendio non era lo scopo primario, ma era visto come
un mezzo utile al sostenimento familiare. Antonio ( messo comunale e poi vigile
urbano) era un gran signore, capace di rinunciare o di ritardare al pranzo con
i propri cari pur di offrire un aiuto, un consiglio, un contributo a tutti colo
che lo chiedevano. Entrambi anteponevano con bontà, con umiltà gli interessi
collettivi a quelli personali, senza distinzione di classe, di appartenenza
politica e di pregiudizio, allo stesso tempo erano presenti e attivi nel nucleo
familiare sia come genitori sia come figli sia come fratelli, trasmettendo ai
loro eredi valori cristiani, ideali e morali, dove l’umiltà, il rispetto per il
prossimo e la parola data come una garanzia erano le prerogative fondamentali
di una società migliore, elementi che, nella vita contemporanea, sono in via di
estinzione e la parola data non ha alcun significato come la polvere trascinata
via dal vento. Cosa aggiungere? Riposino in pace.
Questo
il necrologio scritto dallo storico e sacerdote prof. Luigi Galiero in
occasione della morte di Antonio Parola
“In
tanti anni di scrupoloso servizio al Comune chi non ha potuto apprezzare le sue
virtù morali e civili?
Semplice,
benevole, col perenne sorriso sulle labbra tutti ascoltava con interesse,
felice sempre quando poteva appagare chi si rivolgeva a lui.
Padre
esemplare educò cristianamente i figli, che ha tanto amato, non risparmiando
per essi alcun sacrificio.
Sentitamente
religioso, in piena coscienza volle ricevere i SS. Sacramenti e rassegnato al
divino volere consegnò la sua anima nelle mani di Dio”.
Ringraziamo Carlo
Vincenzo Marono, maestro di Religione all’elementare Diaz di Calvizzano,
nipote di Antonio (era suo nonno) e di Raffaele (suo zio) per il prezioso
contributo che ci ha fornito nella
stesura dell’articolo.