Calvizzano, personaggi del passato dimenticati, rivisitati da Giorgio Zapparella: Rafilina la forestiera (meglio conosciuta come la guaritrice)
Forse tra i personaggi di Calvizzano che hanno caratterizzato la
mia infanzia, Rafilina la forestiera
resta per me la più cara. Abitava a fianco al municipio. Iniziai l’amicizia con
lei, passando sotto la sua finestra , insieme a mia madre: mi fermavo
tutti i giorni a parlarci anche solo per un minuto. Ricordo che
quando non volevo andare a scuola, mi inventavo malori di tutti i tipi che lei
curava, porgendomi dalla finestra della semplice acqua fresca in una
tazzina da caffè, il tempo di una strizzatina d’occhio tra lei e mia
madre,ed ero miracolosamente guarito. Rafilina
era una donna anziana vestita sempre di nero, con i capelli lunghi e
bianchissimi, raccolti con il "tuppo". Era una specie di maga, non
usciva mai di casa ma sapeva tutto ciò che accadeva in paese: se ne stava
dietro la finestra con gli occhi socchiusi e scrutava . In giro si sparse la
voce che levasse il malocchio, facendo sedere il mal capitato su una sedia di
paglia e pronunciando un rituale indecifrabile. Per queste cose non
accettava soldi e non voleva nemmeno essere ringraziata.
Entrai l’ unica volta in casa sua insieme a mio fratello, che,
contrariamente a me, ci andava spesso, perché, giocando a pallone, si
lussava polsi e caviglie di continuo e lei prontamente glieli
rimetteva a posto, massaggiandoli con dell’olio d’ oliva. L a sua casa era
piena di foto di santini e persone decedute: ricordo ancora l’odore della
cera che regnava ovunque. Una volta, però, ci fece rimanere sbalorditi. Mio fratello si fratturò un dito del piede e
lei con juta e bianco dell’ uovo gli creò una sorta di ingessatura, simile a
quella che fanno in ospedale. Spesso la vedevo dar da mangiare a un gatto
e, ironicamente, dicevo a mio fratello che era lui ad informarla di tutto
e di tutti....
Spero di non aver annoiato e di aver fatto sorridere tutti coloro
che leggeranno quest’ulteriore descrizione di personaggi che hanno
caratterizzato la mia gioventù.
Giorgio
Zapparella