Ci voleva l’esperienza e la preparazione dello storico
dirigente comunale Luigi De Biase per mettere ordine nel caos dell’albo delle
ditte di fiducia del Comune per affidamento dei lavori sotto soglia (40mila
euro per gli affidamenti diretti)? Stando ai fatti, sembra proprio di sì. L’iter è partito il 5 dicembre 2016 e si è
concluso il 27 febbraio 2017. Su 77 ditte richiedenti l’iscrizione all’albo, ne
sono state escluse solo 7, quasi tutte per non aver ottemperato il pagamento
degli oneri di segreteria e di istruttoria. Va sottolineato dunque l’ottimo
lavoro di De Biase, dal 6 marzo 2016 anche dirigente a interim al settore
Lavori Pubblici, e dell’istruttrice del procedimento nonché Responsabile del
Settore Lavori Pubblici e Manuenzioni, architetto Elena Bassolino.
Prima dell’aggiornamento,
per gli affidamenti diretti e l’invito a procedure negoziate si faceva ancora
riferimento all’elenco delle ditte di fiducia del 3 febbraio 2011, costituito sotto la dirigenza Pitocchi (ai tempi
dell’ex sindaco Salvatore Perrotta) e non all’ultimo elenco approvato sotto la
dirigenza Granata (quando era sindaco Mario Cavallo), risalente a ottobre 2011.
Quest’ultimo, infatti, per volontà del Consiglio comunale, fu annullato
(determina del 12 aprile 2012) dal segretario Aldo Ferrara, all’epoca dirigente
a interim dell’Ufficio tecnico. L’annullamento fu deciso perché, nella
compilazione dell’albo, sarebbero state compiute delle illegittimità. Il bando per la selezione delle ditte di
fiducia fu pubblicato il 14 settembre 2011. Il giorno dopo arrivarono al
protocollo ben 73 richieste di adesione (diverse da fuori Napoli). Una
casualità? Cosa aveva spinto le imprese a depositare rapidamente la richiesta
ed esser così tra i primi nell’elenco?
Bastava andare a leggere l’art. 4 del disciplinare di gara per rendersene
conto. “La lista – era scritto – sarà
compilata seguendo l’ordine di registrazione delle istanze pervenute al
protocollo generale. Si procederà all’affidamento diretto per lavori urgenti
fino a 40mila euro e interventi di somma urgenza a partire dal primo nominativo
dell’elenco. Per quanto attiene alle opere urgenti superiori a 40mila euro e
fino a 500mila euro, si procederà a procedura negoziata, nel rispetto della
vigente normativa (all’epoca non era andato ancora in vigore il nuovo codice
degli appalti, ndr), mediante richiesta di preventivi di almeno 5 ditte, scelte
tra quelle che non hanno eseguito alcun lavoro,prese dall’elenco secondo
l’ordine in cui esse vi sono inserite, a partire dalla prima in elenco”.
Essere tempestivi nella consegna delle domande,
quindi, era fondamentale per accaparrarsi un buon posto nell’albo. E da qui
anche la rabbia dei consiglieri di minoranza dell’epoca guidati da mauro
Bertini, Ferdinando Scotto, Pasquale Albano, che firmarono una mozione per
chiedere la revoca, che fu approvata e poi realizzata. Siccome l’ultimo albo di
riferimento (erano presenti 157 ditte, mentre in quello annullato ce n’erano
283) risaliva a oltre cinque anni fa, ha pensato bene il dirigente De Biase a
costituirne un altro.