Calvizzano. Forno crematorio, non ci è piaciuto il comunicato salomonico del Comitato Stop Antenne. Adesso, dopo la dichiarazione di Salatiello a Teleclubitalia, pure i consiglieri comunali di maggioranza sono contro l’impianto di cremazione. Perché non vi siete opposti il 28 novembre 2016, quando la giunta ha preso atto della proposta della Vispin? E la minoranza perché non ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale per discutere sulla costruzione del cimitero?
Marzo 2016: gli attivisti del Comitato Stop Antenne raccolgono firme contro l’ampliamento delle attività di gestione di un impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti pericolosi a rischio infettivo |
C’è qualcosa che non quadra nel comunicato del Comitato Stop Antenne Calvizzano sulla eventuale costruzione di un forno crematorio annesso al cimitero, previsto in una vasta area che si estende tra via Eduardo De Filippo, via Corigliano e l’alveo Camaldoli. Non si capisce se gli attivisti del Movimento ambientalista locale sono favorevoli o contrari alla realizzazione di un impianto del genere. Prima invocano più democrazia partecipativa “nelle decisioni che potenzialmente potrebbero avere un impatto ambientale quantomeno incerto per la città”, poi, aprono uno spiraglio alla trattativa, “chiedendo l’intervento di un tecnico esterno al Comune che verifichi alcuni requisiti basilari, riguardanti le emissioni aeree e soprattutto le condizioni di viabilità, qualora l’amministrazione decidesse di andare avanti con l’iter”.
La nostra posizione, invece, è sempre stata chiara e
unica fin dall’avvio della procedura: sì
al cimitero, no al forno crematorio.
Per un motivo ben preciso: un territorio di piccole dimensioni come quello di
Calvizzano non può permettersi altri effetti negativi, anche di basso impatto
ambientale. L’impianto può essere il più ultramoderno possibile e a lievi emissioni,
il problema è che va a collocarsi in un’area dove nel giro di circa 2 chilometri
quadrati irradiano ben 8 ripetitori di telefonia mobile ed è operativo un
impianto di stoccaggio di rifiuti pericolosi e non. E non abbiamo considerato
le problematiche legate alla viabilità. Stando alle statistiche, a Calvizzano,
mediamente, muoiono 80-90 persone l’anno, di cui il 30 percento opterebbe per
la cremazione. Ciò significa che il business, per i privati che verrebbero a
investire dalle nostre parti, si
reggerebbe unicamente sui morti della provincia napoletana. Vale la pena
correre il rischio di una ulteriore aggressione territoriale, per pochi
spiccioli di ristoro e qualche posto di
lavoro? Posti che, tra l’altro, potrebbero crearsi in tutt’altro modo (vedi la
nostra proposta di mettere in sinergia il parco urbano di Villaricca con
quello che nascerà a Calvizzano). Ma
questo è un altro discorso, sul quale sicuramente ritorneremo. Adesso, dopo che
il sindaco in un’intervista televisiva ha dichiarato di non essere più
favorevole a un impianto di cremazione sul territorio calvizzanese, quasi tutti
i consiglieri comunali si sarebbero sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda
del capo dell’amministrazione. Quelli che siamo riusciti a interpellare
(Antonio Ferrillo, Antonio Mauriello, Antonio Di Marino, Vincenzo Trinchillo,
Giuseppe Santopaolo, quest’ultimi tre componenti anche della commissione
ambientale) ci hanno riferito di essere favorevoli al cimitero ma contrari al
forno crematorio. Allora perché non vi siete opposti il 28 novembre 2016,
quando la giunta ha preso atto dell’avventa presentazione della
proposta di finanza di progetto ad opera
della società Edile Vispin? E la minoranza perché non si è attivata fin da
subito per una petizione popolare? Perché i componenti dell’opposizione non
hanno chiesto la convocazione di un consiglio comunale per discutere sull’argomento
cimitero con annesso forno crematorio? In questo paese accadono fatti molto strani: troppe le cose che non quadrerebbero. Ma il
problema più grave, a nostro avviso, è il silenzio di tanti, anche di quelli
che sono stati eletti per fare gli interessi della collettività e non quelli
personali.