Viene fuori la vera natura di un “signore” che crede di essere un grande giornalista


Nel corso della nostra ventennale esperienza di editori e di giornalisti, attraverso il periodico L’attesa, siamo stati il punto di riferimento dell’informazione di Marano e dintorni. Abbiamo sfornato decine di giornalisti, bravi e meno bravi, che, con grande umiltà, hanno saputo apprendere questo affascinante mestiere: tutti educati e rispettosi verso chi gli ha insegnato i rudimenti della professione. 
Purtroppo, c’è sempre la pecora zoppa: il figlio putativo che rinnega i genitori adottivi. Qualcuno che, credendo di essere il mammasantissima dell’informazione locale, trova ogni occasione buona per definirsi grande giornalista, colui che prevede con largo anticipo, meglio di Nostradamus, le vicende politico-amministrative che attanagliano la bistrattata periferia dell’area a nord ovest di Napoli. Forse, più in là, si vanterà anche di poter dare del “tu” a uno dei Commissari che gestiscono il Comune di Marano, e prenderci il caffè insieme, e fare percorsi in ascensore per scambiare confidenze in tutta sicurezza. Non ci sarebbe da meravigliarsi, è un’epoca confusa, dove i ruoli sono quasi saltati.
Gli altri giornalisti? Per lui, tutti copioni e schiappe. Ma quando, nel profondo, si è fatti in un certo modo,  prima o poi l’erba maligna esce fuori in tutta la sua tossicità per cominciare a fare seri danni? Questo signore dovrebbe spiegare come mai, un giorno sì e un giorno no, si recava a casa di Bertini a mendicar notizie: in quel periodo, per lui, l’ex Primo cittadino era l’amministratore più bravo  e scaltro politicamente che abbia mai avuto Marano. Dica chiaramente, se ha gli attributi (ma noi ne dubitiamo), quale torto abbia subito per giustificare il cambiamento della sua linea editoriale, facendo poi passare Bertini da sindaco di grande spessore a un colluso con la malavita, a uno che avrebbe fatto grandi affari con imprenditori finiti in galera? Perché queste cose che, se ben conosceva, non le ha scritte all’epoca? Dica anche, se ha il coraggio, che, dopo uno scambio di opinioni con un giornalista, un giorno prese una bottiglia tra le mani minacciando di tagliare la testa  a quell’interlocutore che si era permesso di contraddirlo su un articolo.

E fermiamoci qui. Altrimenti ci arrabbiamo… Davvero, stavolta.        

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