L’”arma” più efficace per abbattere le barriere architettoniche dei pregiudizi e dell’ignoranza? Per l’ “Amazzone” Lia è quella della solidarietà. Spunti di riflessione: ripubblichiamo il testo dell’artista calvizzanese Mimmo Guarino la “Terra degli Gnu”
Le barriere architettoniche non riguardano solo i
diversamente abili, ma anche tutti noi che ci definiamo normali. Quante ne
abbiamo trovate sul nostro percorso di vita, limitandoci la libertà e quante ne
abbiamo costruito noi stessi, impedendoci di entrare dove c'era bisogno di noi,
quante ne abbiamo dentro che ci precludono la spontaneità la voglia di esserci
e di mostrarci. La paura è la barriera architettonica più difficile da
abbattere insieme all'ignoranza, i pregiudizi, i tabù più complessi e
quant'altro. Qualsiasi cosa scateni comportamenti non consoni al nostro essere
costituisce una barriera architettonica e anche noi abbiamo bisogno del
supporto degli altri per rimuoverle. La solidarietà è un'arma efficacissima
contro tali barriere.
Lia Ricciardiello ideatrice della pagina facebook Amazzone
A proposito di solidarietà, Lia ci offre lo spunto per
ripubblicare quel meraviglioso testo dell’artista calvizzanese, Mimmo Guarino,
intitolato “La terra degli gnu”, proprio per riflettere ancora di più. “Divoratevi”
questo documento che fa tanto riflettere.
La
terra degli Gnu
Proprio come questi bestioni, noi umani,
anziché sviluppare lo spirito solidaristico, siamo sempre pronti a scappare,
sempre pronti a voltare le spalle alle vittime di turno: al commerciante che si
ribella al pizzo, alla povera gente che vede continuamente calpestati i suoi
diritti, a chi si sforza di fare il proprio dovere e viene minacciato, perché
non è funzionale al sistema, eccetera eccetera.
Tempo fa, guardando un documentario
sulla savana africana, vidi una scena che successivamente mi avrebbe fatto
molto riflettere. Oggetto del documentario uno degli erbivori più popolari di
queste zone, lo gnu: uno strano animale a metà strada tra un bue, un’antilope e
un cavallo. Questi animali amano molto stare in compagnia e si organizzano
perciò in grandi branchi, che poi si cimentano in lunghi spostamenti, a volte
vere migrazioni, alla ricerca di erba tenera nata dopo le piogge. Nel mese di
Maggio circa 1,5 milioni di esemplari si spostano dalle pianure alle foreste,
per poi tornare alle pianure nel mese di Novembre quando le piogge estive le
avranno rese di nuovo verdi.
Nel documentario, la telecamera del
reporter inquadrava proprio uno di questi grandi branchi di gnu, con le bestie
intente a bere vicini alla riva di un fiume, quando tutto ad un tratto arrivò
un leone. Il leone è da sempre considerato il più acerrimo nemico dello gnu e
presumibilmente quell’esemplare dovette guardare quell’enorme massa di carne
più o meno come un bambino guarda estasiato le delizie che gli si presentano
davanti agli occhi, entrando in una pasticceria. Il leone si avvicinò
indisturbato ad una parte del branco, scelse la sua preda e senza esitare gli si
avventò contro. In quel preciso istante, in quel punto, si aprì come una
voragine, uno squarcio in quell’ indistinto mare nero fatto di carne, con tutti
gli altri componenti del gruppo che si allontanavano dall’epicentro
dell’aggressione, per scappare lontano e lasciare così la vittima sola
di fronte al suo amaro destino. Dopo pochi minuti il malcapitato gnu era
già morto esamine al suolo, mentre il leone banchettava felicemente nelle sue
carni ancora calde. A pochi metri di distanza tutto era poi tornato alla
normalità, con gli gnu che si erano riavvicinati al fiume ed avevano
ricominciato ad abbeverarsi.
A ben guardarlo uno
gnu non si può dire certo un “fringuello”, può misurare infatti fino a 2 m di
lunghezza per un’altezza che può arrivare di 1,40 m e con un peso che può
sfiorare i 300 Kg, insomma è una “bella bestia”, e quando si batte con un
leone, anche se poi ha la peggio, mostra sempre prova di grande forza e
coraggio e non di rado, con le sue grandi ed appuntite corna, riesce ad
infliggere all’avversario notevoli ferite. E’ quindi evidente che se
sviluppasse una seppur minima forma di difesa cooperativa, diciamo con un
rapporto di uno a cinque, riuscirebbe a mettere sotto qualsiasi leone che
tentasse di attaccarlo. Al suo attuale stadio di evoluzione comportamentale,
però, l’istinto lo spinge a scappare, un po’ come se gli suggerisse “fino a
quando non tocca a te, tira a campare”. Per questo un singolo leone può fare il
bello e cattivo tempo in un immenso branco di centinaia e centinaia di
bestioni.
La scena del leone che
banchetta indisturbato nell’enorme branco di gnu mi ha dato degli spunti di
riflessione su quelli che molto spesso sono i comportamenti che noi esseri
umani adottiamo in circostanze similari. Non è difficile constatare, infatti,
che non siamo tanto diversi dagli gnu, quando mostriamo poca o nessuna
solidarietà nei confronti di quelle persone, o di quelle categorie di persone,
che sono state colpite da palesi ingiustizie. Proprio come gli gnu siamo
sempre pronti a scappare, siamo sempre pronti a voltare le spalle alla
vittima di turno: al commerciante che si ribella al pizzo della mafia, agli
omosessuali o ai neri picchiati per strada o ai disabili che trovano mille
ostacoli nelle barriere architettoniche. Un padre si incatena davanti a
Montecitorio, perché non può pagare le costosissime cure per il figlio malato,
ma noi lo lasciamo tristemente solo. C’è una manifestazione di metalmeccanici
che protestano contro il mancato rinnovo del contratto, ma in quella
manifestazione ci sono solo metalmeccanici. C’è una manifestazione di
insegnanti che protestano contro i tagli alla scuola, ma in quella
manifestazione ci sono solo insegnanti. Viene deciso di costruire un
inceneritore in pieno centro abitato e a protestare sono solo gli abitanti delle
zone circostanti. Chiaro è che con questo tipo di esempi potrei andare avanti
per molto.
Anche noi, come gli
gnu, fino a quando non veniamo (o pensiamo di essere) colpiti in modo diretto,
in prima persona, continuiamo a bere, e lo facciamo nel fiume dell’indifferenza
e dell’apatia. Per questo motivo i “leoni del potere”, e cioè i politici,
quelli stanno dietro alle mafie, le banche, le assicurazioni, le
multinazionali, pur essendo numericamente esigui, hanno da sempre la meglio
sull’enorme massa di quelli che potrei definire “GnUmani”; perché ogni volta
questi devono combattere solo con una piccola parte della società.
Quando invece siamo noi ad essere colpiti, proprio come lo gnu che viene
assalito dal leone, mostriamo tutta la nostra forza e tenacia e ci
indigniamo anche per l’indifferenza e la scarsa solidarietà di chi ci sta a
attorno.
Senza scomodare alti
ideali come “l’amore universale” o altre cose del genere, basterebbe
fare due semplici ragionamenti pratici per capire che la solidarietà è l’unica strada
percorribile, due ragionamenti sotto certi aspetti anche un po’ egoistici,
cioè di pura convenienza personale: “se oggi è toccato a lui, domani potrebbe
toccare a me” e poi “se mi batto contro un’ingiustizia, anche se non mi tocca
(o penso che non mi tocchi) direttamente, sto combattendo per migliorare il
mondo, quel mondo nel quale ci sono anche io e domani ci saranno i miei figli”.
Mi chiedo cosa mai potrebbero fare
questi leoni, e come sarebbe diversa qualità della nostra vita, se i
metalmeccanici si battessero anche per gli insegnanti e gli insegnanti anche
per i metalmeccanici, se gli eterosessuali mostrassero solidarietà per gli
omosessuali e gli omosessuali per i disabili, se i disabili si battessero anche
per i neri, i Napoletani anche per i Bergamaschi e i Bergamaschi anche per i
Napoletani, se ci battessimo tutti per il negoziante taglieggiato e se ci
incatenassimo tutti davanti Montecitorio per solidarietà alle ragioni di quel
padre disperato.