Calvizzano. Preliminare di puc, ottima l’idea di un parco urbano lungo la sponda dell’Alveo Camaldoli. Ma è realizzabile?


Ingresso da via Garibaldi  (adiacente ai semafori ponte Alveo) all'ipotizzato Parco Urbano

L’idea di realizzare un Parco urbano, che tra l’altro come blog abbiamo sempre suggerito, ci trova d’accordo al cento per cento. Un grosso polmone di verde che inizia da via Garibaldi (altezza semafori) e termina in via Corigliano, ai confini con Villaricca. In pratica si dà valore al vincolo di natura ambientale lungo l’alveo Camaldoli che vieta qualsiasi tipo di costruzione a meno di 150 metri dal vallone naturale. Un corridoio ecologico di circa 450mila metri quadrati (150 metri di larghezza  e 3mila metri di lunghezza) affiancato da altro verde e che si sviluppa anche con piste ciclo pedonali, dando la possibilità di effettuare salutari passeggiate ecologiche. Tutto magnifico sulla carta. Ma sul piano pratico è realizzabile? Occorrerebbero soldi a valanga per gli espropri che il Comune non saprebbe da dove  attingerli. Un parco urbano, come andiamo scrivendo da anni, oltre a essere un bene comune e pubblico, diventerebbe simbolo della nostra idea di città,ospitale e inclusiva non solo per Calvizzano. Nello stesso tempo sarebbe un attrattore e un volano di sviluppo.  Come? Si potrebbe pensare a un progetto complessivo  di riqualificazione  lanciato dal Comune, con il coinvolgimento di privati, disposti a investire capitali propri. Insomma, un’azione sinergica pubblico-privato che, sfruttando la caratteristica dei luoghi, ne consentirebbe il loro recupero e una ottimale valorizzazione. Si potrebbero ipotizzare percorsi archeologici, percorsi gastronomici  e percorsi naturalistici. Su tali percorsi tematici si potrebbero innestare: attività turistiche o agrituristiche o connesse al tempo libero (visite guidate, degustazione prodotti, eccetera). Sarebbe anche un’occasione buona per poter creare qualche posto di lavoro. Un grosso polmone a verde attrezzato andrebbe sicuramente  a compensare l’ incontrollata cementificazione  che ha divorato, anche se in misura minore rispetto ai Comuni limitrofi, il nostro territorio. Il progetto di riqualificazione economica e ambientale di tutta l’area intercomunale, poi, potrebbe essere inserito in un unico piano che coinvolgerebbe anche il Comune di Villaricca, attraverso la stipula di un Accordo di programma, il che darebbe più forza a una eventuale richiesta di fondi regionali o europei. La natura c’è; la storia e l’archeologia pure: nel parco urbano di Villaricca  sono venuti alla luce ritrovamenti risalenti, secondo gli studiosi, a 1800 anni avanti Cristo, poi c’è la Masseria Commone, forse la più antica, poiché risalirebbe agli inizi del 1400. Nelle immediate adiacenze c’è un maneggio e si potrebbe anche pensare a un’area ludica per bambini e ragazzi. Si potrebbero, inoltre, inserire in un eventuale pacchetto turistico tutti gli altri attrattori, tra cui, per Calvizzano l’alveo stesso (opera borbonica), l’antica chiesa di San Giacomo (sepolta dal degrado), quella di San Pietro e il palazzo ducale, dove fu catturato l’ammiraglio Caracciolo; per Villaricca, il palazzo baronale, le chiese e le antiche masserie. Immaginate un visitatore del Parco urbano di Villaricca, al quale gli si offrirebbe anche la possibilità di attraversare sia la strada (corredata in quel posto di un semaforo), sia l’alveo, mediante un ponte in legno, e di immergersi in un altro polmone di verde, dove troverebbe altre attrazioni (maneggio, parco giochi, eccetera) e l’opportunità di gustare cibi tradizionali in un apposito agriturismo. Insomma, carne sul fuoco ce n’è tanta: bisogna solo saperla cucinare in modo ottimale.
Speriamo che l’area cimiteriale con annesso forno crematorio venga perlomeno individuata a una distanza considerevole  dalla storica masseria Commone, altrimenti verrebbe completamente azzerata la nostra idea.   


Quello che resta della storica Masseria Commone del 1400

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