Calvizzano, grande omelia di don Paolo in ricordo di Ammamaria Salatiello: “credo che come comunità cristiana cittadina dobbiamo chiedere scusa a questa splendida donna, perché non abbiamo saputo riconoscere la sua sofferenza”
C’era tanta gente alla commemorazione di Annamaria
Salatiello, la sfortunata donna affetta da disturbi psichici, conseguenza delle
violenze di ogni genere subite (ieri abbiamo pure appreso, per bocca di una sua
cugina, che Annamaria rimase incinta dopo uno stupro). Ad una anno dalla sua morte, grazie a Rosaria
Trinchillo, ieri, nella parrocchia di San Giacomo, è stata celebrata un messa
in suo ricordo.
“Tutto quello
che noi cristiani – ha detto don Paolo –
non abbiamo saputo fare su questa terra per alleviare le sofferenze di
Annamaria, e per questo dobbiamo chiederle scusa, sarà fatto in Paradiso, dove
non c’è pianto, non c’è tristezza. Allo stesso tempo dobbiamo ridestare la nostra attenzione perché questo
non si ripeta più. Oggi sicuramente questa splendida donna da lassù ci benedice,
perché lì non c’è odio, non c’è malizia, non c’è rancore. E questa nostra
preghiera che ci riunisce a lei, perché su questa terra non ci siamo riusciti, possa
essere di esempio per le nuove generazioni, in modo che qui a Calvizzano si
possa crescere con una sensibilità maggiore, si possa vivere benedicendo e non
maledicendo o parlando male degli altri”.
Due parole su Rosaria Trichillo, un’altra stupenda
donna che, in silenzio e grande umiltà,
dopo aver seguito per tanti anni anche Annamaria, ora è l’”Angelo custode” di Giacinta,
una delle due sorelle di Annamaria. L’altra, invece, vive a Frosinone, ma, come
ci hanno riferito, è anziana e piena di acciacchi. Rosaria si occupa un po’ di
tutto, ma, come già scrivemmo, di queste cose non ne vuole parlare, perché le
opere di carità si fanno in silenzio, senza andare alla ricerca di visibilità a
tutti i costi. Noi, invece, ne vogliamo parlare, perché siamo convinti che non
bisogna mai smettere di apprezzare questi personaggi, poiché arrivano dove non
vogliono arrivare le istituzioni. Per fortuna ci sono loro ad alleviare le
sofferenze di chi ne ha bisogno.