Comparando i costi di funzionamento dell’isola
ecologica relativi agli anni 2015, 2016 e 2017, i conti non quadrerebbero. Nel
2017, stando all’ultimo piano finanziario, approvato in Consiglio comunale il
29 dicembre 2016, ammontano a 174mila234
euro annui (159mila715,11, vale a dire gli undici dodicesimi del costo
annuo, visto che l’apertura della piattaforma è prevista per il primo febbraio
prossimo, più l’altro dodicesimo ammontante a 14mila519 euro). Costi di
funzionamento che, a parità di prestazioni, nel 2015 ammontavano a 204 mila euro annui. In entrambi i casi furono quantificati, tenendo presente il personale da impegnare
nell’erogazione del servizio, la gestione amministrativa (registri, report,
elaborazione dati, eccetera), la manutenzione ordinaria e straordinaria e gli
utili d’impresa da riconoscere al gestore LRS, la ditta che cura anche la
raccolta dei rifiuti e lo spazzamento delle strade. Perché, dunque, a parità di
prestazioni, nel 2015 i costi risultano maggiorati di circa 30mila euro? 29mila766 euro per la precisione. Per il 2016 la questione è ancora più particolare. Nel piano
finanziario tari (approvato a marzo 2016), i costi di gestione furono
quantificati sempre in 204mila euro annui. Poi, a luglio dello stesso anno,
chissà perché, cambiarono le cose: i 204
mila diventarono 202mila879,68, ma in questa cifra, oltre ai costi di gestione
dell’isola ecologica, furono quantificati anche quelli relativi al servizio di
raccolta porta a porta sia del vetro che degli imballaggi. Perché l’aggiunta di
quest’ulteriore servizio? Forse per giustificare il prezzo, probabilmente
troppo elevato?