Ufficio Giudice di pace Napoli nord, i Comuni associati ancora non pagano: maturato un debito di oltre 500mila euro nei confronti di Marano, ente capofila
La nuova struttura di piazza Escrivà de Balguer venne inaugurata il 15 novembre 2014. Nel riquadro la coordinatrice dell'Ufficio, avvocato Giovanna Iodice |
Mentre si discute se l’Ufficio del Giudice di
pace di piazza Escrivà de Balaguer (la decisione finale dovrebbe essere presa
oggi) debba continuare a esistere o trasferirsi definitivamente ad Aversa,
presso la sede del Tribunale Napoli nord, Marano, Comune capofila degli enti sottoscrittori
dell’ultima convenzione di maggio 2014, a cui compete sia la gestione amministrativa
che quella economico-finanziaria, non avrebbe ancora inviato a Melito,
Calvizzano, Villaricca, Qualiano e Mugnano i rendiconti consuntivi dai quali
risulta la cifra da pagare per il mantenimento della struttura. Somma che
supererebbe il mezzo milione di euro, calcolata sulla base di quello che ci ha
riferito il dirigente dell’Area amministrativa di Marano, Luigi De Biase.
“Il mantenimento della struttura giudiziaria – dice
De Biase, il dirigente che cura l’aspetto amministrativo, mentre la parte finanziaria
è di competenza dell’ufficio ragioneria che fa capo al settore
economico-finanziario, diretto dalla dottoressa Claudia Gargiulo - costa intorno ai 300mila euro l’anno. Da
questa cifra, però, va defalcato il costo del personale, in quanto grava sui
Comuni aderenti alla convenzione” .
E’ compito di Marano, dunque, far sapere a ogni
singolo ente aderente la somma da pagare. Si tratta di un atto dovuto che va
fatto quanto prima, per evitare che qualcuno potrebbe incappare nelle maglie
della giustizia contabile, per aver arrecato un danno erariale al Comune di Marano,
che finora ha anticipato le spese (consumi energetici, materiale da cancelleria,
pulizie, quote di ammortamento dei beni materiali, eccetera) con i soldi del
proprio bilancio. Perché, secondo i nostri calcoli, il debito maturato dai
Comuni supererebbe il mezzo milione di euro? Prendiamo ad esempio il caso di Calvizzano.
La prima convenzione, venne ratificata ad aprile 2013 e fu sottoscritta da
sindaci e rappresentanti istituzionali dei 7 comuni (Marano, Villaricca,
Melito, Qualiano, Giugliano, Mugnano, Calvizzano) che fanno capo all’importante
Ufficio giudiziario. Per Calvizzano, la firma fu
apposta da Anna Annunziata, sub
commissario dell’epoca, in quanto il Comune era commissariato.
Poi a giugno 2013 si insediò Salatiello che subito decise (atto ratificato
il 10 settembre 2013) di recedere dal protocollo d’intesa. L’amministrazione non
intendeva più contribuire a sostenere le spese per il funzionamento
dell’Ufficio, per scarseggio delle risorse, in virtù della riduzione dei
trasferimenti erariali, ma soprattutto per il criterio iniquo con il quale
erano state determinate le quote. A Calvizzano spettava pagare 35.727 euro annui, calcolati secondo un criterio che prevedeva, per ogni
Comune aderente, l’esborso di una quota fissa pari alla settima parte del 60%
dei costi, mentre l’altro 40% veniva coperto con una quota variabile in base al
numero di abitanti, facendo riferimento alla popolazione residente (12.737
abitanti per Calvizzano) in base all’ultimo censimento. Il recesso però ebbe effetto
a decorrere dal primo gennaio 2014, come previsto dall’articolo 12 del
protocollo d’intesa. Quindi per il 2013 Calvizzano avrebbe dovuto versare nelle
casse di Marano circa 24mila euro (otto dodicesimi di 35mila727 euro).
Grazie alla spinta del
Comune di Calvizzano, rappresentato in più occasioni dall’avvocato Fabio
Felaco, delegato dal sindaco, nel 2014 cambiarono le cose: a maggio fu firmato
un nuovo accordo (dal quale si ritirò Giugliano) con modalità diverse rispetto
a quello precedente. Calvizzano, infatti, non doveva più sborsare 35.727 euro annui, ma 22mila799 euro. Praticamente si strappò un risparmio di circa 13mila euro l’anno. Il Comune, dunque
oltre ai 24mila euro del 2013
dovrebbe versare anche una quota del 2014, ammontante a circa 13mila euro, più 22mila799 euro del 2015 e l’anticipo del 2016 (si paga a gennaio di
ogni anno), ammontante a circa 11mila
400 euro (50% di 22mila799 euro), per un totale di circa 71mila 200 euro. Aggiungendo le cifre
degli altri Comuni che sono sicuramente superiori a quelle di Calvizzano, verrebbero
superati abbondantemente i 500mila euro.