Il PIP (Piano per gli Insediamenti Produttivi) è un
progetto che volle insistentemente l’Amministrazione Bertini, nella speranza
ostinata di trasformare una città dormitorio in una città dove si lavora, dove
si produce ricchezza, dove si costruisce il futuro per le nuove generazioni,
dove con i 600 posti di lavoro inizialmente previsti si sarebbe potuto puntare
a creare una prospettiva per quei 70 ragazzi su 100 che non hanno un lavoro e
che, per averne uno, magari precario, devono mettere in programma l’idea di
andarsene lontano da casa
“La
realizzazione dell’impianto progettuale – chiarisce Bertini - è però passata nelle mani delle
amministrazioni che si sono avvicendate al governo cittadino dopo di me e la
faccenda è finita per ingarbugliarsi di brutto fino al punto che non si sa se l’area
industriale potrà mai effettivamente decollare”.
L’investimento che ha fatto la città
o ha investito 4,5
milioni di euro messi nell’operazione per abbassare i prezzi e renderli più
appetibili per gli imprenditori;
o ha impegnato
167.000 mq. del suo territorio più fertile;
o ha assoggettato
all’esproprio un’area che sul libero mercato poteva rendere ai proprietari
almeno il triplo di quello che hanno incassato;
o ha pagato in
termini occupazionali togliendo il lavoro ad alcune famiglie che vivevano
coltivando quella terra;
o ha rinunciato a
incamerare almeno 2 milioni di euro esentando le costruzioni dagli oneri
concessori su 42.500 mq o 500.000 mc.
Nel Consiglio Comunale
del 5 settembre 2013 il Gruppo Consiliare de L’Altra Marano chiese al Sindaco Angelo
Liccardo di far luce sui seguenti punti:
Lo stato dei lavori
- i lavori, a termini di
convenzione, avrebbero dovuto terminare entro tre anni dalla consegna delle
aree; la consegna è stata perfezionata nel 2008, le opere dovrebbero essere
state concluse già dal 2011: è così che stanno le cose?
- c’era una penale prevista
nella convenzione (pagg.28 e 29) e nel capitolato (pag. 19) è stata applicata?
Se no, perché?
- Collaudo: risulta al
Sindaco che siano state collaudate le opere di infrastrutturazione e gli
opifici? Se non sono state collaudate: perché?
- Agibilità: sa il Sindaco
se gli opifici ultimati e consegnati sono dotati delle certificazioni di
agibilità? Se no, perché?
- Nella convenzione il
comparto A per complessivi 22.400 mq. doveva essere espropriato a spese del
Concessionario e ceduto in proprietà al Comune che lo avrebbe poi riaffidato al
Concessionario con diritto di superficie perché vi realizzasse un Centro
Servizi, un Centro Sanitario, un asilo nido e un mulitboxes con funzione di
incubatore d’impresa; il tutto sarebbe ritornato nella proprietà dell’Ente alla
scadenza del periodo concessorio di 30 anni; il Sindaco può dire
o Se l’area del comparto A risulta effettivamente
intestata al Comune?
o Visto che non sono state realizzate le strutture
previste sa se si tratta di un ritardo nella realizzazione del programma o se
tale impegno sia stato depennato definitivamente?
- Può confermare il Sindaco
che la realizzazione degli stabilimenti industriali e le opere di
urbanizzazione sono conformi al progetto di partenza e alle successive
modifiche approvate dal consiglio comunale?
- Può motivare il Sindaco il
fatto che per alcuni lotti ceduti o per parte degli stessi l’Ufficio Tecnico
Comunale abbia rilasciato una certificazione di destinazione urbanistica
secondo la quale “ricadono in zona E3” che è una zona agricola semplice?
- Risulta al Sindaco il
fatto che alcuni lotti sono stati divisi e che di conseguenza è venuto a
mancare il parametro del “lotto minimo”?
La situazione degli assegnatari
- Risulta al Sindaco che gli
effettivi assegnatari alla data odierna siano tutti e
solo quelli approvati con le delibere 64/2008 e 170/2008?
- Ha una spiegazione il
Sindaco per il fatto che siano scomparsi gli allegati alla delibera di Giunta Comunale
n° 24 del 22.7.2004 e fra questi il Regolamento per l’assegnazione dei lotti
che stabiliva le tipologie di impianto produttivo ammissibili: a chi competeva
la custodia e la vigilanza sugli atti archiviati?
- E’ in grado il Sindaco di
dire se il prezzo di vendita degli opifici praticato sia stato quello stabilito
nella convenzione pari a € 722,00/mq. salvo adeguamenti ISTAT, visto che fonti
di stampa ipotizzano prezzi che avrebbero superato i 1.100 euro per mq.?
- Risulta al Sindaco che
prima ancora che il PIP sia andato in funzione sono già stati posti in vendita
alcuni capannoni in aperto contrasto con quanto stabiliva il Regolamento per la
assegnazione dei lotti che prevedeva l’incedibilità per almeno 5 anni (per
evitare facili speculazioni e evitare che si vanificasse l’effetto della voluta
selezione per bando); può verificare se la vendita
o Sia dovuta a intenzioni speculative (infatti i lotti
posti in vendita espongono prezzi di 1.200 euro al mq.)
o Sia derivata dalle difficoltà a ottenere le necessarie
autorizzazioni
o Sia motivata dall’impossibilità di accedere a
finanziamenti per qualche irregolarità formale o per altri motivi legati sempre
allo stato dei fatti?
- Può spiegare il Sindaco il
fatto che, in contrasto con lo scomparso regolamento, alcuni lotti siano stati
assegnati per attività che “ricadono fra le industrie insalubri di prima
classe” che è la classe che riguarda le industrie nocive? Può dire se le
imprese acquirenti erano a conoscenza del divieto al loro insediamento o se
questo sia stato artatamente nascosto?
- Il Sindaco sa se il
Concessionario, così come previsto in convenzione, sia stato autorizzato ad
accendere dei mutui sulle opere a realizzarsi e se effettivamente i mutui siano
stati accesi privando così di fatto gli acquirenti della possibilità di
finanziarsi per la stessa via o addirittura di accedere a finanziamenti
agevolati previsti da leggi quali la 488? Può cercare di capire se si sono
seguite vie alternative per il finanziamento all’acquisto?
- Ai sensi della convenzione
il Concessionario doveva creare una “adeguata struttura tecnico-amministrativa
per sostenere e accompagnare le imprese nel reperimento dei finanziamenti”: il
Sindaco sa se è stata costituita e se ha operato?
Problemi occupazionali
- Il Sindaco può fornire al
Consiglio dati in merito alle ricadute occupazionali del progetto PIP; in
pratica le imprese assegnatarie dei lotti quanta nuova manodopera
impiegherebbero una volta a regime?
- Gli incubatori d’impresa
dovevano facilitare la nascita di nuove imprese e soprattutto di nuova
imprenditoria giovanile: è una possibilità definitivamente svanita?
- Nella convenzione era
stabilito che si doveva sottoscrivere un piano occupazionale particolarmente
teso a recuperare la manodopera che andava perduta con la dismissione
dell’attività agricola: il Sindaco sa se tutto questo è successo?
- La convenzione all’art. 13
stabiliva che nella realizzazione del PIP andava privilegiata l’imprenditoria e
la manodopera locale: il Sindaco può indicare quali imprese di Marano sono
state chiamate a collaborare?
Problemi con la Regione e completamento del
PIT
- Nonostante ripetuti
solleciti il Comune non riesce a rendicontare alla Regione in merito al finanziamento
dalla stessa concesso per la realizzazione delle opere di urbanizzazione a
scomputo sul prezzo. Quanto è reale il rischio che il Comune debba
ristorare la Regione del finanziamento erogato?
- Il Sindaco può cercare di
capire che fine ha fatto il PIT che vedeva il Comune di Marano avere funzione
di capofila e che doveva collegare il PIP con l’area ASI di Qualiano-Giugliano
visto che parte dei lavori è stata eseguita ma mancano sia il collegamento
con la Via Ripuaria sia l’allargamento di quest’ultima a cura
del Comune di Qualiano?
L’affidabilità del Concessionario
- All’atto della stipula
della convenzione la società concessionaria ha presentato una fideiussione
dell’importo di € 3.981.400 accesa presso la società Industria e Finanza spa:
risulta al Sindaco il fatto che tale società è stata depennata dall’ elenco
generale degli intermediari finanziari nell’anno 2009 per cui da tale data il
Comune è rimasto privo di ogni forma di garanzia a tutela della regolare
esecuzione dei lavori e il Comune non ha pertanto come rivalersi per eventuali
inadempienze? Il RUP era a conoscenza del fatto?
- La mancata realizzazione
delle strutture di servizio previste per il comparto A costituirebbe una grave
violazione dell’impianto convenzionale
o In effetti costituirebbe per il Concessionario un
risparmio molto consistente (il costo è interamente inserito nelle componenti
di spesa che formano il prezzo di vendita) e per il Comune un danno rilevante
con la perdita di un valore immobiliare di circa 3 milioni di euro per la
mancata acquisizione degli immobili alla fine del periodo concessorio
o Il risparmio indebito potrebbe configurare una vera e
propria turbativa d’asta
- Con le ordinanze 4 e 6
rispettivamente datate 9 e 16 agosto il sindaco, dopo che è stato rilevato un
immane disastro ambientale con lo sversamento di rifiuti non ancora tipizzati,
che ha alterato l’aspetto geomorfologico di un’area di circa 7.000 mq., con la
modifica del corso del vallone del Carmine Maggiore , ha ordinato il ripristino
dello stato dei luoghi alla società Team Immobiliare srl con sede in
Sant’Antimo al Corso Italia 106 proprietaria di 4 delle cinque particelle
catastali coinvolte: ha avuto modo nella circostanza di appurare quali sono i
rapporti fra la società che ha compiuto il maxi abuso e quella che ha in
concessione la realizzazione del PIP visto che entrambe hanno sede allo stesso
indirizzo? Si è premurato di chiarire la situazione con il
Concessionario?
Le responsabilità degli Uffici.
- Sembra fin troppo evidente
che in una situazione così ingarbugliata che lascia prefigurare scenari sempre
più catastrofici ci siano responsabilità precise da parte dei tecnici incaricati
della responsabilità del procedimento come non possono non esserci precise
responsabilità nello “smarrimento” di documenti e carteggi essenziali, il
Sindaco dovrebbe individuarle, relazionarne al Consiglio e indicare i
provvedimenti che intenderà assumere al riguardo.
L’impegno del Sindaco
A seguito del voto unanime del Consiglio che lo invitava a farsi carico del
problema il Sindaco ha formalmente assunto l’impegno di ritornare quanto prima
nella pubblica assise per relazionare compiutamente sulla situazione e per
spiegare come intende prendere in mano la situazione e rimettere tutto a
pulito?
E’ una bella gatta da
pelare e noi saremo puntuali nell’informare la città sul come se la caverà il
nostro Primo cittadino.
Le
risposte non sono mai arrivate
La
storia siamo noi: tra “IdeaCittà e “L’attesa”, 30 anni di sano giornalismo al
servizio della città