Marano, febbraio 1995: parte l’iter per la realizzazione della zona industriale





Il PIP (Piano per gli Insediamenti Produttivi) è un progetto che volle insistentemente l’Amministrazione Bertini, nella speranza ostinata di trasformare una città dormitorio in una città dove si lavora, dove si produce ricchezza, dove si costruisce il futuro per le nuove generazioni, dove con i 600 posti di lavoro inizialmente previsti si sarebbe potuto puntare a creare una prospettiva per quei 70 ragazzi su 100 che non hanno un lavoro e che, per averne uno, magari precario, devono mettere in programma l’idea di andarsene lontano da casa
La realizzazione dell’impianto progettuale – chiarisce Bertini -  è però passata nelle mani delle amministrazioni che si sono avvicendate al governo cittadino dopo di me e la faccenda è finita per ingarbugliarsi di brutto fino al punto che non si sa se l’area industriale potrà mai effettivamente decollare”.










L’investimento che ha fatto la città
o    ha investito 4,5 milioni di euro messi nell’operazione per abbassare i prezzi e renderli più appetibili per gli imprenditori;
o    ha impegnato 167.000 mq. del suo territorio più fertile;
o    ha assoggettato all’esproprio un’area che sul libero mercato poteva rendere ai proprietari almeno il triplo di quello che hanno incassato;
o    ha pagato in termini occupazionali togliendo il lavoro ad alcune famiglie che vivevano coltivando quella terra; 
o    ha rinunciato a incamerare almeno 2 milioni di euro esentando le costruzioni dagli oneri concessori su 42.500 mq o 500.000 mc.

Nel Consiglio Comunale del 5 settembre 2013 il Gruppo Consiliare de L’Altra Marano chiese al Sindaco Angelo Liccardo di far luce sui seguenti punti:

Lo stato dei lavori
-        i lavori, a termini di convenzione, avrebbero dovuto terminare entro tre anni dalla consegna delle aree; la consegna è stata perfezionata nel 2008, le opere dovrebbero essere state concluse già dal 2011: è così che stanno le cose?
-        c’era una penale prevista nella convenzione (pagg.28 e 29) e nel capitolato (pag. 19) è stata applicata? Se no, perché?
-        Collaudo: risulta al Sindaco che siano state collaudate le opere di infrastrutturazione e gli opifici? Se non sono state collaudate: perché?
-        Agibilità: sa il Sindaco se gli opifici ultimati e consegnati sono dotati delle certificazioni di agibilità? Se no, perché? 
-        Nella convenzione il comparto A per complessivi 22.400 mq. doveva essere espropriato a spese del Concessionario e ceduto in proprietà al Comune che lo avrebbe poi riaffidato al Concessionario con diritto di superficie perché vi realizzasse un Centro Servizi, un Centro Sanitario, un asilo nido e un mulitboxes con funzione di incubatore d’impresa; il tutto sarebbe ritornato nella proprietà dell’Ente alla scadenza del periodo concessorio di 30 anni; il Sindaco può dire
o   Se l’area del comparto A risulta effettivamente intestata al Comune?
o   Visto che non sono state realizzate le strutture previste sa se si tratta di un ritardo nella realizzazione del programma o se tale impegno sia stato depennato definitivamente?
-        Può confermare il Sindaco che la realizzazione degli stabilimenti industriali e le opere di urbanizzazione sono conformi al progetto di partenza e alle successive modifiche approvate dal consiglio comunale?
-        Può motivare il Sindaco il fatto che per alcuni lotti ceduti o per parte degli stessi l’Ufficio Tecnico Comunale abbia rilasciato una certificazione di destinazione urbanistica secondo la quale “ricadono in zona E3” che è una zona agricola semplice?
-        Risulta al Sindaco il fatto che alcuni lotti sono stati divisi e che di conseguenza è venuto a mancare il parametro del “lotto minimo”? 

La situazione degli assegnatari 
-        Risulta al Sindaco che gli effettivi assegnatari  alla data odierna siano tutti e solo quelli approvati con le delibere 64/2008 e 170/2008?
-        Ha una spiegazione il Sindaco per il fatto che siano scomparsi gli allegati alla delibera di Giunta Comunale n° 24 del 22.7.2004 e fra questi il Regolamento per l’assegnazione dei lotti che stabiliva le tipologie di impianto produttivo ammissibili: a chi competeva la custodia e la vigilanza sugli atti archiviati?
-        E’ in grado il Sindaco di dire se il prezzo di vendita degli opifici praticato sia stato quello stabilito nella convenzione pari a € 722,00/mq. salvo adeguamenti ISTAT, visto che fonti di stampa ipotizzano prezzi che avrebbero superato i 1.100 euro per mq.?
-        Risulta al Sindaco che prima ancora che il PIP sia andato in funzione sono già stati posti in vendita alcuni capannoni in aperto contrasto con quanto stabiliva il Regolamento per la assegnazione dei lotti che prevedeva l’incedibilità per almeno 5 anni (per evitare facili speculazioni e evitare che si vanificasse l’effetto della voluta selezione per bando); può verificare se la vendita
o   Sia dovuta a intenzioni speculative (infatti i lotti posti in vendita espongono prezzi di 1.200 euro al mq.)
o   Sia derivata dalle difficoltà a ottenere le necessarie autorizzazioni
o   Sia motivata dall’impossibilità di accedere a finanziamenti per qualche irregolarità formale o per altri motivi legati sempre allo stato dei fatti?
-        Può spiegare il Sindaco il fatto che, in contrasto con lo scomparso regolamento, alcuni lotti siano stati assegnati per attività che “ricadono fra le industrie insalubri di prima classe” che è la classe che riguarda le industrie nocive? Può dire se le imprese acquirenti erano a conoscenza del divieto al loro insediamento o se questo sia stato artatamente nascosto?
  -      Il Sindaco sa se il Concessionario, così come previsto in convenzione, sia stato autorizzato ad accendere dei mutui sulle opere a realizzarsi e se effettivamente i mutui siano stati accesi privando così di fatto gli acquirenti della possibilità di finanziarsi per la stessa via o addirittura di accedere a finanziamenti agevolati previsti da leggi quali la 488? Può cercare di capire se si sono seguite vie alternative per il finanziamento all’acquisto?
-        Ai sensi della convenzione il Concessionario doveva creare una “adeguata struttura tecnico-amministrativa per sostenere e accompagnare le imprese nel reperimento dei finanziamenti”: il Sindaco sa se è stata costituita e se ha operato?

Problemi occupazionali
-        Il Sindaco può fornire al Consiglio dati in merito alle ricadute occupazionali del progetto PIP; in pratica le imprese assegnatarie dei lotti quanta nuova manodopera impiegherebbero una volta a regime?
-        Gli incubatori d’impresa dovevano facilitare la nascita di nuove imprese e soprattutto di nuova imprenditoria giovanile: è una possibilità definitivamente svanita?
-        Nella convenzione era stabilito che si doveva sottoscrivere un piano occupazionale particolarmente teso a recuperare la manodopera che andava perduta con la dismissione dell’attività agricola: il Sindaco sa se tutto questo è successo?
-        La convenzione all’art. 13 stabiliva che nella realizzazione del PIP andava privilegiata l’imprenditoria e la manodopera locale: il Sindaco può indicare quali imprese di Marano sono state chiamate a collaborare?

Problemi con la Regione e completamento del PIT 
-        Nonostante ripetuti solleciti il Comune non riesce a rendicontare alla Regione in merito al finanziamento dalla stessa concesso per la realizzazione delle opere di urbanizzazione a scomputo sul prezzo. Quanto è reale il rischio che il Comune debba ristorare la Regione del finanziamento erogato?
-        Il Sindaco può cercare di capire che fine ha fatto il PIT che vedeva il Comune di Marano avere funzione di capofila e che doveva collegare il PIP con l’area ASI di Qualiano-Giugliano visto che parte dei lavori è stata eseguita ma mancano sia il collegamento con la Via Ripuaria sia l’allargamento di quest’ultima a cura del Comune di Qualiano?

L’affidabilità del Concessionario
-        All’atto della stipula della convenzione la società concessionaria ha presentato una fideiussione dell’importo di € 3.981.400 accesa presso la società Industria e Finanza spa: risulta al Sindaco il fatto che tale società è stata depennata dall’ elenco generale degli intermediari finanziari nell’anno 2009 per cui da tale data il Comune è rimasto privo di ogni forma di garanzia a tutela della regolare esecuzione dei lavori e il Comune non ha pertanto come rivalersi per eventuali inadempienze? Il RUP era a conoscenza del fatto?
-        La mancata realizzazione delle strutture di servizio previste per il comparto A costituirebbe una grave violazione dell’impianto convenzionale 
o   In effetti costituirebbe per il Concessionario un risparmio molto consistente (il costo è interamente inserito nelle componenti di spesa che formano il prezzo di vendita) e per il Comune un danno rilevante con la perdita di un valore immobiliare di circa 3 milioni di euro per la mancata acquisizione degli immobili alla fine del periodo concessorio
o   Il risparmio indebito potrebbe configurare una vera e propria turbativa d’asta
-        Con le ordinanze 4 e 6 rispettivamente datate 9 e 16 agosto il sindaco, dopo che è stato rilevato un immane disastro ambientale con lo sversamento di rifiuti non ancora tipizzati, che ha alterato l’aspetto geomorfologico di un’area di circa 7.000 mq., con la modifica del corso del vallone del Carmine Maggiore , ha ordinato il ripristino dello stato dei luoghi alla società Team Immobiliare srl con sede in Sant’Antimo al Corso Italia 106 proprietaria di 4 delle cinque particelle catastali coinvolte: ha avuto modo nella circostanza di appurare quali sono i rapporti fra la società che ha compiuto il maxi abuso e quella che ha in concessione la realizzazione del PIP visto che entrambe hanno sede allo stesso indirizzo? Si è premurato di chiarire la situazione con il Concessionario? 

Le responsabilità degli Uffici. 
-        Sembra fin troppo evidente che in una situazione così ingarbugliata che lascia prefigurare scenari sempre più catastrofici ci siano responsabilità precise da parte dei tecnici incaricati della responsabilità del procedimento come non possono non esserci precise responsabilità nello “smarrimento” di documenti e carteggi essenziali, il Sindaco dovrebbe individuarle, relazionarne al Consiglio e indicare i provvedimenti che intenderà assumere al riguardo.

L’impegno del Sindaco
A seguito del voto unanime del Consiglio che lo invitava a farsi carico del problema il Sindaco ha formalmente assunto l’impegno di ritornare quanto prima nella pubblica assise per relazionare compiutamente sulla situazione e per spiegare come intende prendere in mano la situazione e rimettere tutto a pulito?
E’ una bella gatta da pelare e noi saremo puntuali nell’informare la città sul come se la caverà il nostro Primo cittadino.

Le risposte non sono mai arrivate


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