Quasi tutti i Comuni attraversati da via
Raffaele Granata sarebbero inadempienti nei confronti di MetroCampania NordEst, proprietaria della strada cha da Marano (via
Falcone) conduce alla rotonda di Villaricca (quella di fronte al bar Elite),
toccando anche i territori di Calvizzano e di Mugnano. Premessa. Con l’atto di
fusione del 27-12-2012, l’EAV (Ente
Autonomo Volturno), socio unico Regione Campania, ha incorporato Metro Campania
NordEst e le società Circumvesuviana e Sepsa. Noi, però, nel corso
dell’articolo continueremo a chiamarla MetroCampania, poiché così era
denominata quando Marano, il 13 febbraio 2012, per conto degli altri Comuni
attraversati da via Granata firmò l’Accordo Quadro per la concessione in uso
dei suoli ex Ferrovia Alifana.
Ritornando al discorso delle
inottemperanze dei Comuni, perlomeno due di essi non avrebbero mai pagato il
canone annuale di locazione. Marano, Comune capofila e firmatario dell’atto di
transazione con la società ex Ferrovia Alifana per i canoni non versati dal
2002 al 2011, solo nei bilanci 2012 e 2013 avrebbe postato sia le spese relative
ai fitti annuali di locazione che quelle pattuite per i canoni non versati. Dal
2014 a oggi, poi, non sarebbe stato prodotto alcun atto gestionale riguardante
i fitti. Calvizzano, invece, non avrebbe mai onorato i propri debiti: dagli
atti da noi consultati, non ci sono tracce di impegni di spesa. Ma è probabile
che anche Mugnano e Villaricca siano inosservanti. Cosa significa? Che prima o
poi i nodi verranno al pettine, probabilmente quando MetroCampania invierà la
rendicontazione ai vari Comuni. In quel caso e presumibile che le somme non
impegnate diventino debiti fuori bilancio tipo E, con probabile danno erariale
per gli enti inadempienti. Ma perché c’è il rischio che la strada intercomunale
venga chiusa? Perché la convenzione, di durata quinquennale, scade a febbraio
2017, ed è facile che per quella data MetroCampania, intimi agli enti indebitati
il pagamento dei canoni pregressi. Se la regolarizzazione non dovesse avvenire
la società potrebbe riappropriarsi dell’area di sedime della strada con l’inevitabile
conseguenza di chiusura al traffico.
Ricordiamo che a Marano tocca pagare un canone annuale di 7.858 euro(comprensivo
di iva) soggetto a rivalutazione istat su base annua, a Calvizzano circa mille
euro all’anno come Villaricca, a Mugnano poco più di 8mila
euro. I Comuni, ognuno per le sedi stradali di propria pertinenza, sono
responsabili civilmente, penalmente e amministrativamente nei confronti di
terzi. Sono altresì responsabili, sempre per le tratte di competenza, dei
lavori ordinari e straordinari di manutenzione e dell’illuminazione. Su alcuni
tratti, recentemente, sono stati installati i rallentatori di velocità. La
strada, intitolata alla vittima della camorra Raffaele Granata (proposta fatta
dall’ex sindaco di Marano, Salvatore Perrotta), padre dell’ex sindaco di
Calvizzano Giuseppe Granata, fu inaugurata il 25 aprile 2012, a distanza di 6
anni dalla posa della prima pietra dei lavori. Per l’ex sindaco Bertini, che la
volle a tutti i costi, dovrebbe essere già chiusa sia per la sua pericolosità
(è stata già teatro di diversi incidenti) perché, così come viene utilizzata,
non risolve il problema del traffico. La strada era stata concepita per
ospitare il Micrometrò, il fatidico tram leggero che si sarebbe dovuto
agganciare alla stazione di Piscinola della linea 1 del metrò. Un tram già
finanziato con circa 30milioni di euro, ma persi per incapacità e
mancanza di intraprendenza degli amministratori che si sono succeduti negli
ultimi tempi a Marano. I soldi, infatti, senza che nessuno (sia della società
civile, sia del panorama politico e associazionistico locale) si opponesse,
furono dirottati sul tratto Piazza Dante-Piazza Bovio del metrò collinare.
“Fossi stato io al governo cittadino –
dice Bertini – avrei fatto le barricate, chiamando il popolo alla ribellione
civile”.
La strada doveva essere larga otto metri
per tutta la sua carreggiata, invece in alcuni tratti ricadenti nel
territorio di Mugnano e di Villaricca, si è ristretta di tre metri e,
sull’ultimo spezzone (quello che fuoriesce sulla cosiddetta “strada
americana”), anche di quattro metri. Tutto questo perché, come spiegò
l’ex assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici di Marano, Biagio Sgariglia,
sarebbe subentrato il problema della conduttura della Snam rete gas: per
incamiciarla, infatti, sarebbero occorsi circa 400mila euro, una somma che non si sapeva da
dove reperire, per cui si preferì restringere la carreggiata.
“In realtà il vero problema – come ci
conferma un tecnico del Comune di Marano - è che non si è avuto il coraggio di
abbattere qualche stabile che è stato costruito sull’area di sedime della
strada, in pratica di proprietà demaniale”.
Eppure se si pensa ai soldi sborsati da
Marano per l’opera, subentra una gran rabbia non vedervi poi più sfrecciare il
tram leggero.
Una strada costata al Comune di Marano,
tra lavori e spese di progettazione, un milione e 750mila euro
di cui 100 mila euro occorsero per i lavori di scavo e recupero
reperti archeologici trovati in località Calvizzano e che riguardano l’antica
chiesa di San Giacomo, oggi sepolta da arbusti ed erbacce. Al milione750mila
euro vanno aggiunti 125 mila più iva (erano inizialmente 185 mila più iva,
prima che si addivenisse a una transazione bonaria, condotta dall’avv. Onofrio
Fioretto, incaricato dall’ex sindaco di Marano, Mario Cavallo), da spalmare in
19 anni sul bilancio del Comune di Marano, per canoni non versati dal 2002 al
2011.
“Questa
strada – conclude Bertini – è un autentico aborto, perché non ha niente a
che vedere con l’idea originale. La mia amministrazione la concepì unicamente
perché doveva passarvi il Micrometrò. Decidemmo, infatti, di accollarci, come
Comune, tutte le spese, perché ci sarebbero state poi rimborsate dalla Regione
in seguito al finanziamento del tram leggero, che doveva servire per liberare
la nostra città dall’asfissia del traffico, visto che non avevamo più nessun
collegamento rapido con le vie di grande scorrimento. Nell’idea progettuale
(così come risulta anche nel progetto definitivo redatto dalla Progin-Sintra
per conto della Regione e costato circa 400mila euro) doveva essere percorsa a
senso unico con tempi di percorrenza di tre-quattro minuti. Adesso, in
alcuni tratti, è diventata addirittura una strettoia.
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