Riproponiamo
l’articolo del 22 marzo 2015 apparso sul sito Teleclubitalia, cioè prima che
venisse sciolto il Consiglio comunale per le dimissioni non ritirate del
sindaco Liccardo
Ieri mattina si è insediata la Commissione d’accesso
inviata dal Prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone. Ne fanno parte il comandante
della Compagnia dei carabinieri di Giugliano, Antonio De Lise, il viceprefetto
Gerlando Iorio (casertano di Casagiove, recentemente è stato Commissario a
Battipaglia, Comune sciolto per infiltrazioni malavitose), l’architetto Antonio
Bruno. La notizia è arrivata al Comune come un fulmine. Il sindaco era fuori
sede per motivi istituzionali. I componenti della Commissione si sono
presentati al segretario generale, hanno consegnato la prima richiesta di atti
e sono andati via. Adesso il pool di esperti dovrà disporre di approfondite
indagini, setacciando tutti gli atti amministrativi prodotti da luglio 2013, da
quando si è insediato il sindaco Angelo Liccardo, ad oggi, per scovare intrecci
fra politica e criminalità. E’ bene precisare che la Commissione d’accesso non
è (come erroneamente ha detto qualcuno) un organismo incaricato di verificare
la liceità degli atti prodotti; è un pool di tecnici che deve, invece, appurare
che, dagli atti (anche leciti), non emerga una sistematica tutela degli
interessi della criminalità organizzata. In sostanza, la Commissione è alla
ricerca di una correlazione tra l’attività della camorra e la vita
amministrativa: legame che prescinde dalla regolarità degli atti, ma che è più
profondo e presuppone una connivenza organica tra l’apparato amministrativo e
la criminalità. Un lavoro complesso, quindi, che richiede una miscela di
competenze tecniche e investigative. La Commissione ha ricevuto un mandato di
90 giorni, che però è prorogabile per altri 60. La richiesta di proroga arriva
dalla Commissione stessa, che segnala al Prefetto la necessità di un
approfondimento. Generalmente nei Comuni medio-grandi la proroga è inevitabile:
90 giorni per esaminare tutti gli atti di una città come Marano sono
effettivamente pochi. Probabilmente si finirà a settembre. A quella data, la Commissione presenterà una
relazione al Prefetto, con un parere sull’eventuale scioglimento. Il Prefetto
assumerà un tempo tecnico per la decisione (generalmente un mese) e poi agirà.
Ci sono tre strade possibili. La prima è quella dello scioglimento anticipato
del Consiglio comunale; la seconda, quella del mantenimento in vita del Consiglio,
ma con l’imposizione di provvedimenti specifici; la terza, quella che equivale
a una sostanziale assoluzione: nessun provvedimento.
Nel caso di scioglimento, il Prefetto dovrà proporre
al Ministro dell’Interno (e questi al Presidente della Repubblica) un decreto
adeguatamente motivato. Successivamente si insedierà una Commissione di tre
componenti che gestirà il Comune per un periodo compreso tra 18 e 24 mesi. Nel
caso, invece, di mancato scioglimento, il Prefetto potrebbe, con decreto
motivato, ordinare al sindaco interventi specifici, come la rimozione di
assessori o di funzionari, l’annullamento di atti; il Prefetto stesso potrebbe
procedere poi alla sospensione dei singoli consiglieri. Evidentemente, la
scelta tra le due strade dipende dal quadro che viene disegnato dalla
Commissione di Accesso: se l’insieme dell’attività legittima il sospetto di
un’infiltrazione camorristica pervasiva e organica, si procede allo
scioglimento; se invece si palesano infiltrazioni episodiche e specifiche, si
salva la validità del Consiglio, si evita il trauma del commissariamento e si
va verso provvedimenti specifici.