Il Piano politico del sindaco Salatiello, finalizzato a farlo restare in sella da Primo cittadino altri sette anni (i
rimanenti 2 più ulteriori 5), stava andando avanti alla perfezione, ma sarebbe
stato rallentato da alcuni incidenti di percorso sia di tipo politico che
ambientali. L’anno scorso “ruppero le scatole” i due principali artefici di Fratelli d’Italia
locale con i loro manifesti al vetriolo, sfornati al ritmo record di uno ogni
quindici giorni. In città non si parlava d’altro. Poi il sindaco s’inventò il
confronto in piazza tra lui e Gaetano De Rosa, il vero leader del partito della
Meloni, e si rivelò una mossa azzeccata, poiché, da allora, non si è visto più
un manifesto. Successivamente si sarebbero messi di traverso quei due
“impiccioni” di Gabriele Granato e Dorotea Vallefuoco, che, con le loro
battaglie ambientaliste , avrebbero creato qualche problema di troppo al “condottiero”
. Ma quale potrebbe essere il disegno studiato a tavolino dallo stratega
Salatiello, probabilmente mirato a tenere completamente sotto controllo la
città? Lo possiamo solo immaginare, perché lo scaltro sindaco, sa spendere ottimamente
le cose positive che fa, mentre di quelle borderline, difficilmente lascia
tracce. Intanto, ha annullato i suoi
potenziali avversari politici istituzionali. Nella sua maggioranza ha spento
sul nascere il piccolo focolaio di ribellione, alimentato dai vari Di Marino,
Santopaolo e Trinchillo. I tre, per contare di più (cosa legittima in politica)
speravano di cooptare anche lo scontento Antonio Ferrillo, ma
questi, prima avrebbe fatto intendere di aver accettato il “gioco”, poi, da vecchio
marpione, avrebbe colto l’occasione per andarsi
a “spendere politicamente” dal sindaco. Se l’astuto Ferrillo, non certamente amato
da Salatiello (ma in politica spesso bisogna anche fingere), abbia raggiunto o meno l’obiettivo, lo si
capirà strada facendo. Gli inciuci avrebbero fatto il resto. Proprio quello che
voleva Salatiello: tenere i componenti della maggioranza divisi all’interno, ma
compatti in aula. Per quanto concerne i membri della minoranza, Salatiello li
ha completamente annullati. Per Flora Del Prete bastò uno schiocco delle dita a
inizio consiliatura, per farla passare dai banchi della minoranza a quelli della
maggioranza. Da vero “mago” della politica, poi, ha fatto “sparire” Pirozzi e D’Ambra (non si
vedono e non si sentono), e questo potrebbe influire negativamente sul loro
nutrito bacino elettorale. A Sequino, invece, l’avrebbe trasformato da lupo in
agnello. Il promettente enfant prodige della politica locale, nell’ultimo
Consiglio comunale parlava quasi a fatica, a parte l’incidente di percorso in
cui è incappato. Cosa gli è successo? E qui ci sarebbe molto da indagare a
fondo. Resta solo Angela De Vito, ma senza un partito forte e pensante alle
spalle può fare ben poco. Della macchina comunale, non ne parliamo proprio: diversi dipendenti e responsabili di
settore starebbero dalla parte di Salatiello. Gli stessi che ai tempi di
Granata sindaco trovavano sempre il motivo per alzare la voce ed ostacolare il nuovo
percorso amministrativo intrapreso . Insomma, con un quadro così desolante, per
Salatiello si prospetterebbe un prosieguo del cammino politico tutto in discesa
e senza ostacoli. Ma, a rallentare i suoi piani, secondo l’opinione di chi
mastica politica da diversi anni, sarebbero
accaduti alcuni incidenti di percorso inaspettati. L’installazione di un nuovo
ripetitore telefonico in via Eduardo De Filippo, poi svanita; l’ampliamento
delle attività di gestione del sito di stoccaggio di viale della Resistenza che
sta andando avanti. Episodi che avrebbero indirettamente fatto nascere una
nuova leadership locale (della quale ne fanno sicuramente parte Granato e
Vallefuoco) che, adesso, potrebbe dare filo da torcere al sindaco e sconvolgere
la sua strategia. Salatiello lo ha capito bene: nell’ultimo consiglio comunale,
infatti, contrariamente a quanto accaduto in passato su altre questioni (Asl,
contrasti con la preside, eccetera) ha abbassato
i toni dello scontro, facendo in modo che la parte del “cattivo”, sulle dimissioni di Granato e Vallefuoco dalla
Commissione Tutela Ambientale, la recitasse il presidente del Consiglio Antonio
Mauriello. Anche l’argomento abbattimento capannone abusivo di via Eduardo De
Filippo, messa ai voti in Consiglio comunale, avrebbe potuto creare al Primo
cittadino qualche problema non previsto. Adesso, lo scoglio più duro: il Piano
urbanistico che bisogna assolutamente redigere entro la fine della
consiliatura. Qui bisogna procedere con cautela e non commettere errori,
altrimenti si rischia di fare una “brutta fine”, politica ovviamente.