Dura appena 10 minuti il Consiglio comunale più breve della storia di Calvizzano. Mai sceso così in basso il confronto politico
I due oppositori, D'Ambra e Sequino, presenti ieri in Consiglio comunale |
Quello che è accaduto ieri rimarrà nella storia
politica di Calvizzano. Si è svolto il Consiglio comunale più breve degli ultimi
vent’anni (da quando seguiamo le vicende cittadine), senza che nessuno
prendesse la parola, tranne il capogruppo di maggioranza, Antonio Ferrillo, unicamente per formulare gli auguri all’assessore
Maria Luisa Ferrigno che compiva gli
anni, strappando ai presenti un caloroso applauso di approvazione. L’evento di
ieri, molto significativo sotto l’aspetto politico, amministrativo e
sociologico, ci ha fatto cambiare la scaletta degli argomenti, poiché, generalmente,
il sabato e la domenica pubblichiamo articoli di interesse umano e sociale. Un cambiamento
per sottolineare lo squallido scenario nel quale la politica è stata
protagonista in negativo nell’accezione più alta del termine. Una maggioranza
compatta per esigenza di copione di una fiction con un unico protagonista,
tante comparse con un finale già noto (tutti giù la testa) e una minoranza
composta da due persone “mute”, venute, probabilmente, solo per evitare che la
stampa denunciasse per un’ennesima volta il loro “tradimento” verso chi li ha
votati per essere degnamente rappresentati.
Due soli punti all’ordine del giorno: l’approvazione dei verbali della
seduta consiliare del 26 gennaio (come consuetudine) e la ratifica sia dell’accordo
transattivo con la SAPNA, la società
che si occupa di rifiuti, prima in capo
alla Provincia e oggi sotto l’egida della Città metropolitana, sia del debito
fuori bilancio di circa 58mila euro che ne è conseguito, per un errore di
valutazione. Se non era per noi chi le faceva conoscere queste cose alla città?
Per la maggioranza erano presenti tutti i consiglieri, tranne Antonio Di Marino, arrivato a
conclusione dei lavori, e, per l’opposizione, Michele D’Ambra e Biagio
Sequino, poiché Angela De Vito è
arrivata pure lei in ritardo. Se l’assise fosse iniziata, come abitualmente
avviene, con un’ora di ritardo (la massima tolleranza ammessa), non sarebbero
risultati assenti Di Marino e De Vito. Il provvedimento è passato con i voti
favorevoli dei consiglieri di maggioranza e quello contrario dei due oppositori
presenti. Eppure c’era tanto da disquisire sull’argomento, perché, quando si
arriva a un accordo bonario per saldare un debito, nel caso specifico
abbastanza cospicuo (oltre un milione di euro) vuol dire che a monte c’è stata
una cattiva gestione della macchina politico- amministrativa. Per non parlare
della questione debiti fuori bilancio, nel caso specifico lettera E, i più
gravi, poiché quelli relativi alla lettera A sono conseguenza di sentenze
passate in giudicato. La problematica dei debiti fuori bilancio, sulla quale è
intervenuta più volte la Corte dei Conti per bacchettare le varie
amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni, acquisisce un rilievo
determinante, in quanto rappresenta sia un fattore di negativa incisione sul
mantenimento degli equilibri di bilancio di un ente sia un indice di gestione
scorretta (mala gestio). Di queste cose gli oppositori ne hanno conoscenza? Se
le sanno e non sono intervenuti, male hanno fatto perché avrebbero potuto far intendere
di andare a braccetto con il sindaco Salatiello e la sua maggioranza. Se le
ignorano, vuol dire che devono studiare ancora tanto, tanto, tanto, altrimenti,
per il resto della consiliatura saranno destinati a confezionare solo figure
meschine. Il problema fondamentale, a nostro avviso, è che il tasso culturale
di questa città è ancora molto basso (scusateci per la nostra crudezza), per
non parlare di coscienza politica (quasi vicino allo zero), altrimenti non si
spiegherebbe che da anni nei banchi del Consiglio siedono sempre gli stessi personaggi
che non proferiscono parola, per cui non rappresentano affatto i cittadini che
li hanno votati. Lo volete uno spassionato consiglio egregi signori affetti da
mutismo? La prossima volta statevene a casa, poiché Calvizzano ha bisogno di
persone che alzino il livello del confronto e dello scontro politico: solo così
cresce, in tutti i sensi, anche la città.