Per lo svolgimento della seconda edizione dell’oratorio
estivo “Villaggio di Dio” (quest’anno denominato “Aggiungi un posto a Tavola”), il Comune ha
impegnato una somma di oltre 100mila euro, di cui 85mila euro tra spese di
allestimento, manifestazioni, contributo alla Parrocchia, eccetera, più il 22
per cento di iva.
Ecco nel dettaglio il Piano finanziario.
Allestimento area per lo svolgimento di tutte le attività con tappetini,
ombrelloni, erba sintetica e area laboratori: 10mila euro; Scivoli gonfiabili: 2mila euro; service spettacoli: 1.500 euro; Serate spettacoli: 9mila
euro; scenografie serigrafate: 5mila
euro; palco animazione per un mese con mille sedie, fornitura sabbia per
campi di beach volley, soccer e basket: 9.500
euro; assicurazione obbligatoria minori: 4mila euro; montaggio piscine, riempimento, sistemazione bagni
pubblici, impianti fontanine: 2.500 euro;
somministrazione spuntini: 10mila euro;
sorveglianza notturna villaggio: 5mila
euro; impianti elettrici: 2.200 euro;
generatori di corrente per tre serate: 1.500
euro; potatura alberi: 1000 euro;
asfalto zona “Art Attack”: 900 euro;
pittura: 1.500 euro; protezione
civile: 1000 euro; rete metallica
campetti play ground: 1000 euro;
tipografia 1.900 euro; materiale
ludico: 7mila euro; contributo alla
parrocchia comprensivo anche dei tre giorni di colonia estiva: 8.500 euro.
Sulle ditte che hanno fornito materiale, mano d’opera e ulteriori servizi,
ve ne daremo conto più dettagliatamente man mano che verranno liquidate.
Premesso che l’oratorio estivo è un vanto per la
nostra città, a Calvizzano, infatti, non era mai accaduto che venisse
impiantato in un’area del paese un vero e proprio villaggio estivo, dando a più
di 1.500 ragazzi (compresi gli animatori) la possibilità di trascorrere un mese
all’insegna del divertimento, dello sport, della creatività, dei valori
religiosi e della socializzazione. Considerata, senza ombra di dubbio, la
positività dell’evento (forse unico in tutta Napoli e provincia di queste
dimensioni), sorge spontanea la domanda: è giusto impegnare cifre così elevate,
quando poi ci sono problemi prioritari che attendono da anni una soluzione? Il
Comune, avendo un disavanzo di amministrazione di circa 10milioni di euro e che
per ripianarlo bisogna fare trent’anni di sacrifici, in quanto vanno reperiti
nelle pieghe del bilancio 300mila euro annui, può permettersi di impegnare
oltre 100mila euro per favorire l’aggregazione?