Il presidente del consiglio comunale, Antonio Mauriello, sconfessa se
stesso. E’ accaduto l’altro ieri in un’aula consiliare che sembrava più il
palcoscenico di un teatrino di provincia che il luogo del dibattito civile e
democratico. Un consiglio comunale dove, per un’ennesima volta, l’ex sindaco
Pirozzi (va ricordato fino alla noia che
è stato suffragato da 2.700 cittadini) e Michele D’Ambra (il consigliere
maschio più votato alle ultime amministrative) sono fuggiti dai propri doveri,
lasciando soli De Vito e Sequino della minoranza che stanno umilmente cercando
di svolgere alla meglio il ruolo assegnatogli dagli elettori. Due giovani oppositori
che, invece di essere elogiati per la volontà che dimostrano nel rappresentare
i loro votanti e la città, vengono spesso sottoposti al “tiro al bersaglio” di
qualche vetusto consigliere che tra un tic e un tac pensa solo ad agitarsi e da
qualche altro veterano della politica che, probabilmente, confonde la Corte dei
conti, con il giardino corto della contessa di Roccacannuccia.
Veniamo al dunque. Arriva il momento di discutere la
modifica che s’intende apportare all’articolo 17 del regolamento interno del
Consiglio comunale nel quale è previsto che i consiglieri comunali possano
consultare i documenti dei temi in discussione, fin dal giorno della convocazione
dell’assise cittadina. La proposta del presidente del Consiglio Antonio
Mauriello, invece, è quella di accorciare a 48 ore la presa visione degli atti di
Consiglio. Tutto ciò, come chiarisce lo stesso Mauriello, per diminuire lo stress
che affligge gli uffici, dove gli impiegati sono già oberati da una molteplicità
di incombenze. I due consiglieri di opposizione (Sequino e De Vito) fanno
presente che 48 ore sono poche, per cui
chiedono una maggiore dilatazione del tempo. Non vengono, però, accontentati,
nonostante ricevano la solidarietà del capogruppo di maggioranza Giuseppe Santopaolo,
propenso a venire incontro alla richiesta della minoranza.
Ma
il sindaco presenta un suo emendamento
Al sindaco Salatiello non vanno bene neanche le 48
ore proposte da Mauriello. Così presenta
un suo emendamento nel quale prospetta che la visione degli atti debba avvenire
24 ore prima del giorno di effettuazione del Consiglio comunale.
Si mettono a votazione le due proposte: quella di
Mauriello e quella del sindaco. I due dell’opposizione, chiaramente, per
entrambe, votano contro. La maggioranza, invece, vota all’unanimità quella presentata
dal sindaco. Praticamente Mauriello sconfessa se stesso. Ma anche Santopaolo fa
una pessima figura, uscendone con le “ossa rotte”. Perché Mauriello e Santopaolo,
hanno contraddetto le loro rispettive idee? Forse perché entrambi hanno avuto
il timore di inimicarsi il loro capo?
La nostra opinione. Abbiamo avuto la sensazione che
tutto fosse prestabilito nei minimi particolari: un copione studiato a tavolino
per spegnere qualche piccolo focolaio di dissenso emerso ultimamente all’interno
della maggioranza e avvalorare il concetto, come da ritornello di una famosa
canzone in versione Orietta Berti, del “Qui comando io, e questa è casa mia,
ogni dì voglio sapere chi viene e chi va”.
Biagio Sequino e Angela De Vito lasciati soli da Pirozzi e D'Ambra |