All’assistenza domiciliare provvederanno gli operatori del servizio civico comunale



Pagate con un anno di ritardo le Cooperative sociali. A queste ultime, Salatiello ha chiesto di comprovare il possesso dei requisiti previsti dalla legge

La spesa  2013 per ADI e ADS, sostenuta dall’Ambito territoriale, ammonta a 172mila508 euro. Nel 2015 il servizio ADS, che dovrebbe partire il 2 febbraio, non sarebbe più a carico dell’Ambito: l’amministrazione calvizzanese, infatti, per scelta politica, pare abbia deciso di gestirlo in proprio    

La spesa sostenuta nel 2013 dall’Ambito territoriale 16 (comprende i Comuni di Calvizzano, Melito, Qualiano, Mugnano e Villaricca. Melito è il Comune capofila) per pagare le cooperative sociali che hanno fornito i servizi ADI (assistenza domiciliare integrata) e ADS  (assistenza domiciliare socio-assistenziale) agli anziani, ai disabili adulti e ai minori disabili di Calvizzano ammonta a 172mila 508 euro così distribuita: Cooperativa Socio-Sanitaria con sede a Mugnano (54mila167,39 euro); Coop. Forturella con sede a Qualiano (22mila199euro); Coop. New Life con sede a Mugnano (75mila703 euro); Novella Aurora con sede a Giugliano (7mila926,59 euro); Coop La Rinascita con sede a Mugnano (9mila543,73 euro); Coop. Calderone con sede a Napoli (2mila968 euro).  
Il ritardo nei pagamenti (circa un anno), come dicono al Comune, è dovuto al periodo di Commissariamento dell’Ambito territoriale 16, durante il quale si è dovuto redigere il Piano di zona, come previsto dalla legge 328/2000. In ogni caso, il sindaco di Calvizzano, Giuseppe Salatiello, in virtù dell’ultimo decreto anticorruzione targato Renzi, ha chiesto alle Cooperative la documentazione utile a comprovare il possesso di tutti i requisiti prescritti dalla legge. Al di là della richiesta che, a nostro avviso, appare giusta, il Primo cittadino di Calvizzano non è stato mai troppo tenero verso l’Ambito 16, dove, secondo lui, clientele e sprechi la farebbero da padroni. A febbraio dell’anno scorso, Salatiello, nel corso di una manifestazione tenutasi nell’aula consiliare, pronunciò le testuali parole:  “Per quanto concerne l’Ambito dei Servizi sociali, ho voluto che non lavorassero le cooperative mugnanesi e su questo sono stato denunciato. Ma me ne strafrego”.
Cosa s’intende per ADI e ADS?
ADI
E’ l’insieme delle prestazioni che vengono assicurate direttamente nel domicilio dell’assistito e che riguardano sia bisogni sanitari (punture, flebo, nutrizione artificiale, visite..) sia sociali (aiuto domestico, assistenza alla persona….) in una logica – appunto – integrata, perché interviene anche l’ASL.
E’ diretta a favorire il mantenimento della persona, soprattutto se anziana, nel proprio domicilio evitando ricoveri ospedalieri o ricoveri in strutture residenziali assistite.
Destinatari: persone in condizioni di “fragilità” con limitazione dell’autonomia parziale o totale; persone affette da demenza e malattia di Alzheimer; persone in dimissione programmata da reparti ospedalieri o da altre strutture sanitarie e/o residenziali; persone con patologie oncologiche in fase avanzata; persone non autosufficienti affette da SLA conclamata; persone non autosufficienti con disabilità complesse, con patologie croniche gravi. Si richiede tramite il proprio medico di Medicina Generale al Distretto Sanitario di appartenenza. Una apposita Commissione (Unità valutativa) valuterà la domanda e determinerà modalità, tempi e risorse per assicurare, quando giudicata possibile e necessaria, l’assistenza domiciliare.
ADS
Riguarda persone diversamente abili, minori diversamente abili, anziani. Consiste in interventi da fornire ai cittadini al fine di favorire la permanenza nel loro ambiente di vita, evitando l’istituzionalizzazione (ricovero in ospedale, in case di cura, in case famiglia, eccetera) e consentendo loro una soddisfacente vita di relazione. Le attività di assistenza sono: aiuto per l’igiene e la cura della persona; aiuto per la pulizia della casa; lavaggio e cambio della biancheria; preparazione pasti; aiuto nello svolgimento di pratiche amministrative e accompagnamento presso gli uffici; sostegno per la fornitura o l’acquisto, su richiesta, di generi alimentari, di indumenti; di strumenti o tecnologie per favorire l’autonomia; attività di accompagnamento presso familiari e vicini e presso luoghi di interesse culturale o sportivo, finalizzata a mantenere o ristabilire relazioni affettive e sociali; attività di sostegno psicologico. La domanda va presentata all’Ufficio di Piano (la cui sede è a Melito) con allegati certificazione medica e reddito ISEE. Il servizio sociale, a seguito di visita domiciliare, fornisce al capo del suo Ufficio (a Calvizzano la responsabile è la dottoressa Angela Cacciapuoti) il risultato del bisogno sociale e l’indicazione del piano d’intervento nel quale dovrà essere stabilito il tipo e la frequenza delle prestazioni di assistenza da erogare (le cosiddette “ore”).
Per entrambi i servizi ADI e ADS, erogati nell’ambito della legge 328/2000, esiste la compartecipazione al costo della prestazione sociale e socio-sanitaria. Per reddito ISEE non superiore a 7mila euro, la quota di compartecipazione è zero; da 7mila fino a 8mila è il 5%; da 8mila a 9 mila, il 10%...,oltre i 20mila euro è il 100%.       

 A Calvizzano, nel 2015,  l’ADS sarà assicurata dagli operatori del Servizio civico comunale

Il Servizio civico comunale dovrebbe partire oggi, stando a quello che ci hanno riferito all’Ufficio  Servizi Sociali. Riguarderà altre 25 persone della graduatoria, più altri 5 addetti che andranno a sostituire quelli già impegnati nel trasporto scolastico, in vigore dal mese di ottobre 2014. Buona parte dei 25 operatori saranno impegnati nel servizio socio-assistenziale domiciliare. Non si capisce, però, visto che non è stato ancora pubblicato l’atto d’indirizzo, se agli assistiti saranno fornite ore integrative di ausilio domiciliare, rispetto a quelle già programmate nel Piano di zona per gli utenti di Calvizzano, oppure, per scelta politica, come ci avrebbero fatto intendere all’Ufficio Servizi sociali del Comune di Calvizzano, si rinuncerebbe a un servizio contemplato tra quelli erogati dall’Ambito, per provvedervi in proprio. E’ opportuno, dunque, che il sindaco o l’assessore ai Servizi sociali facciano chiarezza sulla questione, spiegando più dettagliatamente ai cittadini come vengono spesi i loro soldi in questo settore. Ricordiamo che il nostro Comune già sborsa all’Ambito, a titolo di compartecipazione della spesa, 7 euro per abitante, cioè circa 90mila euro all’anno. 


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