Per la terapia e la riabilitazione di minori con problemi psichiatrici, c’è Telemaco Junior

In viaggio presso la struttura di Villaricca che ospita “un luogo casa”, unico in Campania per l’emergenza psichiatrica in età evolutiva
Palazzo Chiravallotti sede di Telemaco junior 

I minori adolescenti dai 13 ai 21 anni con disturbi psichiatrici hanno un punto di riferimento per affrontare le loro problematiche. Al Centro Telemaco junior, situato presso il Palazzo Chiaravallotti, al Corso Vittorio Emanuele 51 di Villaricca, c’è uno spazio polifunzionale, “un luogo casa”  ove un gruppo di educatori, coadiuvato da psichiatri, psicologi e infermieri, si costituisce come ambiente educativo-terapeutico per ragazzi affetti da schizofrenie ad esordio adolescenziale, evoluzioni di psicosi infantili, patologie borderline (condizione psichiatrica marginale situata ai limiti fra le nevrosi e le psicosi), escludendo esiti di autismo infantile. E’ un luogo aperto al territorio, dove i ragazzi hanno la possibilità di incontrarsi, riconoscersi, trovare accoglienza e ascolto e soprattutto orientarsi verso la vita adulta in modo autonomo, dopo aver acquisito una identità di appartenenza e di partecipazione sociale. La struttura di tre piani, di proprietà della Fondazione Opera Arcivescovile San Giuseppe (donato dalla contessa Chiaravallotti per essere adibita esclusivamente ad attività sociali) è dotata di aula multimediale per attività di editing e di formazione, di una fornita biblioteca per le attività culturali, di uno spazio living interno (sala mensa, sala cinema) e di uno spazio esterno, tra cui un terrazzo di 180 metri quadrati e un giardino per le attività ricreative. La ricettività massima è di 9 utenti in regime residenziale (24 ore su 24) e di oltre 20 utenti a regime semiresidenziale. Ulteriori tre posti sono riservati  alle emergenze psichiatriche. Del Centro si serve soprattutto l’ASL Napoli 2 Nord che, attraverso i Dipartimenti Materno Infantile e Salute Mentale, ha stipulato una joint-venture (una società mista) con la Cooperativa Euriclea s.c.sociale, amministrata dalla dottoressa Angela Prisco, detentrice dei locali ricevuti in comodato d’uso per 9 anni (il contratto scadrà a dicembre 2016)  dalla Curia arcivescovile di Napoli.  Praticamente un accordo tra  pubblico e privato, dove  Euriclea, oltre alla struttura, mette a disposizione, per lo svolgimento di tutte le attività previste, il suo personale: una trentina tra educatori, sociologi, personale OSS e OSA, addetti ai pasti e alle pulizie locali, eccetera. L’Asl Napoli 2 Nord, invece, oltre a fornire il personale medico (neuropsichiatra infantile, psicologo, eccetera) e infermieristico, per i suoi assistiti paga alla cooperativa una retta per ogni prestazione sia residenziale che semiresidenziale. Si tratta comunque di cifre di gran lunga inferiori alle tariffe corrisposte per la stessa assistenza a strutture fuori Regione, anche per l’impegno nelle attività di personale sanitario Asl. Insomma, c’è un consistente risparmio di spesa, in sintonia con gli obiettivi prefissati dalla nota azienda sanitaria di via Corrado Alvaro 8, in Monteruscello-Pozzuoli. Le modalità di dimissione di un minore vengono di norma concordate fra la Comunità e il servizio inviante (polo psicopatologia Materno-Infantile dell’Asl, Distretto di salute mentale, Tribunale dei Minori, eccetera).
Ma perché l’Asl si avvale di Telemaco e non delle sue strutture?  Perché  ottiene un ottimo servizio, risparmiando notevolmente sui costi gestione: è la risposta secca che ci ha fornito un professionista molto noto nell’hinterland che preferisce di non essere menzionato. D’altronde le ragioni della joint venture sono anche evidenziate in un documento pubblico, apparso sul sito dell’Asl. Purtroppo il fenomeno della gestione dell’emergenza psichiatrica in età evolutiva sta assumendo a livello regionale e non solo, caratteristiche di vera e propria criticità di sistema. In Campania non esiste ancora un’articolazione organizzativa di servizi sanitari specialistici e dedicati a tale evenienza: di fatto le situazioni di gravità psichiatrica di soggetti adolescenti, vengono spesso gestite nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura degli adulti, con tutte le incongruenze che una tale impropria soluzione può comportare. A questo va associato il fenomeno della carenza di strutture dedicate al ricovero di soggetti di età evolutiva con quadri clinici di post acuzie psicopatologica, problematica spesso sollevata dal Tribunale dei minorenni, per soggetti con quadro clinico psichiatrico e sottoposti a provvedimenti dell’ Autorità Giudiziaria. Da qui l’esigenza di avvalersi degli spazi già in uso per questo tipo di problematiche dal Centro Telemaco. Una decisione, a nostro avviso, all’avanguardia che continuerà a far discutere per i risultati positivi ottenuti.          


                         

                                      La grande famiglia di Telemaco nacque nel 2003    

La dottoressa Angela Prisco, oggi amministratrice di Euriclea, nel 2003, dopo un anno di volontariato, ebbe un contratto di consulenza presso il Dipartimento di salute mentale dell’Asl. In quell’occasione concepì l’idea Telemaco giovani. Ecco cosa rispose alle nostre domande.

Quali sono le innovazioni del progetto?

Per quanto riguarda le attività, non ho inventato niente di particolare, visto che sono le solite che si fanno ovunque: teatro, musica, fotografia, informatica. E’ cambiata la relazione tra gli operatori e gli utenti: da noi non si parla di rapporti tra medico e paziente, ma tra persona e persona. Siamo tutti sullo stesso piano, il che non vuol dire che ci confondiamo: la caratteristica dell’operatore “telemaico” è mettersi in una situazione di ascolto dell’altro. Noi siamo un Centro sociale, però la cosa bella è che i nostri ospiti si sentono a casa loro. Oggi, sono persone normali, anzi anche meglio: sono divertenti, creativi e, soprattutto liberi”.

Nel prospetto informativo del progetto si parla di “un percorso formativo di gruppo che apre su un tempo bloccato e che deve riprendere a scorrere”. Può chiarire meglio il concetto?

Chi vive il brutto momento della sofferenza mentale si blocca: ha un solo passato, che si identifica con la sua malattia. Il nostro progetto tende a far riprendere la progettualità del passato, riportandola nel presente e nel futuro. Le racconto un episodio che potrà meglio chiarire il concetto. Una volta chiesi a un ragazzo come si chiamasse  e lui, invece di dirmi il nome, mi rispose che era affetto da depressione bipolare. Ecco, si era completamente identificato nella malattia che il medico gli aveva diagnosticato. In questo modo si ammazza una persona, in quanto non si fa altro che annullargli l’identità. Io ho stravolto totalmente il tipo di relazione tra operatore-medico e utente. Non è il titolo, infatti, che classifica una persona, ma quello che realmente dà con la sua esperienza, la sua saggezza, con il suo saper trasferire valori di riferimento, che non devono essere mai imposti”.

Come si esce dal disagio senza pericoli di ricadute?

I ragazzi non hanno solo la possibilità di imparare attraverso i corsi, ma vanno a spendere sul territorio le conoscenze acquisite. Cercano una piazza dove andare a suonare, a fare gli artisti di strada, realizzando il loro sogno di autonomia. La parte finale del progetto Telemaco consiste proprio nel formare una o più cooperative senza scopo di lucro, dove i ragazzi-soci si dovranno preoccupare di produrre e collocare i loro prodotti sul mercato”.

Insomma, è il caso di dire che si esce fuori lavorando da “matti”…

Esattamente, e questi ragazzi hanno una voglia eccezionale di recuperare il famoso “tempo bloccato” “.

Telemaco era il figlio di Ulisse e Penelope, qual è il nesso?

Nel fare e disfare la tela, Penelope rappresenta la metafora della vita ed è il simbolo dell’attesa del ritorno (di Ulisse o della normalità conquistata). Quando una persona sta male, c’è questo tentativo di disfare, c’è questa richiesta di aiuto che però è indefinita, perché nel profondo c’è solo il disagio. Ulisse è la controparte esperienziale: nel suo viaggio costellato da una serie di ostacoli, acquisisce esperienza che diventa crescita. Quando queste due parti si integrano, nasce il figlio Telemaco, che non è né Penelope né Ulisse, ma qualcosa che si è fuso e ha dato vita a una unità vera”.

Con i ragazzi avete prodotto anche un calendario: una denuncia contro l’indifferenza?

Noi non denunciamo niente. Questo calendario è un modo per spargere un seme, per diffondere un’idea. Come diceva Gesù in una parabola, se il seme cade sopra una pietra, là rimane; ma se finisce in un terreno accogliente, germoglia e si sviluppa. Il calendario nasce come manifestazione all’esterno, per far vedere che, se si lavora in un certo modo, le cose cambiano”.

Il suo sogno?

"Più che sogno, obiettivo: aprire una scuola di formazione per operatori".     

L'obiettivo di Prisco non è stato centrato, però la psicologa è riuscita a creare  Euriclea, la cooperativa che dà lavoro a 30 persone, in una struttura dove c’è “Spazio” per la Psicopatologia dell’adolescenza, unica nella Regione Campania.        


Visualizzazioni della settimana