Ad allontanare lo spettro del pre-dissesto avrebbero contribuito
sicuramente i due prestiti chiesti allo Stato per un totale di circa 7milioni600mila euro. Due autentiche boccate
d’ossigeno che consentiranno al Comune di estinguere i due debiti più
sostanziosi: quello con Acqua Campania e quello con il Consorzio cimiteriale.
Ma quali saranno le conseguenze economico-sociali, visto che bisognerà sborsare
diverse centinaia di migliaia di euro
l’anno tra quota capitale e interessi?
“Le casse comunali ridono, ma non è
tutto oro quello che luccica”. Così, il 12 dicembre
2014, titolammo un nostro articolo, attraverso il quale cercammo di fotografare
la situazione economico-finanziaria relativa ai primi 7 mesi di amministrazione
Salatiello. Due i dati principali che emersero. Il primo. Effettivamente dal
mese di maggio 2013, contrariamente a quanto
avvenuto negli anni precedenti, il Comune non era più andato in
anticipazione di cassa, risparmiando così cospicui interessi da pagare alla
Geset, gestore della tesoreria comunale. La seconda. L’amministrazione si stava
dando alla pazza gioia sul fronte delle spese, elargendo denaro a destra e a
manca, ad associazioni, enti, club, eccetera. Il Comune, in pratica, ridiventò una sorta di
luogo di beneficenza stile Prima Repubblica, quando le richieste di aiuto
economico venivano quasi tutte esaudite, perché portavano consenso. Non solo,
per il Natale 2013 furono impegnati circa 30mila euro; nel contempo si stava già
programmando il Servizio civico comunale che se fosse andato in porto secondo i
programmi iniziali sarebbero occorsi circa 300mila euro. Inoltre, circolava
voce che il sindaco, intenzionato a portare avanti il programma elettorale nella
sua interezza, avrebbe voluto iniziare a stretto giro a distribuire alle
famiglie senza reddito la “Social Family Card”, una carta acquisti del valore
di 300 euro. Tutto questo ci indusse a
sottolineare che un simile andazzo avrebbe contribuito a far incappare il
Comune nelle maglie del pre-dissesto, per cui serviva meno populismo e più
rigore nei conti, stringendo i cordoni della borsa ed evitando spese allegre.
Aggiungemmo che avere 500mila euro in cassa era sicuramente un segno positivo,
ma non doveva far entusiasmare più di tanto, poiché con una enorme mole di
debiti si poteva correre anche il forte
rischio di cadere nel baratro del dissesto economico-finanziario, se non si
correva subito ai ripari con le dovute contromisure.
Ma gli auspicati provvedimenti alla fine sono stati presi? E’ stato ridimensionato
il servizio civico, i festeggiamenti del Natale 2014 sono stati molto ma molto più
sobri; non sono stati più elargiti contributi a go go. Comunque, si è perseverato
nell’errore di finanziare spese inutili, vedi “amministratori” a Bruxelles
anche con i soldi del Comune, visita di un’allargata delegazione comunale agli
anziani del soggiorno estivo, tanto per fare un esempio. Insomma, piccoli passi
sono stati fatti, grazie pure ai consigli del ragioniere capo Salvatore
Sabatino che sta lavorando infaticabilmente, anche oltre l’orario normale di
servizio, per cercare di vincere la sfida del risanamento dei conti. Al di là
di tutto, secondo noi, se è stato allontanato lo spettro del default, il peso
sostanziale l’hanno avuto sicuramente le due boccate di ossigeno arrivate con il
decreto 35 dell’8 aprile 2013, meglio
conosciuto come decreto “spalma debiti”. Da qui il titolo della famosa commedia
di Eduardo De Filippo, con la variante della lettera S che sta per Salatiello
al posto della F maiuscola. Proprio per sottolineare che anche la fortuna ha
avuto la sua importanza, visto che i sindaci che hanno preceduto l’attuale
Primo cittadino al governo della città non hanno avuto, purtroppo, questa
possibilità offerta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ricordiamo che
dal Fondo nazionale, nato per assicurare liquidità agli enti locali sono
arrivati al Comune due prestiti per un totale di circa 7milioni600mila euro . Il primo, quello di 2milioni 350 mila euro fu elargito nel 2013: a maggio la Cassa
Depositi e Prestiti (la banca dello Stato) provvide a rimpinguare le casse
comunali con una prima tranche di un milione175
mila euro; la seconda quota, pari
sempre a 1.175.000 euro, sarebbe
dovuta arrivare a maggio 2014, ma fu anticipata a novembre 2013. Gli
altri 5milioni281mila462,10 euro
sono stati concessi a giugno scorso. Tutti questi soldi non sono a fondo perduto:
si tratta, in pratica, di una sorta di prestito a tasso agevolato che i Comuni
devono restituire, secondo un piano di ammortamento venticinquennale che
prevede rate mensili, comprensive sia della quota capitale che della quota
interessi. Per i 5milioni281mila euro, ad esempio, il tasso è del 2,274% annuo.
La prima rata va versata entro il 31 maggio 2015, l’ultima entro il 31 maggio
2043. Tale liquidità serve unicamente agli enti locali per far fronte ai debiti
certi, liquidi ed esigibili, maturati al 31-12-2012, pena la decadenza dal
beneficio. Questi soldi hanno fatto
cessare l’ansia anche a diversi rappresentanti dell’amministrazione comunale,
perché con un bilancio meno ingessato si son potute distribuire con più
facilità le altre risorse disponibili e accontentare le varie parrocchie. Ma
quanto durerà tutto questo andazzo se non si corre ai ripari? Bisognerà,
dunque, a maggior ragione impostare una politica di rigore che miri a evitare
soprattutto le spese inutili, perché i costi sociali da pagare per mezzo di questi
due prestiti sono sicuramente altissimi.