Stamattina il taglio del fatidico nastro effettuato da Giuseppe Salatiello
e Francesco Gaudieri, rispettivamente sindaco di Calvizzano e sindaco di
Villaricca, i due Comuni nel cui ambito territoriale ricade la strada
Da sinistra verso destra: don Ciro Tufo, i sindaci di Villaricca e Calvizzano, don Giovanni Tammaro
Raffaele Cacciapuoti, assessore ai
Lavori Pubblici del Comune di Villaricca: “nel 2011, prima che si insediasse
l’amministrazione Gaudieri, furono stralciati dal progetto originario la pista
ciclabile e il ponte sul Lavinaio. Restano, comunque, ancora circa 500mila euro
che saranno spesi per realizzare via Corigliano”
Lello Topo, ex sindaco di Villaricca e
attuale capogruppo regionale del Partito democratico: “hanno avuto poco coraggio. Se fossi rimasto
sindaco, la pista ciclabile l’avrei sicuramente realizzata”
Giuseppe Salatiello, sindaco di
Calvizzano: “la pista ciclabile
la realizzeremo noi, sul tratto di nostra competenza. Siamo già in possesso di
una sorta di progetto preliminare
La ditta Corvino di Caserta, vincitrice
dell’appalto dei lavori di completamento del tratto calvizzanese della strada
che costeggia l’alveo, ha rispettato ampiamente i tempi previsti. In due mesi (l’assegnazione
della gara è avvenuta agli inizi di ottobre), per un importo di circa 40mila
euro, ha realizzato la staccionata di legno ambo i lati, l’impianto semaforico
all’incrocio con via Martiri di Kindu, via Garibaldi e via Mazzini, la
segnaletica verticale e orizzontale, ha ripristinato i cavi dell’illuminazione
pubblica che erano stati rubati e ha effettuato i lavori di pulizia, visto che i
laterali della strada erano invasi da arbusti ed erbacce. Insomma, è stato
fatto alla lettera tutto quello che aveva prescritto il collaudatore, ing.
Francesco Marino di Parete. Villaricca, invece, ha fatto pulire il tratto di
sua competenza dalla Garden OF Flower di Varcaturo, per un importo di 4.400
euro (nel prezzo è compreso anche la potatura dei pini nel tratto di strada di
Corso Italia che va dalla chiesa San Pasquale Bylon all’incrocio con la strada
Alveo Camaldoli). Con l’apertura, dunque, della strada, migliorerà sicuramente
la viabilità delle due città e si
ridurranno anche gli endemici intasamenti del tratto di circumvallazione
esterna che va dalla rotonda di Villaricca a quella del cimitero.
Dei fondi stanziati (2milioni240mila euro) per l’arteria stradale resterebbero
circa 500mila euro che potrebbero ritornare alla Regione qualora non dovessero
essere spesi
La strada appena inaugurata è il
classico esempio di cattiva amministrazione e spreco di denaro pubblico.
Per questo motivo, qualcuno ha più volte invocato le telecamere di Striscia la
Notizia, mentre, a nostro avviso, occorrerebbe l’intromissione della Corte dei
Conti e, forse, anche della Procura della Repubblica. Ricordiamo che la strada
si compone di due tratti più o meno della stessa lunghezza di circa un
chilometro: il primo, ricadente nel territorio di Calvizzano, realizzato con fondi comunali e un
finanziamento regionale, previsto dalla legge 51; il secondo, ricadente nel
territorio di Villaricca, che è stato realizzato con i fondi europei PIT (Piano
integrato territoriale) elargiti dalla Regione.
La storia
Più di 10 anni fa la Regione, per
spendere proficuamente i fondi europei Fesr per lo sviluppo delle
infrastrutture, s’inventò i Piani integrati territoriali, meglio conosciuti con
l’acronimo Pit. I Comuni decisero così di realizzare alcune strade a scorrimento
veloce, con lo scopo di collegare le future aree industriali Pip dell’area
giuglianese sia tra di loro, sia alla grande viabilità. Il progetto integrato
della strada in oggetto fu approvato nel 2004 con delibera regionale n.549,
secondo la quale a Villaricca, da Comune capofila, toccava progettare e
realizzare sia il tratto di strada ricadente nel suo territorio sia la parte
integrata del progetto riguardante i due Comuni. Del resto del progetto, però,
non c’è traccia. Erano previsti infatti: una pista ciclabile (costo stimato
200mila euro) che doveva affiancare la via che costeggia l’Alveo per l’intera
tratta di circa due chilometri e la
realizzazione di una parte di via Corigliano (avrebbe dovuto collegare viale
della Resistenza, nei pressi del calzaturificio Melluso, per intenderci, con
Corso Italia) con una carreggiata a doppia corsia di marcia, marciapiedi,
illuminazione pubblica, che avrebbe dovuto raccordarsi con via Alveo Camaldoli,
attraverso un ponte carrabile e una rotonda per lo smistamento ordinato del
nuovo incrocio. Villaricca, inoltre, aveva promesso a Calvizzano che, a sue
spese, avrebbe realizzato un altro ponte carrabile all’altezza di via Lavinaio
(arteria di via Eduardo De Filippo, ex via Commone) per collegarla con via
Alveo Camaldoli. Ponte che non è stato più costruito perché sarebbe di difficile
realizzazione tecnica, come avrebbero scritto in una loro relazione i
progettisti (ing. Lucio Flaminio e l’architetto Dario Bracci) del tratto di
strada di competenza del Comune di Villaricca e della parte integrata (pista
ciclabile, via Corigliano con relativa rotatoria al Corso Italia, eccetera).
Ricordiamo ancora che a Villaricca, per realizzare tutte queste opere,
furono assegnati un milione792mila euro
di risorse pubbliche ai quali si aggiunsero 448mila euro di fondi comunali (cofinanziamento), per un totale di 2milioni 240mila euro. Di questi soldi,
Villaricca, finora, avrebbe speso, poco più di 1milione 900mila euro tra lavori
(da 1milione68mila euro iniziali si è arrivati a poco meno di 1milione400mila
euro, poiché si sono aggiunti lavori di variante per circa 200mila euro e
maggiori lavori per circa 150mila euro, in quanto la strada è stata più volte
vandalizzata) e spese per espropri (150.604,52 euro), di progettazione e di
direzione lavori (per un totale di 150mila euro), eccetera, eccetera.
Resterebbero, dunque, ancora disponibili circa 300mila euro (frutto del
consistente ribasso d’asta del 34,464%), ai quali vanno sommati i circa 200mila
euro che dovevano servire, come risulta dal contratto firmato tra il Comune di
Villaricca e la ditta Capretto, aggiudicataria dell’appalto, per
realizzare la pista ciclabile che non è stata costruita e mai lo sarà, per
quello che ci è stato riferito. Che fine faranno, dunque, questi circa 500mila
euro rimasti? Ritorneranno alla Regione o saranno utilizzati per completare,
una volta per sempre, le altre opere previste?
Con i fondi Pit furono finanziate
altre strade del comprensorio giuglianese che avrebbero dovuto collegare tra
loro le future aree industriali: una è stata definitivamente cancellata,
l’altra, a distanza di circa 11 anni dalla richiesta di finanziamento, è ancora
sbarrata al traffico
Strada di collegamento area Pip di Marano con il ponte Surriente
Oltre alla strada Alveo Camaldoli (aperta
al traffico solo il 20 dicembre 2014), con i fondi Pit vennero finanziati
alcuni tratti stradali nelle aree produttive a ridosso della circumvallazione
esterna in territorio Mugnano, una nuova strada di collegamento tra l’area
industriale Pip di zona San Rocco a Marano e il cosiddetto ponte di Surriente
in località Qualiano, e un altro collegamento tra via Ripuaria e la zona
industriale ASI di Giugliano (località Ponte Riccio). Quest’ultima, nonostante
il finanziamento regionale di alcuni milioni di euro (la gara doveva essere
bandita entro il 31 dicembre 2005 per non perdere il finanziamento), non è
stata più realizzata: pare che l’opera fu bloccata dal genio Civile. Per la
strada di collegamento tra l’area Pip del Comune di Marano e via Ripuaria, i
fondi Pit elargiti dalla Regione ammontano a 1.064mila euro ai quali va
aggiunto il cofinanziameto del Comune di Marano di 234.742,68 euro e quello di Villaricca di 31.300 euro. Il contratto d’appalto con la General Costruzioni
S.r.L. di Quarto (vincitrice della gara con un ribasso del 34,59% per un
importo 663mila 658 euro) fu stipulato il 28 giugno 2006, ma i lavori iniziarono
il 21 maggio del 2008 e il 5 giugno furono già sospesi. Ripresero il 16
febbraio 2009 e furono sospesi di nuovo il 17 luglio 2009. Il 30 luglio la
strada venne posta a sequestro giudiziario poiché si ipotizzava un cattivo
funzionamento della fogna sottostante. La magistratura emise diversi avvisi di
garanzia: al dirigente dell’area tecnica dell’epoca del Comune di Marano, al Rup
e al direttore dei lavori. Tutti e tre furono indagati per disastro ambientale.
Il 21 aprile 2010 si svolse l’incidente probatorio, durante il quale, però,
venne appurato che il guasto non riguardava il derivatore che separa le acque
miste provenienti dalla fogna sottostante la strada Pit, ma riguardava un altro
derivatore poco più distante (circa 100 metri), ubicato sul tratto di via
Consolare Campana, nel Comune di Villaricca. Fu sbloccato, dunque, il cantiere
ma non ripresero i lavori perché, nel frattempo, la ditta vincitrice
dell’appalto fece causa al Comune, chiedendo un risarcimento danni di circa
600mila euro, ritenendosi enormemente danneggiata dal blocco dei lavori. Alla
ditta, finora, sono stati pagati tre stati di avanzamenti: il primo di 241mila
564 euro euro a giugno 2009; il secondo di 166mila 353 euro il 23 settembre
2009 e il terzo di 135mila270euor il 23 febbraio 2010. La direzione dei lavori
fu affidata ai tempi dell’amministrazione Perrotta all’ing. Luigi Pianese,
mentre il coordinamento della sicurezza fu assegnato all’architetto Ibrahim
Khader (di origine palestinese e cittadino di Calvizzano). Insomma, a distanza
di 8 anni e mezzo dalla stipula del contratto, la strada è ancora chiusa al
traffico, versa in condizioni disastrose ed è diventata uno sversatoio di
rifiuti di ogni genere.