C’erano una cinquantina di persone all’assemblea
pubblica di venerdì 24 ottobre, svoltasi davanti al cancello dello stabile sul
quale dovrebbe essere installato il settimo ripetitore. Se dal conteggio si escludono gli attivisti della Rete Commons e
i cittadini provenienti da altri paesi viciniori, i residenti a Calvizzano
erano appena una trentina: troppo pochi per una problematica di grande valenza
sociale da dibattere in un’assemblea tra l’altro tanto pubblicizzata su
mass-media e social network. Ai lavori
erano presenti anche il segretario del Partito democratico locale, Antonio
Veneruso, e la consigliera comunale del Pd Angela De Vito, molto attiva sul
fronte della lotta contro l’elettrosmog e onnipresente al presidio permanente
del comitato “Stop-antenne”. Degli altri
politici neanche la loro ombra. Non si è fatto vedere neanche Vincenzo
Trinchillo, consigliere di maggioranza, delegato dal sindaco in materia di “installazione ed esercizio delle stazioni
radio base per telefonia mobile”, che,
tra l’altro, abita in una zona circondata da ripetitori. Sarebbe stata
l’occasione per spiegare ai cittadini le strategie che intende mettere in campo
l’amministrazione contro il proliferare di antenne. Non si è vista e non si
sente più Angela Licciardiello, colei che diede inizio alla battaglia contro le
antenne e organizzò la poderosa manifestazione di novembre 2013, in seguito alla
quale il sindaco emanò il decreto che bloccava per un anno le nuove
installazioni di ripetitori, poi bocciato dal Tar. Che popolo strano i
calvizzanesi: da queste parti tutti si lamentano, ma pochi passano ai fatti
concreti. “O’ Ripp o’ rapp”, per dirla in dialetto, la lotta va avanti. Intanto,
l’assemblea ha deciso di chiedere al sindaco la convocazione di un consiglio
comunale monotematico sulla questione ripetitori; di provvedere a una raccolta
di firme contro l’inquinamento elettromagnetico sul nostro territorio e di programmare
un altro corteo tra un mese.