Contro l’installazione della settima antenna, manifestazione ben riuscita



Il parroco don Ciro: coloro che affittano attici e terreni vicini alle abitazioni per installare ripetitori dovrebbero farsi un serio esame di coscienza

La manifestazione di sabato 18 ottobre per dire No all’installazione del settimo ripetitore di telefonia mobile nella nostra città, ma soprattutto contro l’inquinamento elettromagnetico è riuscita benissimo. Purtroppo, va constatato ancora una volta che tantissimi cittadini  sono rimasti  a casa in tutt' altre faccende affaccendati, fregandosene altamente della problematica che investe anche le loro famiglie. Siccome le immagini sono sicuramente più eloquenti di qualsiasi articolo, stiamo lavorando al montaggio del video, per farvelo vedere al più presto possibile. Intanto, ieri si è sparsa la voce che la manifestazione fosse sponsorizzata da ben noti professionisti della protesta: nulla di più falso, perché si è trattato di un corteo pacifico e senza bandiere. Un plauso va ai Carabinieri e ai Vigili urbani per come hanno gestito la protesta e l’ordine pubblico. Adesso cosa succederà? Siccome il 17 ottobre scorso è stato rilasciato il permesso di costruire alla Telecom, il sindaco ha invitato il dirigente dell’Ufficio tecnico a sospendere tale autorizzazione, richiamando il comma 2 dell’art. 18 del regolamento sulle antenne, approvato dal consiglio comunale il 20 dicembre 2013.  Comma che sostanzialmente recita così: “…le domande in itinere (in pratica anche quella che prevede l’installazione del ripetitore in via Eduardo De Filippo sullo stabile della ditta SarFrigor) potranno essere autorizzate previa conforme autorizzazione del Consiglio comunale”.
Insomma, si tratterebbe solo di allungare i tempi. Nelle more che ciò avvenga, a nostro avviso va commissionato a qualche ditta specializzata il Piano di distribuzione delle antenne, in quanto, oltre a regolamentare efficientemente la materia, servirebbe anche a offrire alla Telecom una soluzione alternativa. Al Comune pare che stiano già provvedendo in tal senso, anche se il problema grosso è reperire i circa  24 mila euro chiesti dalla ditta interpellata per la redazione del Piano. Cosa aggiungere? Agli amministratori non possiamo che dire trovateli questi soldi, anche perché si è perso circa un anno, durante il quale, se fossero stati eliminati tanti sprechi, sarebbero state  reperite risorse ben più consistenti. Ai privati, visto che il signor Sarracino (il proprietario dello stabile dove dovrà sorgere il settimo ripetitore), come lui stesso ci ha dichiarato, è pentito della decisione presa e che se potesse tornare indietro non rifarebbe lo stesso percorso, di dire No a chiunque bussi alla loro porta per installare un’antenna sul tetto delle loro case, perché Calvizzano non è più in grado di sopportare altri “mostri inquinanti”, perlomeno in luoghi sensibili e ad alta concentrazione abitativa. 

             

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