La
decisione populista di far arrivare nelle case dei contribuenti anche la quarta
e ultima bolletta dell’acqua riferita ai consumi 2013 con una tariffa più bassa
(0,50 euro a metro cubo) rispetto a quella stabilita dal Commissario
straordinario (0,90 euro a metro cubo), potrebbe creare qualche grattacapo contabile-amministrativo
all’esecutivo Salatiello. Nel bilancio di previsione 2013, infatti, nel
capitolo delle entrate extratributarie, per la voce acqua è stato previsto un
incasso di 931.587 euro (costi
sostenuti da spalmare al cento per cento sull’utenza). Entrata che, però, si
sarebbe potuta concretizzare solo con una tariffazione di 0,90 euro a metro
cubo (eccedenza a 1,80 euro a metro cubo), a condizione, chiaramente, che tutti
gli utenti si fossero recati in tesoreria o all’ufficio postale a saldare il
conto. Con una tariffa pari a 0,50 euro a metro cubo (eccedenza a 1,62 euro a
metro cubo), invece, il Comune, premesso sempre che tutti i contribuenti
onorino il loro debito, introiterebbe 683.774
euro (stima del gettito complessivo risultante dalla determina 29 del
6/7/2012, con tariffa a 0,50 euro a metro cubo).
I
conti dunque non quadrerebbero, poiché l’incasso reale sarebbe di circa
247mila800 euro in meno di quello previsto. E’ vero che la spesa complessiva di
931mila587euro, programmata nel bilancio di previsione 2013 per il servizio
acquedotto, risulta essere stimata correttamente, ma è stata indebitamente, come
noi del blog facemmo notare in un articolo di giugno scorso, spalmata
sull’utenza, in quanto non si è tenuto conto delle perdite idriche (generalmente
stimate intorno al 20- 30%) dovute alla vetustà delle condutture, e dell’acqua consumata
per usi pubblici. In pratica, dei 456mila euro da pagare ad Acqua Campania S.p.A.
(fornitore unico a Calvizzano) per l’approvvigionamento del prezioso liquido,
andavano caricati sull’utenza solo 365mila euro circa, mentre i restanti 91mila
euro circa (20% di 456mila) bisognava reperirli dalle pieghe del bilancio
comunale. Il 20 sembra una percentuale accettabile, poiché a Calvizzano la rete
idrica è stata quasi completamente risanata, sia con fondi comunali che con
risorse europee. In ogni caso, seppure si volessero percentualizzare le perdite
intorno al 30%, come ha fatto Marano, mancherebbero rispetto alla previsione d’incasso,
premesso che tutti i contribuenti si recassero a pagare, poco più di 110mila
euro. Ma qual era l’iter giusto che avrebbe dovuto, a nostro avviso, seguire
l’esecutivo Salatiello, dal momento che è stato deciso di rimanere invariata
rispetto al 2012 la tariffa dell’acqua, cioè 0,50 euro a metro cubo? Bisognava annullare
in autotutela la delibera commissariale 22 del 20 maggio 2013 e redigerne
un’altra con l’approvazione delle nuove tariffe ridotte del servizio idrico,
prelevando dal bilancio comunale la cifra da compensare, in virtù delle perdite.
Al ragioniere capo e al revisore dei conti sono sfuggiti questi particolari?
Adesso la cosa diventerebbe più seria, poiché
potrebbe prefigurarsi, come ci ha riferito un esperto di contabilità
amministrativa, il reato di falso in bilancio, con eventuali danni erariali a
carico degli amministratori e dei funzionari che hanno avallato tutti gli atti
gestionali. Un’ultima osservazione. In
calce alla quarta e ultima bolletta arrivata nelle case dei contribuenti è
scritto “Salvo conguaglio tariffe”, ma questo particolare non cancellerebbe
eventuali responsabilità contabili-amministrative, poiché bisognava agire,
secondo l’esperto, prima dell’approvazione del bilancio di previsione.