A distanza di 12 anni la città ritorna nelle
mani di Salatiello. L’ex sindaco che ha governato il Comune dal 1992 al 2001
vince ma non stravince. Con il 38,12 per cento dei voti, infatti, rappresenta
solo poco più di un terzo degli elettori. Adesso tocca di nuovo a lui governare,
ma soprattutto di concretizzare i 16 punti del suo “vangelo” elettorale. Avrà
cinque anni di consiliatura per rivoltare la città come un guanto, visto
che sarà molto difficile mandarlo a
casa. Salatiello, infatti, è molto abile nello spegnere eventuali focolai che
potrebbero accendersi nella sua maggioranza durante il suo cammino
amministrativo; sa usare anche metodi convincenti e riesce, con grande
scaltrezza, a dipanare le matasse più complicate.
Alcuni punti del suo programma (trasformazione del diritto di superficie in
quello di proprietà, realizzazione del verde attrezzato nell’appezzamento di
terreno adiacente il parco La Pineta) recano
il nostro copyright, avendoli lanciati come blog, per cui saremo i primi a
elogiarlo ogni qualvolta agirà per il bene della città. Al contrario, lo
criticheremo laddove dovesse operare contro gli interessi dei cittadini. Veniamo
a Pirozzi. Ha perso per circa 300 voti. Avrebbe
sicuramente vinto le elezioni se a Calvizzano si fosse votato con il doppio
turno, in quanto gli altri tre ex contendenti la poltrona di Primo cittadino
avrebbero dato indicazioni di voto contro Salatiello. Ma come va interpretata
la sconfitta di Pirozzi, nonostante abbia governato bene durante i suoi 5 anni
(2003-2008) di mandato? A nostro avviso, ha pagato in parte lo scotto della sua
coerenza politica. Ha rifiutato, nella
sua lista, due autentici portatori di voti, quali Roberto Vellecco e Antonio
Ferrillo (entrambi rieletti con Salatiello) perché, in passato, hanno dimostrato
di non essere fedeli alleati. Vellecco, infatti,
nella scorsa consiliatura, dopo appena un anno, abbandonò Pirozzi, passando dai
banchi della minoranza a quelli della maggioranza, mentre Antonio Ferrillo, due
consiliature fa, creò, sempre a Pirozzi,
problemi sull’approvazione del bilancio di previsione. Forse, l’ex sindaco
avrebbe potuto essere un po’ più malleabile con Napolano e Borrelli (ex
fedelissimi dell’ex sindaco Granata): avrebbe potuto accettarli nella sua
lista. Invece, ha sbagliato i conti, poiché non avrebbe mai immaginato che i
due, dopo il gran rifiuto, sarebbero andati a bussare alla porta Salatiello,
ovvero di colui che, alcuni mesi prima, li aveva mandati a casa. Ormai il dato
è tratto: adesso Pirozzi dovrebbe solo
pensare a fare una convincente opposizione e non a deporre le armi, come si
vocifera, poiché commetterebbe un grosso errore. Leggendo i nomi di coloro che
siederanno nei banchi della minoranza, Pirozzi, in virtù della sua esperienza,
è l’unico in grado di guidare la nuova opposizione e di far crescere i tanti
giovani che si sono lanciati per la prima volta nell’agone elettorale. Ci sono,
dunque, i presupposti per assurgere a ruolo di autentico leader; un compito che,
se fatto bene e con impegno, potrebbe assicurargli grandi soddisfazioni. Basti
pensare che l’ex sindaco di Marano, Mauro Bertini, da oppositore, ha messo
all’angolo sia l’amministrazione Perrotta sia quella di Cavallo. D’altronde si è sempre detto che una buona e forte
opposizione è migliore di un governo che fa acqua da tutte le parti. Il
programma di Salatiello, infatti, potrebbe rivelarsi il solito libro dei sogni,
poiché, per poterlo applicare alla lettera, occorrono tanti soldi, che il
Comune non ha. Un’ultima considerazione.
In questa tornata elettorale, per la prima volta nella storia
politico-amministrativa calvizzanese, si sono contesi la poltrona di Primo
cittadino ben cinque candidati, non pochi in un paese di appena 13mila
anime. Sono venuti alla ribalta
tantissimi validi giovani che hanno inteso fare qualcosa di utile per la loro
città, ma che, adesso, non dovrebbero
disperdere il patrimonio acquisito strada facendo. Dovrebbero continuare a
lavorare, così come hanno fatto in campagna elettorale, per porre le basi per una
nuova stagione politica che dia un po’ di luce a Calvizzano. Insomma, bisogna applicarsi
per diventare degli autentici mastini
del potere, tenendo presente che
solo così la città potrà crescere, in modo da poter assicurare un domani
migliore all’intera collettività. Anche i cittadini perbene (quelli che non si sono
fatti abbindolare dalle solite promesse pre-elettorali, ma continuano a ragionare
con la loro testa) dovranno continuare a
interessarsi delle problematiche sia di quartiere sia dell’intera città, anzi dovranno
contribuire a creare quella rete solidale che potrà consentire di affrontare
qualsiasi tipo di battaglia di civiltà, proprio per invertire quel trend amministrativo
che ha portato il Comune allo sbando, in tutti i sensi.