Per i calvizzanesi
onesti che pagano le tasse e i tributi si prevede un’estate amara: sono in
arrivo bollette-salasso dell’acqua. La
tariffa, infatti, è quasi raddoppiata. Un metro cubo d’acqua non costerà più 0,50 euro (più iva) come nel 2012, ma 0,90 (più iva), mentre la cosiddetta
eccedenza è aumentata di circa 0,20 centesimi al metro cubo, passando da 1,62 a
1,80 (più iva). La tariffa per il
servizio raccolta e depurazione per l’anno 2013, stabilita dalla Regione
Campania, invece è rimasta invariata e
ammonta a 0,3573 al metro cubo. Confermata anche la stessa tariffa (0,094 al
metro cubo) dell’anno scorso per il servizio di fognatura. Il ricavato dei canoni depurazione (previsione
d’incasso 245.232 euro) e fognatura (previsione d’incasso 64.540 euro) andrà
versato agli enti aventi diritto (Regione e Provincia). La prima bolletta, comunque, dovrebbe arrivare nelle case dei contribuenti
entro la metà di giugno, la seconda entro la metà di luglio, la terza entro la
metà di ottobre e la quarta entro il 15 gennaio 2014. Come si è arrivati a queste cifre? Nel
bilancio di previsione 2013 è stata programmata, per il servizio acquedotto,
una spesa complessiva di 931.587 euro (iva compresa), da coprire al cento per
cento a mezzo tariffa (l’anno scorso la copertura fu dell’88,49%, perciò
l’acqua costava di meno). 453mila euro è il canone annuo pagato all’Idrotech (società
che gestisce il servizio idrico, vincitrice di una regolare gara d’appalto) per
la prestazione fornita (lettura contatori, fatturazione e invio bollette,
eccetera), 21.954,00 euro sono state previste per la manutenzione della rete
idrica e 456mila euro è il costo annuale stimato per l’acquisto dell’acqua
presso l’EniAcqua Campania, l’ente fornitore. Stando agli atti, anche le
perdite dovute alla vetustà delle
condutture, generalmente stimate intorno al 30%, sarebbero state caricate sugli utenti. Eppure non
dovrebbe essere così: il consumo di acqua dispersa nel sottosuolo (comunque
misurata dal contatore generale) andrebbe contabilizzata a carico del Comune,
poiché non è colpa dei cittadini se le condutture sono vecchie e perdono acqua.
A Marano, infatti, tanto per fare un esempio, solo il 70% dei costi di approvvigionamento
viene considerato ai fini dell’incidenza sui costi del servizio: l’altro 30%,
appunto, proprio in virtù delle perdite,
è a carico del bilancio comunale.
E meno male che l’amministrazione Granata tagliò i costi di gestione del
30% (in precedenza il servizio fornito dall’Idrotech costava circa 632mila euro
all’anno, mentre 87mila euro erano
previsti per il piano di risanamento) altrimenti la cifra da spalmare
sull’utenza sarebbe lievitata enormemente e, di conseguenza, sarebbero arrivate
nelle case dei cittadini bollette ancora più salate.
Le tariffe del
servizio idrico 2013 sono state approvate con delibera commissariale 22 del 20
maggio 2013, cioè pochi giorni prima che il Commissario straordinario andasse
via. Come mai l’alto funzionario della Prefettura non ha ritenuto aspettare
l’insediamento della nuova amministrazione, visto che c’è ancora tempo per
l’approvazione del bilancio di previsione? Al di là di questa legittima domanda,
che in molti si sono posti, resta il fatto che si può sempre rimediare, se c’è
la volontà politica. Cosa fare? Andrebbe annullata in autotutela la delibera
commissariale, per redigerne,
contestualmente, un’altra con i nuovi indirizzi, tra cui, ad esempio, la
copertura del servizio all’80% (l’altro 20% andrebbe chiaramente a carico del
Comune), mentre alla voce costi andrebbe considerato solo il 70% di 456mila
euro (acquisto acqua): l’altro 30% andrebbe a carico del bilancio comunale. Per
la nuova amministrazione potrebbe essere anche l’occasione buona per l’applicazione
del punto 4 del programma Salatiello, cioè l’abolizione del minimo garantito.