Di personaggi “chiacchierati” ce ne sono diversi sia
nella lista Salatiello che in quella Pirozzi. Spesso, su questo blog, abbiamo raccontato
le loro gesta. Due su tutti, l’ingegnere Mauriello e il dottor Scimia, spiccano
per il loro particolare percorso politico, rafforzatosi in simbiosi tra i
banchi della maggioranza al punto da farli apparire degli autentici “gemelli
eterozigoti” della politica locale. Il loro cammino, però, ha avuto uno strano
epilogo (la spiegazione l’affidiamo ai dietrologi della politica paesana): Mauriello,
alla fine, si è candidato con la lista di Salatiello, mentre Scimia ha scelto
quella di Pirozzi. Entrambi sono stati eletti nel 2008 nella lista Granata.
Mauriello per poco più di due anni ha rivestito la carica di vicesindaco e di
assessore alla Pubblica istruzione, ma, ancora oggi, viene ricordato più per le
sue assenze (si guadagnò l’appellativo di desaparecidos dell’amministrazione
Granata) che per quello che ha prodotto.
Durante il suo assessorato, come lui stesso ha sempre voluto ricordare, si è
prodigato per far arrivare un contributo regionale di 50mila euro con il quale
è stato comprato il pulmino che attualmente viene utilizzato per trasportare i
ragazzi a scuola. Scimia, alias il medico aversano con studio a Calvizzano,
invece, ha svolto per breve tempo il ruolo di assessore all’Ambiente, mentre da
consigliere comunale si è preoccupato più a fare l’oppositore di Granata (non
disdegnando di mettere in difficoltà anche qualche fedelissimo vicino all’ex
sindaco) che a suggerire soluzioni amministrative agli annosi problemi che affliggono
ancora oggi il Comune. I due, comunque, ad aprile 2010, non contenti dell’andazzo
dell’amministrazione Granata, diedero vita, insieme ad altri quattro
consiglieri di maggioranza (Francesco Agliata, Francesco Cavallo, Michele
D’Ambra e Antonio Sequino) al gruppo “Calvizzano futura”. Si guadagnarono
l’appellativo di dissidenti di maggioranza, ma subirono forti critiche dagli
altri componenti del team Granata, soprattutto da Salatiello che, in qualità di
presidente del Consiglio comunale, nella seduta di maggio 2010, sfoderò i suoi
artigli verso i sei di Calvizzano futura, in particolare nei confronti dell’ex
vicesindaco Antonio Mauriello.
«Il vostro atteggiamento – gridò ai dissidenti di Calvizzano futura –
non è dettato da propositi politici ma da ben altri fini». «Avete stipulato un
programma politico con i cittadini: non potete svegliarvi la mattina e cambiare
idea. Vergognatevi”. « Io ero ragazzo e lei signor Mauriello già faceva il
tecnico per Alfonso Di Maria (già assessore e consigliere comunale negli anni
80) poi lo ha fatto per Fausto Corace». «Con il vostro manifesto state
letteralmente all’opposizione». «Dite chiaramente le cose che volete, senza
alcuna demagogia».
Dopo alcuni mesi Scimia e Mauriello abbandonarono il
gruppo che avevano contribuito a creare e ritornarono in maggioranza. Ma la
convivenza con Granata non durò molto: si ruppero di nuovo i rapporti, così i
due andarono a bussare alla porta di Salatiello che, nonostante le critiche che
gli aveva mosso alcuni mesi prima, li accolse a braccia aperte. Si trattò, per
l’ex presidente del Consiglio comunale, di una buona occasione per fortificare
il suo progetto, cioè quello di demolire politicamente e amministrativamente
Granata. Salatiello, dunque, per premiare il gesto dei due, propose a Granata
di nominarli assessori, mentre per Scimia si batté addirittura per farlo
assurgere anche al ruolo di vicesindaco. Granata non accettò il ricatto
politico e alla fine, dopo un tira e molla, durato diversi mesi, si arrivò alle
dimissioni contestuali di 11 consiglieri comunali che lo mandarono a casa. Questi
i fatti. Ai lettori le conclusioni.
P.S. Questo è l’ultimo
articolo nel quale entriamo nello specifico di personaggi che hanno
caratterizzato la vita politico-amministrativa dell’ultimo quinquennio. Se ne
riparlerà dopo il voto del 26-27 maggio. Abbiamo scelto questa linea, per
evitare di influenzare, attraverso i nostri redazionali, i cosiddetti indecisi
(pochi!) del voto che leggono il nostro blog, ma soprattutto per evitare
strumentalizzazioni da parte dei soliti mistificatori del giorno dopo. Dal
punto di vista etico e professionale ci è apparsa la soluzione più corretta.
Per il resto buon voto a tutti.