Borrelli e Napolano: “tutte e duje” “un corpo e un’anima” alla corte di re Salatiello



Che cosa è successo a Luciano Borrelli e a Pasquale Napolano,  ex fedelissimi dell’ex sindaco Granata? Perché sono andati a tuffarsi nelle braccia di Salatiello, cioè di colui che li ha mandati a casa, dopo averli messi alla berlina politicamente? Ma Salatiello non era colui che, per Napolano, rappresentava, fino a qualche mese fa, il “male” politico da sconfiggere a tutti i costi? Sono questi  gli interrogativi a cui bisognerebbe dare una risposta. I due ex consiglieri comunali, dovrebbero spiegare i motivi della loro decisione, così ambigua e contraddittoria, soprattutto ai tantissimi cittadini che li hanno sempre votati, credendo nei loro ideali e nei loro progetti. Attenzione: qui non è in discussione il loro perbenismo o la loro coerenza pregressa, ma il gesto politico che resta qualcosa di eclatante e di esclusivo: è la prima volta che nella storia politica di Calvizzano pare si verifichi una cosa del genere. Senza contare il mancato rispetto verso l’ex sindaco Granata che con Borrelli e Napolano ha sempre avuto un feeling particolare. E, a nostro avviso, non c’è alcun alibi che possa giustificare l’atteggiamento assunto dai due, neanche lo sgambetto ricevuto da Pirozzi, il quale li avrebbe illusi e ingannati, assicurandogli prima un posto in lista e poi negandoglielo. Non sarebbe stato più logico e coerente restarsene a casa, prendendosi un lungo periodo sabbatico, per riflettere meglio sul loro futuro politico? Granata lo ha fatto e lo ha imitato anche Gianluca Ferrillo (noto per essere passato più volte, con nonchalance, dai banchi della minoranza a quelli della maggioranza), dimostrando una giusta dose di buon senso.
Ecco un’intervista rilasciata al nostro blog da Napolano a maggio 2012, dalla quale i navigatori possono rendersi conto delle palesi contraddizioni.




Nonostante non si è addivenuti ad alcun accordo con i cinque dissidenti di maggioranza, il sindaco, lunedì scorso, ha comunque deciso di varare la nuova giunta, nominando, però, solo quattro assessori su sette: Borrelli, Martiello,  Gianluca Ferrillo e Vellecco; in pratica sono restate vuote le tre poltrone spettanti  ai dissidenti di maggioranza.
“Il sindaco – afferma l’ex assessore Pasquale Napolano, consigliere di maggioranza vicinissimo a Granata –  ha messo in pratica  quello che gli andavo dicendo da tempo. L’avesse fatto prima, avremmo evitato un certo periodo di vacatio amministrativa”.
 Lei era tra i papabili nuovi assessori, perché non è entrato in giunta?
“E’ stata una mia decisione: non intendo prestare il fianco a coloro (Salatiello, Scimia, Di Rosa, Cristofaro Agliata, Mauriello, ndr) che stanno alzando l’asticella  del ricatto politico, rischiando di farla spezzare”.
Cosa glielo fa pensare?
“Che non si sono accontentati di tre assessori. E, siccome, si tratterebbe, a mio avviso, già di una cifra sovrastimata, rispetto alla loro rappresentanza numerica in consiglio comunale, non avendo accettato la proposta del sindaco, avrebbero fatto intendere che le ragioni del dissenso potrebbero essere ben altre”.
Adesso, non avete il timore che possano mandarvi a casa prima della fine della consiliatura?
“Lo facessero pure se lo riterranno opportuno: dovranno, però, assumersi le loro responsabilità e chiarire ai cittadini, le ragioni del blocco dello sviluppo della città, visto che il Puc è in dirittura d’arrivo. La cosa certa è che non piangerò e non mi strapperò le vesti, poiché la politica a me non dà da mangiare: la faccio per passione civile”.
Chi l’ha deluso politicamente di più dei cinque dissidenti?
“Salatiello, perché ha sempre dichiarato pubblicamente che il sindaco avrebbe fallito il suo mandato solo se non avesse portato a compimento l’iter del puc. Visto che il nuovo piano urbanistico è quasi realtà, perché l’ex sindaco ha cambiato idea? Ma, al di là di questa disquisizione, le dico francamente che sono deluso da questo tipo di politica”.
Cosa ne pensa del duo Mauriello-Scimia?
“Non voglio eludere la sua domanda,  ma le rispondo dicendo che, se fosse dipeso da me, questi due personaggi non sarebbero mai entrati in maggioranza: li avrei relegati a ruolo di oppositori a vita”.



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