Elezioni Politiche, anche a Calvizzano vincono Berlusconi e Grillo



A Calvizzano il trend elettorale delle recenti parlamentari è stato più o meno simile al resto dell’hinterland giuglianese. Prendendo a riferimento i dati relativi alla Camera dei Deputati, il primo partito è risultato l’astensionismo che si è attestato intorno al 31,6%  (si sono recati a votare il 68,428% degli aventi diritto, mentre nel 2008 l’affluenza fu dell’88,7%); al secondo posto si è piazzato il Popolo della Libertà (2080 voti pari al 32,5%): seguono il Movimento 5 Stelle (1590, pari al 24,9%), Partito democratico (1375, pari al 21,5%). Flop dell’Udc, nonostante annoverasse in lista un personaggio autorevole quale  il vicepresidente del Consiglio regionale, Biagio Iacolare,  maranese di origine e di abitazione, molto conosciuto a Calvizzano e sempre super votato sia alle regionali che alle provinciali. Sulla carta avrebbero dovuto assicurargli i voti il suo fedelissimo Antonio Martiello (ex consigliere comunale), l’ex sindaco Salatiello con una buona parte del suo entourage e Roberto Vellecco,  che si è sempre definito amico di Iacolare. Chi gli ha voltato le spalle, visto che l’Udc ha riportato solo 173 voti (2,7%), appena uno in più di Rivoluzione civile (172 voti) di Ingroia?  Biagio Sequino, invece, candidato sindaco di Rinascita calvizzanese,  e il suo gruppo di fedelissimi (in passato hanno fatto campagna elettorale per Iacolare) pare abbiano appoggiato il Grande Sud-MPA. Se quest’operazione doveva servire a contarsi, il risultato non è stato lusinghiero, poiché la formazione meridionalista ha riportato appena 108 voti. Ma le elezioni amministrative, si sa, sono tutt’altra cosa, poiché contano altri fattori e altre motivazioni.  Il Popolo della Libertà, come sempre accade anche dalle nostre parti, ha sfondato di nuovo, segno che molti grandi elettori (tra cui diversi ex consiglieri comunali ), cioè quelli che controllano un nutrito pacchetto di voti (per buona parte  di tipo nepotistico-clientelari) hanno fatto campagna elettorale per Berlusconi.  Ma il simbolo anomalo della destra italiana si è affermato soprattutto con i voti di opinione (A Calvizzano il Pdl ha sempre conseguito un eccellente risultato, nonostante non esista un partito strutturato e organizzato). “Berlusconi vince, come ha scritto Massimo Giannini su Repubblica, scommettendo sul peggio.  Il condono tombale parla alla zona grigia dell’illegalità fiscale, dove convivono gli imprenditori arrabbiati del lombardo-veneto  e gli impiegati pubblici che arrotondano in nero. La promessa della restituzione dell’Imu parla ai poveri Cristi, pensionati e dipendenti che hanno appena pagato la stangata e si sono messi in fila per ottenere il rimborso dopo aver ricevuto la lettera dell’ex premier…Nonostante i suoi processi pubblici e i suoi scandali privati, il Cavaliere ha ancora un suo popolo”. Anche  molti calvizzanesi  farebbero parte di questo popolo. Pure l’ex sindaco Pirozzi pare abbia votato il Pdl, più per convinzione politica che per “innamoramento” a Berlusconi. L’ex sindaco Morra, invece, nonostante sia uomo di destra, farebbe parte di quella schiera di conservatori perbene che, non amando clown e giullari, per dirla alla Scalfari,  avrebbero deciso di votare Monti ( A Calvizzano ha ottenuto 356 voti).  Grande successo dei grillini, ma questo era preventivato. Lo Tsunami Grillo ha invaso anche la nostra piazza. Adesso i rappresentanti locali del Movimento 5 Stelle, devono pensare solo a lavorare sodo, per dimostrare di non essere solo protesta ma di saper fare anche proposte utili alla crescita della città, proiettata sia in una dimensione  comprensoriale che metropolitana (la loro lotta contro il sistema va bene, ma prendersela solo con il Pd, come si evince da un manifesto distribuito domenica mattina in piazza, potrebbe rivelarsi un autentico autogol e farli perdere molti consensi). Veniamo al partito democratico. Nonostante i suoi 1375 suffragi, sicuramente non può ritenersi soddisfatto, anche in ragione del fatto che il suo massimo esponente (Giuseppe Granata) ha svolto il ruolo di sindaco  per quattro anni e mezzo e che il Pd è l’unico partito che, oltre a essere ben organizzato, ha una sede sul nostro territorio. Insomma,  l’effetto Granata non ha funzionato?  Evidentemente sì.
 Ma anche il voto di opinione ha influito negativamente, come del resto è accaduto in tutta l’Italia meridionale e parte del Nord-est, perché il partito di Bersani, durante questa campagna elettorale si è chiesto solo: mi alleo con Vendola o con Monti? Alla fine ha perso l’unica scommessa che la politica deve fare, quella con i giovani senza lavoro.  
  

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