“Sei un intrallazzatore pilotato da chi ra a mangià a famiglia toia, non sei un giornalista sei un blogger”.
Questa è la sintesi, in dialetto e rabbia, delle
accuse che mi ha rivolto un politico locale, infastidito da un articolo
pubblicato su CalvizzanoWeb, il blog che ho fondato nel 2009 e che da allora
continua a raccontare, documentare e spesso disturbare.
Non scrivo queste righe per fare vittimismo: è una
dinamica che conosco fin troppo bene. Da oltre trent’anni mi occupo di
informazione e sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1992. Di frasi
offensive e minacce, purtroppo, ne ho collezionate parecchie. Ma ogni volta che
accade, credo sia giusto registrare l’episodio, anche solo per lasciare traccia
della difficoltà di fare giornalismo serio, libero e indipendente nei nostri
territori.
Qualcuno commenterà: “Perché non lo quereli?”. Non lo
farò. Le ragioni sono diverse e richiederebbero tempo per essere spiegate. Non
voglio annoiare, né dilungarmi in ciò che potrebbe apparire come una difesa
personale. Non ne ho bisogno.
Ho scritto questo pezzo per testimoniare un clima che
continua a essere ostile nei confronti di chi esercita il diritto (e il dovere)
di informare. E anche perché, alla fine, chi lancia accuse infondate e
violente, finisce spesso per farsi male da solo.
Il mio percorso professionale è trasparente. Non so se
altrettanto si possa dire di chi occupa certe poltrone politiche.
Continuerò a fare il mio lavoro, come sempre. Con
dignità. E soprattutto con la coscienza pulita.
Mimmo Rosiello